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Buongiorno (o buonasera, o buonanotte), il mio nome
è PDF, investigatore privato.
Ero un tempo (un mese fa, prima che si vaporizzasse
la scheda madre del mio mac) un esimio scienziato
teorico che shakerava l'universo alla ricerca di risposte
ai tremendi quesiti dell'esistenza (perchè il pane cade
sempre dalla parte imburrata? perchè la TV smette di
funzionare quando c'è la finale dei mondiali di calcio?)
ma la mia vita ebbe una svolta decisiva quando il mio
computer smise di funzionare.
Per ignorare il mio dolore, decisi di occupare il tempo
iscrivendomi all'accademia "Occhio Privato" del famoso
Cornetto P.I. e imparai tutto lo scibile per diventare un
investigatore privato (nonchè qualche nozione sulla
refrigerazione dei prodotti alimentari deperibili).
Preso dalla nostalgia per i vecchi tempi, mi recai
presso il dr. Fegelmatz, mio antico collega, per scoprire
con orrore che il suo "appartamento" era stato messo a
soqquadro, il suo archivio scientifico era sparito e dello
stesso dr. Fegelmatz non c'era traccia.
Questo è il mio primo caso: scoprire che fine ha fatto il
dr. Fegelmatz e recuperare il suo archivio.
Accetto informatori e sono disposto anche ad
occuparmi di altri casi che voi, gentili clienti, mi
proporrete.
Ora me ne vado al King Basuccu's Club a bere un drink
e a tacchinare con la barista, se volete lasciate un
massaggio sulla mia segretaria telefonica.
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io del dott.Fegelmatz non so una matz
e ora me ne torno al Jackie,a farmi delle grasse risa
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Hmm, questo negare ogni conoscenza del dr.
Fegelmatz è
sospetta, mr. Metroidx!
Il dr. Fegelmatz è un luminario di fama internazionale,
la
sua mente brilla finanche dal troppo sapere come un
faretto
alogeno da 1000 Watt, quindi lei non poteva non
sapere (è
una formula di ampio uso in questo paese).
Lo confessi, dove era ieri fra le 14:00 e le 14:01 del
meriggio? Non certo al Jackie, visto che Lola, la
passeggiatrice trisessuale che lavora sul marciapiede
lì
vicino non l'ha vista!
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PDF... cosa ti aspettavi da un Mac?
azz mi sembri abbastanza allucinato....
prova a cambia computer... forse ti fa bene!
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Lola no,era occupata con mr.Kilroy
ma Liola,la barista foot-fetish forse sì
io non ho mai letto neanche un post del Dott.Fegelmatz,glielo giuro sulla bottiglietta che tengo nei miei vita-bassa
azz,e speriamo che la sciuretta questo non lo legga....
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Mr. Poncho, la devo informare che il Mac è stato
purtroppo danneggiato da uno sbalzo di tensione della
rete elettrica che ha provocato danni alla scheda madre
e, a cascata, alla scheda video (ho avuto 5 Mac, tutti
affidabilissimi, provi ad usarne uno e ne resterà
estasiato).
Grazie dell'informazione mr. Metroidx, e mi scusi per le
minacce di prima, ma sa, il lavoro dell'investigatore
privato è fatto di cose così.
Dovrò comunque chiedere conferma alla signorina
Liola, in quanto la sua presenza in quel bar mi puzza,
mi puzza davvero (!!!).
Ora come ora il caso sembrerebbe impantanarsi,
meglio tornare all'appartamento del dr. Fegelmatz per
cercare qualche indizio con l'aiuto della mia fedele
lente d'ingrandimento di cristallo di Swarowsky.
Così pochi informatori, così pochi indizi finora...
sarà il caso che telefoni al signor Masterra per farmi
prestare il suo grattacielo a 800 piani, avrò presto
bisogno di un modesto quartier generale da cui
dirigere le indagini.
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brutta storia l'alcolismo..
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Allora, con un paio di guanti vediamo un pochino di
staccare i sigilli della polizia ... ecco fatto, ora mi
occupo della serratura... la porta è aperta!
Che strano, evidentemente qualcuno si è intrufolato
qua dentro prima di me (il criminale torna sempre sul
luogo del delitto).
Mmh, la luce è accesa, e posso vedere i rilevamenti
della scientifica sul pavimento, tutti indizi inconcludenti
(il codice fiscale di Metroidx, la carta d'identità di Liola).
Mi sovviene alla mente un dubbio: che il dr. Fegelmatz
sia stato vittima di un complotto?
Può essere stato tradito da persone a lui vicine che gli
abbiano scatenato addosso l'ira del terribile mr. Hadm,
(egli controlla ogni settore di questa città, ha la
capacità di seguire chiunque e all'occorrenza può
letteralmente cancellare l'esistenza di chiunque si
occupi dei suoi affari.
Sarà meglio che stia attento anch'io, meglio non
restare troppo a lungo qui.
Vado a cercare questa miss Liola, forse avrà qualche
informazione per me.
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Il signor Masterra mi ha detto di scordarmi del suo
grattacielo da 800 piani però mi ha prestato la sua
Lamborghini Diablo turbocompressa sovralimentata
ultrasuperaccessoriata con serbatoio supplementare
di protossido d'azoto (gas esilarante).
Sono così contento che quasi quasi mi viene da
ridere...
hahahahhahhaaahaa!, deve esserci qualche perdita,
hahahaaa!, nel serbatoio supplementare,
hahahhaaaha!, meglio che mi fermi a destra,
hahahhaaahaa!, ehi, lei, si sposti di lì, hahhaahaa!!!
Dopo aver travolto diversi chioschi di hot dogs e
qualche sporadica vecchietta innocente, mi resi conto
che andare a 420 Km all'ora in preda a risa irrefrenabili
su una Diablo con serbatoio di protossido incluso non
è particolarmente adatto alla salute, nè alla propria
fedina penale.
Venite pure a trovarmi in galera, mi aiuterete a
convincere il signor Masterra a pagare la cauzione per
farmi uscire, spero!
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Mr. PDF, ho delle informazioni riservatissime per Ella.
