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By Le0 domenica 25 settembre 2005 - 12:45 |
Stare di fronte alla vita in ogni sua accentuazione, positiva o negativa che sia, e' la ricetta piu' semplice e piu' efficace. Freud parlava del principio di realta' ed aveva ragione: la realta', accolta nella sua oggettivita', conduce alla crescita psichica e rafforza il carattere
Avere carattere non significa essere brutali, arroganti o, nei casi estremi, violenti, al contrario. Significa abbandonarsi al flusso della vita, al proprio destino, perche', secondo il grande insegnamento di Eraclito, il carattere di un uomo e' il suo destino.Destino non e' fatalita', ne' fatalismo; e' piuttosto scelta consapevole della propria vocazione individuale che comporta sacrificio, perche', per essere in un certo modo, dobbiamo evidentemente escludere di poter essere altro ancora. Il sacrificio derivante dall' accettazione della crisi conduce alla maturazione del carattere, prima tappa della conoscenza certa della propria individuale vocazione. A mio avviso, ne vale la pena. E voi cosa ne pensate?
By Lancy domenica 25 settembre 2005 - 13:58 |
Che bisogna essere fragili come un fiore e più forti di una tempesta.
E che Freud era un pirla.
Lord Lancillotto
By Minni domenica 25 settembre 2005 - 20:14 |
accetto serenamente il fatto che non mi sarò mai suora.
By Wasabi lunedì 26 settembre 2005 - 10:23 |
Lentamente muore
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni
giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non
rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su
bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno
sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti
all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul
lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un
sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai
consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi
non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente
chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i
giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non
fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli
chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di
respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida
felicità.
(P. Neruda)
... preferisco Jung!
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