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By Tommy giovedì 10 settembre 2009 - 16:28 |
ovvero "Un alieno a Vanity fair, ma per quanto il titolo italiano fornisca un'idea più precisa sul contenuto il titolo originale è geniale. Anche perchè alla fine, leggendo le disavventure autobiografiche dell'autore, alla fine sembra davvero un compendio di metodi sicuri per farsi odiare.
E' il libro da cui è tratto il film "Star System - Se non ci sei nn esisti" con Megan Fox, che pur avendo un ruolo sostanzialmente inutile è una potente calamita per il pubblico.
L'autore parla, in chiave comica, ma aderente alla realtà, dei suoi tentativi di sfondare a Manhattan.
Partito da Londra per lavorare a Vanity Fair si scontra con un mondo che risulta essere completamente diverso da come se lo aspettava.
2 sono le chiavi di lettura interessanti:
1) Offre uno spaccato dall'uinterno sul mondo delle riviste patinate, o, come le definisce lui con un certo snobismo ostentato (una delle cause del suo fallimento), "riviste da supermercato per finti intellettuali" .
Visto il contenuto della rivista, Young si è avvicinato a quel mondo convinto di trovare un clima leggero, amichevole e goliardico, in cui i dipendenti affrontano con cinismo un ruolo che considerano inferiore al loro valore.
La sua sorpresa sta nello scoprire che invece si prendono tutti maledettamente sul serio, come lavorassero per un grande quotidiano trattando di argomrntio vitali per l'umanità.
Pur essendo loro stesse a dettare legge su mode e tendenze, in accorod con stilisti e vip, si comportano come se avessero il dono di prevederle. Ma in fondo, deciderle, non è forse un potere maggiore?
Lui invece, anche dopo essere entrato nell'ambiente, non riesce a togliersi il suo atteggiamento da fan (quello che dice di odiare) e come tale si comporta davanti alle celebrità, infastidendole.
2) riflette anche sulla differenza del modo di fare americano rispetto a quello inglese; un pò perchè, come accennato, certi argomenti vengono affrontati in modo meno serioso e più scanzonato; poi, dice anche le donne si comportano in modo diverso risultando più alla mano delle sofisticate donne di Manhattan, per le quali, dice, conta solo il posto che occupi nel mondo e nn come sei, facendo notare la contraddizione tra l'emancipazione rivendicata dalle donne newyorkesi con la loro costante ricerca sdi un partito da cui farsi mantenere: secondo loro il matrimonio è un semplice contratto, da stipulare a vantaggio delle parti e interrompere quando questo vantaggio viene a mancare.
C'è anche tutto un discorso sulle classi sociali, chiuse o aperte, e sulla meritocrazia reale o apparente.
Insomma, a una lettura più profonda offre diversi spunti di riflessione, ma mantiene sempre un tono ironico nel raccontare i fatti, sendendo la lettura molto piacevole.
Consigliatissimo, se poi piace c'è anche il seguito, "Un alieno a Hollywood" .
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