Se avra' la compiacenza di incontrare un mio informatore al molo 17 sotto il cargo della Mastro Lindo Corporation alle 01:13:14 in punto, ora di Cinisello Balsamo, le forniro' del materiale illuminante sulla sorte del compianto Dr. Fegelmatz.
Non posso dire di piu' perche' ho il fondato sospetto che la mafia giamaicana abbia messo sotto controllo questo forum con delle cimici (i banner che si vedono sulla pagina web in realta' sono delle microspie del progetto Echelon diabolicamente camuffate).
Il mio emissario avra' una gardenia bianca all'occhiello e una pancera dell dott. Gibaud indossata sopra i vestiti.
Parola d'ordine: VIVA LA PAPPA
Controparola d'ordine: E CHI SE LA PAPPA
Vista la natura delicata dell'incarico Le raccomando la massima cautela e discrezione.
Un amico
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Aaah, finalmente un vero colpo di fortuna! Prima mi
viene pagata la cauzione dal signor Masterra (per
sdebitarmi dovrò custodire la sua dacia in Russia per
molti anni), poi, mentre mi accingevo a sorseggiare il
mio solito drink (orzata con whiskey) al King Basuccu's
Club, in preda allo sconforto universale, ecco che
passa un tizio completamente avvolto da
un'impermeabile rosso fuoco (probabilmente per
non farsi notare), che lancia dentro il mio bicchiere una
capsula gialla con dentro un messaggio.
Mmh, ho meno di mezz'ora per presentarmi
all'appuntamento, e se questo messaggio non è una
trappola, ci potrebbe essere di mezzo la mafia
giamaicana!
Ho ancora un conto in sospeso con uno dei loro capi, il
signor Juan Alejandro José Martin Toledo Iguazù de
Altavilla (y Azeguedo) meglio conosciuto come El Tim
(per il suo vizio di parlare al telefonino senza nessuno
in ascolto), a causa di uno spiacevole malinteso
(pensava che mi fossi portato a letto sua figlia e mi
aggredì con una muta di chiuaua chiapas d'assalto,
impedendomi di spiegargli che in realtà mi ero solo
fatto sua moglie! Uff, non c'è più religione!)
Comunque eccomi ora a bordo del nuovo mezzo
imprestatomi dal signor Masterra, un prototipo Aston
Martin tutto pieno di tasti e lucine sul cruscotto... spero
di arrivare sano e salvo al molo 17!
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Il porto di MDN City è un luogo lugubre, avvolto dalla
nebbia che le luci arancioni degli edifici e delle gru
riescono a malapena a penetrare. Il mare mosso e il
vento gelido portano all'orecchio dei rari passanti il
rumore delle navi ormeggiate nell'oscurità, e talvolta si
sente il miagolio di un gatto che a passi felpati
attraversa gli spazi deserti alla ricerca di un fugace
amore notturno.
Per quanto riguarda il sottoscritto, mi trovo sotto l'Aston
Martin (meglio non farsi notare) che ho parcheggiato
davanti al cargo della ML Corp.
Guardo l'orologio, è quasi ora. Meglio che questo
informatore si muova ad arrivare, mi sto congelando
l'anima e anche altre cose quà sotto!!
Ah, eccolo lì! Ahò, si, tu, colla gardenia! VIVA LA PAPPA!!
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Un urlo straziante come una storia de "I Fatti Vostri" lacero' l'oscurita'.
La figura comparsa da dietro una nave cadde lunga distesa sul molo.
La pancera del dr. Gibaud risaltava come un pallido fantasma chiazzato
di sangue nella notte.
PDF corse verso il corpicino straziato e si chino':
- I... ai... aaaoo... e ae... o... occhiooohh... - disse il misterioso sconosciuto.
- Cosa? Che dici?
- Mi... ai... aaauuughhhh... e ae... col ginocchio...
- Parla piu' chiaramente, perdio.
- MI STAI SCHIACCIANDO LE PALLE COL GINOCCHIO!
- Ah scusa. Che notizie mi porti di Fegelmatz, orsu'.
- Il facocero e' uscito dalla gabbia. Molte lune passeranno prima che colui-che-ondeggia-nel-vento
possa brandire il Sacro Scettro nelle steppe della Tunguska... non ciurlare mai nel manico e
soprattutto... guardati dal Macellaio Pazzo di Ohotsk... - e cosi' dicendo mori'.
PDF esamino' la salma e trovo' uno strano oggetto nella mano stretta ad artiglio.
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La pallida luce dell'alba illumina l'appartamento del dr.
Fegelmatz, dove il sottoscritto si è installato
abusivamente per utilizzarlo come QG per le indagini.
Il poveretto che ho contattato stanotte al porto era privo
di documenti d'identità, ma aveva una strana sfera
traslucida stretta in pugno, sfera che sembra contenere
una sorta di sostanza gelatinosa di color seppia che
non riesco ad identificare.
Non ho comunque modo di aprire questa sfera, nè
l'intenzione (non so perchè, ma ho un brutto
presentimento...).
Dovrò trovare questo colui-che-ondeggia-nel-vento,
reperire qualche informazione sul Sacro Scettro, sulle
steppe della Tunguska, senza tralasciare il facocero e
il Macellaio Pazzo di Ohotsk!
Questo caso sta diventando veramente complicato,
dovrò chiedere una mano al mio maestro, il signor
Cornetto P.I. (è una persona dal carattere un pò
freddo, ma sicuramente avrà qualche contatto per me
che sappia far luce su questi indizi).
Il problema è andare a trovarlo, in quanto egli è andato
in vacanza nella famosa località mediorientale di
Al-Jida.
Mi farò prestare il jet privato dal signor Masterra, certo
lui sicuramente capirà...
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Dopo svariate genuflessioni, mi trovo ora in volo sopra
la Bessarabia sul Falcon del signor Masterra, diretto
verso Al-Jida.
L'aereo è dotato di tutti i confort, persino del
costosissimo bidet automatico (mano ripassante)
fabbricato in Tappone.
Arrivato all'aeroporto internazionale Kart'dor, vedo una
sagoma conica familiare: è il mio maestro Cornetto
P.I.!!!
