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By F_E_D_E_R_I_C_O mercoledì 24 agosto 2005 - 01:16 |
Ragazzi, una nuova rubrica... chi mi da una mano a cercare un oggetto che non trovo? Magari chi vive a Milano o in città ha più occasioni... si tratta del coltellino svizzaero victorinox farmer... pare introvabile...
By Wasabi mercoledì 24 agosto 2005 - 12:52 |
potrei trovartelo... che mi dai in cambio?
By F_E_D_E_R_I_C_O mercoledì 24 agosto 2005 - 13:15 |
Pensavo appunto a Milano che è vicino alla Svizzera...
By Wasabi mercoledì 24 agosto 2005 - 14:24 |
e mi dispiace, li hanno tolti di produzione e l'ultimo l'hanno venduto ieri
By Spank venerdì 26 agosto 2005 - 12:37 |
provero' a dare un occhio
Fede appena puoi collegati su msn..niuz
By Pokoto venerdì 26 agosto 2005 - 16:23 |
io ce l'ho
me l'hanno regalato da piccolo!!
parliamo del prezzo?
By F_E_D_E_R_I_C_O sabato 27 agosto 2005 - 00:00 |
Allora vi spiego... da ragazzo sono quasi cresciuto (tutte le estati, tutta l'estate) in montagna, la boscosa montagna pistoiese, non quella rocciosa delle Alpi, ma un vivo e verde appennino, a masticar resina e rubar pomodori, camminare nei boschi con la tanica per l'acqua di fonte e a mangiar mirtilli e more selvatiche, pungermi con l'ortica... e sempre, da anni, in tasca ho un coltellino, magari sempre diverso, ma è un'abitudine che non perderò mai, credo... ho trovato questo in rete...
Un coltello in tasca
Non un coltello da cucina, naturalmente, né un coltello da malavitoso a serramanico. Ma neppure un temperino. Diciamo un Opinel nº 6 o qualcosa di simile. Un coltello che sarebbe potuto appartenere a un nonno ipotetico e perfetto. Un coltello che lui avrebbe tenuto nella tasca dei pantaloni di velluto color cioccolato a coste larghe e che avrebbe tirato fuori all'ora di colazione per infilzare con la punta le fette di salame, per sbucciare lentamente la mela, con il pugno stretto intorno alla lama. Un coltello che avrebbe richiuso con un gesto ampio e cerimonioso, dopo il caffè bevuto in un bicchiere - segnale, per ciascuno, di dover tornare al lavoro.
Un coltello che ci sarebbe parso stupendo da bambini: un coltello per l'arco e le frecce, per foggiare la spada di legno con l'impugnatura intagliata nella scorza - il coltello ritenuto troppo pericoloso dai genitori quando eravamo piccoli.
Ma un coltello per che cosa? Visto che non siamo più ai tempi del nonno e non siamo più bambini. Un coltello virtuale, dunque, e con un ridicolo alibi: "Ma sì, può servire per un sacco di cose, in gita, durante i picnic, per fare qualche lavoretto se non ci sono utensili..."
Sappiamo che non servirà. Non consiste in questo, il piacere. Un piacere assolutamente egoistico: una bella cosa inutile di legno caldo oppure di madreperla liscia, con un segno cabalistico sulla lama, da veri iniziati: una mano incoronata, un ombrello, un usignolo, l'ape sul manico. Sì, lo snobismo ha sapore se è legato a questo simbolo della vita semplice. All'epoca del fax, è un lusso rustico. Un oggetto a sé, che riempie inutilmente la tasca e che tiriamo fuori di tanto in tanto, non per servircene, ma per toccarlo, guardarlo, per la soddisfazione ingenua di aprirlo e richiuderlo. In questo presente gratuito sonnecchia il passato. Pochi secondi e ci sentiamo al tempo stesso il nonno bucolico con i baffi bianchi e il bambino in riva all'acqua tra l'odore del sambuco. Il tempo di aprire e richiudere la lama e non siamo più di mezza età, ma di due età insieme - questo è il segreto del coltello.
(La prima sorsata di birra e altri piccoli piaceri della vita di Philippe Delerm
Titolo originale: La première gorgée de bière
Traduzione di Leonella Prato Caruso
Pag. 121, Lire 18.000 - Edizioni Frassinelli
ISBN 88-7684-535-6)
Ecco... un coltellino, per anni... piccolo, in città un piccolo coltello di due o tre cm, come portachiavi, fuori casa un coltellino svizzero... quello ed un bastone, un pezzo di corda ed un cappello, ed il mondo è mio, e non ho più bisogno di altro... è il mio vero sogno, è lì tutta la mia musica... non posso, perchè ho delle responsabilità, ma lì è tutto... alzarmi la mattina e sentire l'odore del pollaio, arrabbiarmi col vicino, scendere in bottega e respirare il legno caldo, e tenero, e forte e vivo... tutto qui...
By Minni sabato 27 agosto 2005 - 01:04 |
...fede era birra o tavernello?
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