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By Highrise (62.10.232.138 - 62.10.232.138) venerdì 29 febbraio 2008 - 21:49 |
Quello dell'invidia è un tema di per sè fastidioso. Ma assai più sgradevole è il sospetto che la nobile aspirazione umana all'uguaglianza - la quale è un tratto fondamentale del messaggio cristiano, del pensiero democratico e di quello socialista - abbia le sue radici nell'ignobile sentimento dell'invidia. Un sospetto che ha sempre aleggiato nelle menti di studiosi di etica, sociologia e filosofia politica, ma anche nelle coscienze delle persone comuni. E può essere questa la ragione per cui l'argomento invidia/società, specie negli ultimi due secoli, non ha avuto l'attenzione e l'approfondimento che meritava.
L'invidia e la società di Helmut Schoeck è tutt'ora, nella storia delle ricerche politico-sociologiche, il più completo e profondo studio mai realizzato in materia.
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Faccio una piccola premessa: questo libro è inadatto a lettori di orientamento politico di sinistra, in quanto demolisce senza pietà l'utopica aura leggendaria di cui si ammantano tutti i movimenti di tipo socialista/egualitario (nazionalsocialismo compreso, però)... la fa proprio a pezzi, credetemi, quindi evitate di leggerlo - non fa per voi.
Questo testo è sconosciuto ai più in quanto, per via dell'argomento scomodissimo e politicamente scorretto che viene trattato ha subìto sin dalla sua prima edizione (1966) un costante sabotaggio.
L'autore analizza tutti gli aspetti dell'invidia in culture e religioni vicine e lontane, ne ricerca le origini nell'infanzia e nell'adolescenza e arriva a toccare la psicanalisi considerandone le caratteristiche marcatamente patologiche che può assumere nella mente di alcuni individui, per poi esaminare scrupolosamente certi movimenti politici moderni e contemporanei che in nome di una utopica uguaglianza totale fra gli individui utilizzano il movente dell'invidia sociale come mezzo per ottenere il potere. Ne rileva la presenza persino nelle moderne democrazie occidentali e ne sottolinea l'azione prevalentemente distruttiva nei confronti del progresso e del benessere materiale e spirituale sia privato che pubblico e ne giustifica l'azione solo in presenza di un'invidia moderata che per sanare se stessa sfocia nell'emulazione dell'invidiato (senza tentare di distruggerlo) e quindi nel progresso. Un'ambivalenza curiosa, in quanto proprio nell'interesse del progresso l'invidia andrebbe sempre combattuta.
Davvero un ottimo libro
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