"Salve PDF, come va la vita?"
"Non c'è bene, mr. C!"
"Cosa vuoi dire, hai rogne in caldo per me?"
"Qualcosa del genere..." e gli porsi la sfera
Dopo averla esaminata con uno sguardo preoccupato
mi disse:
"Forse ti sei messo contro qualcosa che è più grande
di te. Vieni con me al Kamal Ngrifat Hotel, ne parleremo
tranquillamente nella mia suite sicura."
Prendemmo un taxi giallo (col mio fischio collaudato,
come in Formula 1, mi sentivo gasato) e ci
allontanammo nella calura del meriggio.
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La suite di mr. C (4000 metri quadri circa) era
piacevolmente arredata in stile pacchio-anafilattico del
XVII secolo, e si poteva godere della piacevole frescura
dei turbocondizionatori, mentre ne percorrevamo i
corridoi col trenino a microonde in dotazione.
"Caro PDF," disse mr. C, "Non immaginerai mai chi sto
per presentarti..."
"Una bella topolona di Al-Jida, mr. C? Lo immaginavo!"
"Frena i tuoi bollenti spiriti, PDF, sei in errore (per
quello usufruisco temporaneamente dell'harem privato
del re Sohlero II)
"Allora, chi può essere questo personaggio
misterioso?"
"Questi personaggi, vorrai dire. Ecco, siamo quasi
arrivati
al bunker..."
Una pesante porta d'acciaio si aprì davanti a noi,
rivelando un attrezzatissimo laboratorio con diversi
scienziati al lavoro.
Uno di loro si girò, mi guardò e mi sorrise, rivelando le
sue 74 protesi dentarie estroflessibili.
"Un momento, ma io quello lo conosco!!!"
" PDF, ti presento il dr. Fegelmatz e la sua equipe!!!"
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Con un tonfo sordo, la mia mandibola cadde per terra
dalla sorpresa.
"Dottor Fegelmatz, che ci fa qui? Ho fatto sforzi
sovrumani per ritrovarla, il suo appartamento
devastato, il suo archivio sparito... ma perchè, come,
cosa, quando, e sopratutto quanto (particella
infinitesimale imprevedibile)!!!
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All'improvviso, un lampo di luce...
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FLASHFORWARD (flashback al contrario) - Voce
narrante molto maschia, ragazze che svengono
dall'emozione...
Lasciai l'ufficio verso le 22, come ogni sera, e mi
diressi verso il New Orleans Jazz Café, il mio locale
preferito, per un drink e un pò di buona musica.
Era una serata fredda e ventosa, l'inverno a MDN City
era particolarmente inclemente, suggerendomi di
indossare sopra l'abito il mio impermeabile beige e il
cappello (fa molto Tenente Colombo, col mio lavoro
non potevo certo rinunciarci).
Parcheggiai la mia auto davanti all'idrante e entrai nel
locale.
Le luci soffuse e l'atmosfera fumosa, unite all'odore dei
liquori diffuso nella sala, mi accolsero come dei vecchi
amici.
Andai verso il bancone e mi accomodai su uno
sgabello:
"Buonasera Harmand, il mio solito."
"Subito PDF", rispose il barista, e mi versò un
generoso bicchiere di Long John.
Sorseggiai il whisky con piacere.
L'orchestra suonava "April In Paris", e solo dopo
qualche minuto mi accorsi che la voce cantante non
era di Cherry, la starlet del Café.
La guardai intensamente, era stupenda!
Capelli biondi, occhi verdi, tutta curve come l'Orientale
Sarda (seguite il mio consiglio, quella strada non fa per
voi), un abito mozzafiato con spacco e scollatura che
quasi si univano all'altezza dell'ombelico.
Harmand, da bravo
baristaficcanasochesitrovasemprenelledetectivestories
notò subito il mio interesse.
"Ehi, PDF, che ne pensi di Valentine? Bel bocconcino,
eh?" ammiccò.
("Decisamente una gran bella manza!" pensai)
"Harmand, lo sai che sono già impegnato con Cherry."
"Eh... uh... PDF, non so come dirtelo, ma... sai come è
fatta Cherry, no?"
"Non dire niente, fammi indovinare... è fuggita un'altra
volta con Mario, vero?"
Harmand mi guardò con rassegnazione e
comprensione.
("Al diavolo Cherry!", pensai, "che se ne vada pure a
scopazzare con quell'ipertricotico pizzaiolo napoletano!"
constatando purtroppo con tristezza che ora ero un
detective solo, e un detective non è tale se non ha una
bella topolona al suo fianco)
" Parlami un pò di questa Valentine, Harmand."
" PDF, penso che fra poco avrai l'occasione di
parlarci tu stesso" e aggiunse sottovoce "ti sta
guardando!"
Mi girai.
La canzone era appena terminata, e Valentine stava
effettivamente guardandomi. Seguii il suo sguardo, lei
notò subito il gonfiore nella tasca destra dei miei
pantaloni (dovuto al portafogli) e il gonfiore nella tasca
sinistra (dovuto a qualcos'altro).
Valentine si inumidì le labbra con la lingua in maniera
sensuale, scese dal palco e si diresse ancheggiando
in maniera ipnotica verso di me.
Fu amore a prima vista!
"Ciao, bel moretto!" esclamò Valentine, e si sedette di
fianco a me.
("Bel moretto lo dici a soreta!" pensai)
"Che fai qui tutto da solo?"
(cosa le dico? cosa le dico? pensai freneticamente,
cercando di inventare su due piedi una tipica cazzata
da investigatore privato)
"Just waiting for you, baby!" ("Stavo solo aspettando te,
bambina!" che schifo di avance)
Valentine rise in maniera semi-isterica.
"Harmand, un gin & tonic per la signorina..." (finsi di
non sapere il suo nome)
"Mi chiamo Valentine!" disse "E tu, bel moretto?"
Sorrise.
(e dalli! Questa è fissata col moretto!)
"Il mio nome è PDF, P.I." dissi con classe.
Valentine spalancò gli occhi e strillò: "Ma daaai! Sei un
investigatore privato! Che ficooo!"
La gente che affollava il locale si girò a guardarci.
(grazie Valentine, adesso lo sanno anche nelle città
vicine)
"Mica tanto fico, di questi tempi non faccio altro che
recuperare cani e gatti smarriti e cercare prove di
cornificazione da parte di mariti farfalloni e mogli
insoddisfatte. Ok, il lavoro rende, ma non è questo ciò
che cercavo..."
"Sai, io penso che il tuo lavoro sia molto interessante,
molto SEXY!" disse sensualmente Valentine, e mi
passò una mano fra i capelli, mentre il gonfiore nella
mia tasca sinistra aumentava inesorabilmente.
" Però ti capisco" disse, cambiando tono
all'improvviso, "Anch'io ero destinata a qualcosa di
meglio di questo lavoro, sai, dovevo andare a
Broadway!"
(Sì, certo...)
"Le rose più belle spuntano sempre nei giardini più
reconditi" dissi (un'altra cazzata del genere e non avrò
più il coraggio di farmi vedere da queste parti)
Lei mi sorrise teneramente.
Valentine bevette il suo gin & tonic e mi disse: "Ora
devo andare, bel moretto (...), la prossima canzone la
dedicherò a te! See you!", mi baciò all'angolo della
bocca e uscì sculettando fuori dal Café.
I pantaloni mi si strapparono, e si sentì un botto sordo
sotto il bancone del bar.
Non ero mai stato così eccitato in vita mia!
(Harmand, vedi di pulire là sotto, è pieno di
chewingums)
Lascia il New Orleans Jazz Café verso le 3, e mi diressi
a prendere l'auto.
Al colmo della sfortuna un poliziotto era intento a farmi
la multa per aver parcheggiato davanti all'idrante.
"Scusi, è sua quest'auto?" chiese
("ma non hai niente di meglio da fare a quest'ora del
mattino?" pensai)
"Si, guardi, non è come pensa lei, l'idrante non c'era
quando ho parcheggiato..."
"Qual'è il suo nome?" disse, scribacchiando su un
taccuino.
"Bel morett... no scusi, volevo dire PDF, P.I." aggiunsi
con classe.
"Che lavoro da sfigato!" aggiunse sardonicamente il
poliziotto (sarai furbo tu, che vai a fare multe alle 3 del
mattino!), "okay, ti voglio credere, per questa volta passi
ma che non si ripeta!"
Si girò e fece per andarsene, poi all'improvviso ci
ripensò. Purtroppo il mio dito medio era già alzato, lui
lo vide e mi guardò con rabbia.
E' proprio vero, il buongiorno si vede dal mattino.
FINE PRIMA PARTE
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Azz! Philip Marlowe in confronto a te era l'ispettore Closeau! Sei un mito! Ma che fine ha fatto il prof.Fegelmatz? Lo hai riportato a casa? In realtà lavorava per il governo? E sopratutto, dov'è adesso?E, cosa più importante, l'assassino è il barista Harmand (in assenza del maggiordomo)?
Non lasciare questi enigmi in sospeso, detective...prima o poi la matassa si sbroglierà e allora capirai i contorti arabeschi di questo caso così imbrigliato...
Piuttosto, ti serve un assistente? Tutti i detective con i controkatzi hanno un assistente! Lavoro anche aggratis, mi accontento di un paio di biondazze platinate (ce le avrai le biondazze platinate per le mani, no?). Ti mando il mio curriculum al più presto!
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Volentieri, due menti lavorano meglio di una!
Per le biondazze non c'è problema, basta chiedere ad
Harmand, che oltretutto è un informatore fidato.
Sei automunito? No? In tal caso dovremo chiedere al
signor
Masterra che ci presti una Corvette, una BMW, una
Mercedes SL2002 o un'utilitaria del genere... per le
armi non c'è problema, Cornetto P.I. mi regalò svariate
Magnum, te ne presterò una.
Non ricordo esattamente quello che accadde al Kamal
Ngrifat Hotel, so solo che mi risvegliai due mesi dopo
in un ospedale.
Apparentemente qualcosa era andato storto nel
laboratorio del dr. Fegelmatz, e un'esplosione aveva
raso al suolo l'intero hotel e gli edifici circostanti,
lasciando solamente un cratere del diametro di
duecento metri. C'erano altri sopravissuti oltre a me.
Me la cavai per miracolo, e l'assicurazione mi pagò 4
miliardi per la quasi totale ricostruzione della faccia
(adesso ho un'aria "vissuta" ).
Non mi volle però rinnovare la polizza, chissà perchè!
Sospetto che il disastro sia stato causato dalla sfera
che portavo con me, e che la suddetta avesse a che
fare proprio col dr. Fegelmatz, ma ora la faccenda si
complica ulteriormente.
Cornetto P.I. si è sicuramente squagliato (no, non è
fuggito, è passato a miglior vita), lo staff del dr.
Fegelmatz è stato decimato e lui è scomparso (i suoi
resti non sono stati ritrovati, si pensa che sia vivo e si
nasconda da qualche parte per paura di ritorsioni da
parte del governo di Al-Jida).
Dovremo ricominciare daccapo con le indagini.
Vieni nel mio ufficio, al n°17 di Baskerville Road col tuo
curriculum, sbrigheremo le varie scartoffie burocratiche
(moduletto di 60 pagine da compilare), faxeremo il tutto
al signor Masterra per i fondi lavorativi (è accozzato con
il governo...) e inizieremo subito a indagare!
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17 di Baskerville Road? Non è più consono il 227 di Baker Street (anche se un pò demodè?)?
Automunito? Ma certo, per chi mi hai preso, tutti gli assistenti hanno almeno la moto per darsi l'aria del tipo tosto!
Anche le armi, poffarbacco! Vuoi che un assistente non abbia con sè un paio di colt Python? (la 44 magnum fa troppo poliziottazzo ammerecano, e il magnum ha un basso potere d'arresto )
Verrò al più presto in ufficio (ci sono le orchidee? Se non ci sono le orchidee non se ne fa nulla!).Ho un curriculum che Hercule Poirot al confronto sembra l'agente Zero della Settimana Enigmistica.Tzè, dilettanti!
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Il mattino portò con sè un'alba insolitamente luminosa
per MDN City.
Il sole spuntò brillante dal mare, illuminando il
lungomare e i distanti grattacieli del quartiere di
Stampeace, che risplendettero come cristalli
multicolori, portandomi un pò di calore e di conforto.
Viaggiare col finestrino aperto all'alba, il vento fresco
che ti scompiglia i capelli, è una sensazione che trovo
veramente rilassante.
La notte è passata in fretta, fra tentativi di corruzione
per quel deficente di poliziotto al sabotaggio del carro
attrezzi, ed ho ottenuto quel che volevo, la mia Porsche
è ancora con me!
Il poliziotto, invece, si scoprì essere il figlio di un
dipendente del signor Masterra, e dovetti evitare che mi
chiedesse scusa pulendomi le scarpe con la
lingua (okay, visto che non ho voglia di far passare dei
guai a tuo padre, penso che chiuderò un occhio,
merdaccia... - oh, grazie! Come è umano lei! Mi si sono
intrecciati i diti!)
Purtroppo le soddisfazioni come questa non danno da
mangiare, quindi ora mi ritrovo a organizzare la ricerca
del dr. Fegelmatz con un bel pò di sonno arretrato.
Mi tocca per giunta andare dal fioraio a comprare delle
orchidee per il mio futuro assistente, mah!
Io nell'insalata preferisco la lattuga, ma i gusti sono
gusti.Lasciai l'auto presso Matlock Street (lì vicino
viveva un mio amico di vecchia data) e mi incamminai
verso la vetrina aperta del negozio di fiori.
Wally Pusceddu è sicuramente il migliore fioraio della
città.
"Salve PDF, come va?"
"Non c'è male, Wally." risposi "Avresti delle orchidee?"
"Me ne sono rimaste una decina, di vari colori, in questi
giorni c'è un tipo che me le acquista quasi tutte, sai, un
tuo collega..."
"Capisco, confezionami pure le orchidee rimaste,
dovrebbero andare bene." dissi, dandogli trenta
mdndollari.
Presi i fiori, li annusai e li esaminai con sguardo
critico... no, ancora preferivo la lattuga!
Mentre ero impegnato in questi costruttivi pensieri,
sentii arrivare una persona di fianco a me, i
caratteristici passi provocati da una donna che indossa
scarpe coi tacchi alti.
Mi voltai di scatto.
"Valentine!" mormorai incredulo.
" PDF! Qual buon vento! Cosa fai qui?"
Senza rendermene conto, tenevo il mazzo di fiori teso
davanti a lei.
" Per me? Oh, PDF, che gentileee!" e prese i fiori.
(no, quella è l'insalata per Anarkist... troppo tardi.)
"Figurati, un pensierino"
"Ma come hai fatto a sapere che sarei passata di qui,
stamattina?"
(urge un'altra cazzata da P.I.)
"Il mio intuito da detective mi ha aiutato a trovarti."
dissi, con aria poco convinta.
Valentine mi guardò con i suoi occhioni da cartone
animato giapponese e mi disse:
"Ascolta, bel moretto (ma è un vizio!), ho un problema e
solo tu puoi aiutarmi (questo sì che è un cliché da
detective story!), potrei parlarne con te nel tuo ufficio,
stasera, verso le 8?"
"Oh, ma certo!" dissi con aria fin troppo entusiasta, e le
porsi il mio biglietto da visita con indirizzo.
Lei lo prese, lo guardò e salutandomi disse:
"Arrivederci, bel moretto!" (ma li leggi i biglietti da
visita?)
La guardai mentre, ancheggiando gloriosamente, si
allontanava lungo la via...
Wally aveva ascoltato l'intera conversazione.
"Ehi, PDF!" disse con un tono d'intesa e facendo una
marea di smorfie "Coddongiu ammerì, eh?"
(si trombeggia stasera, eh?).
"Modestamente..." risposi, e con una mossa da vero
latin lover mi alzai il bavero dell'impermeabile e iniziai
una camminata stile "chi è meglio di me?".
La camminata finì prestissimo in maniera imprevista.
Ma i padroni dei cani non sanno che esiste la paletta e
il sacchettino?
Diavolo!
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La sera scese dolcemente sui grattacieli di MDN City, e
un vento gentile portava con sè gli odori della
primavera.
(ma non era inverno? al diavolo, le stagioni sono
completamente impazzite!).
Seduto alla scrivania, dondolandomi sulla mia poltrona
in pelle nera con schienale alto, attendevo con
impazienza Valentine. Erano già le 19:30, ma mettevo
in conto almeno altri tre quarti d'ora, si sa, le donne
impiegano tempo a truccarsi e a gingillarsi con i
vestiti...
All'improvviso uno schianto alla porta mi fece perdere
l'equilibrio dalla sorpresa e rovinai a terra con la
poltrona trascinandomi dietro una cassettiera alla
quale tentai di aggrapparmi.
Una donna chiedeva aiuto e bussava freneticamente
alla porta del mio ufficio.
Memore di tutti i detective movies visti alla TV, saltai
oltre la scrivania, travolgendo la mia lampada da lettura
verde e la collezione di fumetti di Dick Tracy, atterrando
vicino allo schedario e provocandomi varie contusioni.
Aprii la porta e Valentine mi cadde fra le braccia.
" PDF, aiutami, ti prego, stanno tentando di uccidermi!"
mi disse fra le lacrime.
"Stai tranquilla, fiorellino," dissi con finto coraggio "me
ne occupo io!"
Impugnai la mia fida Magnum, che tengo sempre in
una fondina sottoascellare, e per precauzione anche
una Beretta 9mm regalatami dal poliziotto di ieri sera,
che non sapeva come sdebitarsi per il mio silenzio, e
sbirciai con cautela fuori dall'ufficio.
In fondo al corridoio c'era qualcuno, o, per meglio dire,
qualcosa. Lo guardai con orrore, era una sorta di polpo
dotato di un paio di gambe umane. Mi fisso con i suoi
occhi vitrei ed emise un ringhio gutturale.
Sparai con entrambe le pistole prendendo una mira
approssimativa. La creatura emise un urlo disumano
(appropriatamente disumano, direi) e fuggì, lasciando
a terra una delle sue appendici.
Il gatto del vicino stava per approfittarne, ma fui più
veloce e con un calcio lo spedii dentro lo scarico
della spazzatura, impadronendomi del tentacolo.
Rientrai in ufficio, misi il tentacolo nel frigorifero e
presi un bicchiere d'acqua per Valentine che,
visibilmente scossa, stava seduta sul pavimento.
"Valentine, chi o cosa era quello lì?" le chiesi.
"Non so, PDF, penso però che abbia a che fare con
questa." e mi porse una sfera traslucida contenente un
liquido nero.
In un attimo rivissi il mio passato recente, i miei ricordi
prima dell'esplosione, le mie indagini, l'esplosione al
Kamal Ngrifat Hotel...
Il telefono squillò. Alzai la cornetta e feci per
rispondere, ma subito una voce disse: "Hai appena
incontrato il facocero. Lascia perdere questa faccenda
o ne andrà di mezzo la tua amichetta."
La persona all'altro capo della linea riagganciò
immediatamente.
"Valentine, dove hai preso questa sfera?" chiesi.
"Vedi, PDF, l'ho ricevuta alcuni giorni fa da un tizio con
un impermeabile rosso fuoco che mi ha chiesto di
contattarti e di darti questo strano oggetto." la prese in
mano e iniziò a farlo rimbalzare a terra.
"Attenta!" gliela strappai di mano e la misi in una
cassetta blindata "l'ultima volta che ho avuto a che fare
con un oggetto simile, è esploso cancellando un
quartiere residenziale di una città!"
"Oh, scusami!" arrossì "Vedi, io ti ho cercato per tutti i
locali che sei solito frequentare, informandomi dai
baristi (grazie Harmand, ti devo un favore!), ti ho cercato
anche al King Basuccu's Club, ma non c'eri.
Sono stata fortunata a incontrarti ieri sera! (e chi non lo
è? Modestamente sono il più fico sulla piazza, baby!)
"Ti prego PDF, non me la sento di stare da sola
stanotte, posso restare con te?
Saprò sdebitarmi come si deve!"
A quel punto, Valentine sfiorò un bottone di forma
esagonale all'altezza della vita.
Il suo abito si aprì e scivolò a terra, lasciandola lì, in
piedi davanti a me, come mamma l'aveva fatta!!!
La mia mandibola seguì la sorte del suo vestito,
rimbalzando però molto prima di giungere a terra.
Quasi soffocando nella mia stessa bava, farfugliai:
"Certo, Valentine, resta pure quanto vuoi! Arf!"
FINE SECONDA PARTE
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La notte passò splendidamente, ma a quel punto mi
chiesi come e quando sarei riuscito a recuperare tutto
quel sonno arretrato.
Sinceramente, dopo l'incontro con Valentine, non
mi importava più di tanto!!!
La luce iniziava a entrare dalla finestra, illuminando le
sagome dei nostri corpi sotto le lenzuola.
Valentine si svegliò e si rannicchiò affettuosamente
contro di me, e io le accarezzai il viso.
" PDF, stanotte ho veramente visto le stelle stando
assieme a te," mi disse teneramente "il tuo telescopio
è veramente bellissimo!"
Mi alzai dal letto e con atteggiamento da macho mi
avvicinai alla finestra. Il telescopio era là, fissato al
davanzale col suo treppiede.
"Ti è piaciuto, vero?" dissi " Pensa che alcune notti si
riesce persino a vedere Alpha Centauri!"
"Ma no, bel moretto, parlavo dell'ALTRO TELESCOPIO!"
"Ah" risposi, e la guardai maliziosamente.
Valentine si alzò, si stiracchiò (con mio grande
piacere), indossò una delle mie giacche da camera
(con mio grande dispiacere) e andò in cucina a
preparare la colazione.
Io mi appoggiai al davanzale e pensai a come la vita
può cambiare improvvisamente da un fiasco totale a
una meraviglia senza pari.
Valentine rientrò in camera con due tazze di caffè
fumante e me ne porse una.
"Ascolta fiorellino," le dissi "siamo in guai grossi."
Lei mi guardava attentamente.
"Vedi, la sfera che ti è stata data da quel tipo con
l'impermeabile rosso è sicuramente in relazione con la
scomparsa del dottor Fegelmatz..."
"Cosa c'entra mio zio?" mi interruppe Valentine.
"COSA C'ENTRA CHI?" urlai.
"Il dr. Fegelmatz è mio zio, io sono sua nipote, la figlia
di suo fratello, afferrato?"
La mia mandibola scivolò nuovamente a terra dalla
sorpresa. Oramai stava diventando un'abitudine.
***********************SUSPENCE!***********************
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Arrivai in ritardo all'appuntamento con il mio futuro capo. 200 kg di moduli per l'assunzione, mutua, assicurazione, contributi pensione e altro non sono tanto facili da trasportare con il vespino (acc...chissà se me la fa valere come mezzo di trasporto). Era ormai notte inoltrata quando entrai nel portone del 17 di Baskerville Road...
L'aria era sospetta.E quella strana poltiglia in putrefazione nel bidone della spazzatura non aveva solo un'aria sospetta.Il gatto che cercava di agguantare quello che rimaneva di un tentacolo aveva un'aria addirittura comica. Chissà che razza di dieta facevano in quel palazzo.Salii le scale.
Vidi la porta. " PDF Private Eye". Professionale. Feci per bussare ma mi resi conto che era socchiusa. Qualcosa non andava.Sfoderai la Python governativa ed entrai di soqquatto.Un vestito di donna in terra. Scarpe e calzini da uomo buttati in imprevedibili posti. Da una stanza chiusa, gemiti e urla femminili. Ehi, il mio futuro capo aveva parecchio straordinario! Pazienza, il colloquio era palesemente saltato.Lasciai i moduli d'assunzione da qualche parte in ufficio e misi un appunto sulla scrivania prima di andare via.
Stavo cercando di avviare il vespino quando lo vidi.Un'ombra nella notte.Due occhi fin troppo curiosi.Scattai con una mano sulla fondina e un'altra sul manubrio. Improvvisamente accesi i fari e lo illuminai. "No, grazie, non mi sevono depliant sulla Bibbia.No, grazie sono ateo".Una spia. Iniziò ad avviarsi con fare indifferente verso un portone lì vicino.Dietro ad un muretto, iniziavo la mia prima impegnativa notte di lavoro......
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Considerati i recenti sviluppi, decisi di accompagnare
Valentine alla villa del signor Masterra.
Lì sarebbe stata al sicuro, protetta da qualsiasi
minaccia esterna dai sistemi di difesa automatici fatti
installare dal vecchio (missili e cannoni antiaerei,
mine, automi da combattimento, cani da guardia
mostruosamente grandi e il terribile maggiordomo
Huggins, veterano delle ultime 6 guerre mondiali,
capace di decapitare un uomo con un semplice
sguardo.
Particolare non trascurabile: il signor Masterra è
decrepito e Huggins è dell'altra sponda: sì,
decisamente Valentine sarebbe stata al sicuro!
Alla vista della immensa villa, collocata in cima a
Brut Air, il quartiere "in" di MDN City, Valentine squittì
di piacere.
"Bel moretto! Che meraviglia! Non sapevo che tu
vivessi in una reggia simile!" disse, e mi guardò
adorante.
"Fiorellino" le dissi con una piccola, patetica bugia "è
solo la mia casetta di campagna! Un giorno ti porterò a
vedere il mio grattacielo con terrazza, pensa, si può
vedere l'Irlanda da lassù!" (sono finito, sono finito!)
Entrammo nel parco privato della villa, controllati a vista
dagli automi T5000, dall'aria fredda e impassibile,
passammo il campo minato e parcheggiammo l'auto
davanti alla scalinata d'ingresso.
Due uomini avanzavano lentamente verso di noi
attraverso il prato verde del campo da golf, talmente
grande che il numero di buche è tutt'ora sconosciuto.
Uno di loro era Huggins, l'altro, sdraiato su una barella
motorizzata all'interno di una tenda ad ossigeno
ricamata di diamanti rosa, era il signor Masterra.
"Buongiorno PDF" disse Huggins "Come mai da
queste parti?"
"Salve Huggins, salve mr. Masterra, vi presento la
signorina Valentine, la nipote del dr. Fegelmatz!"
Gli stanchi occhi del signor Masterra si illuminarono,
egli afferrò l'avambraccio di Huggins e lo portò verso di
sè, sussurandogli qualcosa all'orecchio.
"Il signor Masterra" disse Huggins "vorrebbe sapere
come sta la sua piccola Valentine, e se è felice per il
pony che le ha regalato."
Valentine lo guardò stupefatta.
"Zio Homir!" strillò "Sei proprio tu! Come sei cambiato!"
Al mio sguardo interrogativo, Huggins si avvicinò e mi
confidò che Valentine era stata da piccola amica della
figlioletta del signor Masterra, tragicamente scomparsa
15 anni prima nella rete di luna park sotterranei della
villa.
Il signor Masterra aveva trattato Valentine come una
figlia, contendendo quel pony al Principe di Galles, ora
ridotti entrambi a fettine.
(Bene! pensai, il vecchiardo è lo zietto acquisito di
Valentine, un punto a nostro favore)
Illustrai la situazione a Huggins, che mi fissava col suo
solito sguardo ambiguo (meglio tenere una distanza di
sicurezza, non si sa mai...) e chiesi ospitalità per
Valentine. Huggins parlò brevemente aI signor
Masterra e il vecchiaccio mi fece cenno di avvicinarmi.
Con forza inaspettata mi afferrò una mano, quasi
stritolandomela, e mi sussurrò con voce rauca:
"Valentine è la benvenuta fra noi, PDF... coff, coff... ci
prenderemo cura di lei!"
Ringraziai e feci per andarmene, ma il vecchio
cacasoldi mi trattenne ulteriormente la mano e mi
disse: "Sarai ricompensato per questo, amico mio!"
(AMICO MIO? Ma se mi hai sempre trattato come un
sacco di monnezza!)
Sorrisi cortesemente, sradicai la mia mano dalla sua,
salutai la dolce Valentine con un lungo bacio
appassionato (sotto lo sguardo schifato di Huggins),
presi la mia Ritmo sovralimentata (la Porsche era del
vecchiardo, ho dovuto lasciarla lì) e mi allontanai nella
calura del meriggio.
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Giunsi nel mio ufficio sfinito, madido di sudore.
Valentine mi aveva spremuto fino al midollo, il sonno
arrretrato galoppava nella mia testa come un
battaglione di cavalleria e il caldo mi aveva appena
assestato il colpo di grazia.
Mi tolsi l'impermeabile, ormai ridotto a uno straccio
(un detective non può MAI separarsene, per questo ne
ho una settantina di ricambio nell'armadio) e,
barcollando, feci per gettarmi a peso morto sul divano
quando notai un voluminoso pacco sopra di esso.
"Acc, una bomba!" pensai subito e, con cautela,
controllai che non ci fossero fili di nylon che
fuoruscivano dallo scatolone. Niente! Allora un timer
all'interno, o un semplice dispositivo a molla o sensore
di movimento...
Muovendomi con cautela, aprii un cassetto della
scrivania e ne estrassi la mia XrefleX, una macchina
fotografica a raggi X e sviluppo istantaneo (presa in
prestito dal vecchiaccio), inquadrai lo scatolone e...
click! Vrrrrr...
La foto mostrava l'interno dello scatolone
completamente bianco, segno di una sicura
schermatura antiraggi.
Memore delle lezioni di disinnesco ordigni datemi da
Cornetto P.I. buon'anima (di panna), decisi di utilizzare
la tecnica n°3, molto sofisticata: sperando nella fortuna,
sferrai un calcione alla scatola, che volò fuori dalla
finestra e precipitò in strada.
Mi gettai a terra, e attesi l'esplosione...
Nulla! Ma che...?
Mi sporsi dalla finestra e vidi uno strano spettacolo:
una nuvola di fogli di carta che piroettava al centro della
via, causando l'ilarità dei bambini che giocavano a
palla nei pressi.
Uno dei fogli, spinto dal vento, entrò dalla finestra del
mio ufficio e si posò sul pavimento.
Lo raccolsi e lo lessi: Domanda di assunzione -
oggetto: assistenza studio investigazioni private PDF -
Curriculum Vitae - Anarkist... "Oh ca**o!"
"Bambini!" urlai dalla finestra "chi mi riporta tutti i
fogli avrà un "vero" attestato di P.I. da appendere al
muro!"
"Ma vacagare!" fu la gentile risposta dei fanciulli, che
ripresero a giocare allegramente a palla.
Non per molto.
Il pallone di cuoio descrisse un arco nel cielo,
impugnai la 92S e i miseri resti del balocco atterrarono
al centro della strada. I ragazzetti mi guardarono basiti,
raccolsero ciò che restava del pallone e si ritirarono in
buon ordine, per non tornare mai più.
"Ah, le soddisfazioni che dà questo lavoro!"
Mi stravaccai sul divano e piombai in un sonno senza
sogni.
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I rumori del traffico dell'ora di punta mi svegliarono la
sera, le luci della città illuminavano la stanza coi colori
dell'arcobaleno.
Mi alzai dolorante dal divano e accesi la luce.
L'ufficio era un vero disastro, gli effetti della notte
passata con Valentine erano ancora ben visibili.
Iniziai di mala voglia a riordinare, quando notai un
foglietto sulla scrivania, vicino al tagliacarte.
Lo presi e lo lessi :
"King Basuccu's Club, ore 23. Anarkist"
Un messaggio del mio futuro assistente, come avrà
fatto a entrare qui dentro? pensai, per poi ricordarmi
che ieri notte avevo tutt'altri pensieri per la testa per
potermi ricordare di chiudere la porta!
Mi preparai un whisky on the rocks
(ghiaccio, non rocce) e mi sedetti a pensare.
"E ora come faccio a dirgli dei moduli?"
Avrei dovuto utilizzare il solito sotterfugio.
Presi il telefono, composi un numero particolare e
attesi.
" Pronto?"
" Pronto, Jack, sono PDF, come va la vita?"
" PDF! Da quanto tempo! Sto bene grazie! Come mai
questa telefonata?"
"Ascolta, ho un piccolo problema, vorrei sapere se puoi
aiutarmi..."
"Dipende dal problema."
"Sai, sto per assumere un assistente per la mia
impresa, un tale Anarkist, ma, vedi, i moduli per
l'assunzione sono andati perduti e non vorrei che fosse
costretto a compilarli daccapo..."
"Non dire altro! Sistemiamo tutto al solito modo?"
"Te ne sarei veramente grato!"
"Non dirlo nemmeno per scherzo, sono io che ti
ringrazio!"
"Va bene, allora ci sentiamo presto!"
"Ok, si bieusu (ci vediamo)!"
L'indomani il fascicolo di Anarkist mi sarebbe stato
recapitato all'ufficio e, quasi contemporaneamente, un
porchetto arrosto e un paio di bottiglie di malvasia si
sarebbero trovati sulla tavola di uno dei più influenti
burocrati della città.
Mentre mi recavo a piedi al King Basuccu's Club,
pensavo a come è semplice risolvere certi problemi.
"La pappatoria muove il mondo", mi diceva sempre
Cornetto P.I.
Aveva proprio ragione, that's the way it is!
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Le luci soffuse del King Basuccu's davano una briciola di sollievo alla mia emicrania divorante.12 ore di appostamenti continuati per origliare rosari e preghiere senza significato...o almeno era quello che volevano farmi credere. Avrò bisogno di un bel pò di tempo per trovarne il codice segreto, chissà quante informazioni mi volevano tenere nascoste in quel sinistro anfratto malcelato da sala preghiere.Probabilmente il mio futuro principale avrà un bel da fare.Ottimo biglietto di presentazione.
" Barman, il solito!" , sussurai annoiato.
Mentre sorseggiavo il mio latte di mandorle corretto con soda (bevanda tipica da detective privato) lanciavo qualche occhiata qua e là, alla ricerca di indizi.Ogni tanto la porta si apriva per far entrare coppiette che dovevano avere una storia così interessante da raccontare che quasi mi vergognavo del fatto che non me ne fregava una ceppa.Belle gnocche però.Mentre aspettavo di fare l'incontro determinante per la mia carriera ripassavo mentalmente le mie frasi a effetto da detective privato ("minimo sindacale? Io ti denuncio!", " Vai un pò a parlare a quel branco di dilettanti all'FBI, vedrai che significa "curriculum convincente"", "Il dottor Mengele? Tsè, per forza non lo hanno ancora trovato, l'ho ridotto a brandelli cosi' piccoli che già è tanto che se ne ricordano il nome!" ). Dopo una decina di minuti ogni volta che la porta sbatteva mi veniva un groppo in gola e sobbalzavo dallo sgabello.Macchè, coppiette.Una mezzora dopo mi venne il dubbio. "Ehi, barman, ma che catzo ci fanno tutte stè coppiette in questo locale? Ma il Basuccu's non era un night club per detectives e gente tosta?"
"Oh, cavo, ma questo non è il Basuccu's, questo è il Ved Heaven, il pavadiso degli scambi di coppia!Il Basuccu's è all'altvo angolo della stvada, ha l'insegna più piccola e non si nota...piuttosto, ho notato che sei entvato da solo...aspetti qualcuno? Se vuoi quando finisco il tuvno posso favti compagnia io, bel detectivuccio..."
Spaccai il bicchiere con una sola stretta di mano. Incubi ancestrali iniziarono a infestare la mia mente.Guardai l'orologio...15 minuti di ritardo...
"MACRISTOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!" urlai mentre mi scaraventavo grossolanamente fuori dalla porta.Decisamente Nero Wolfe non sarebbe stato fiero di me.E neanche PDF.
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Arrivai al King Basuccu's Club verso le 22:55.
La statua decorativa del locale, una dea Mater
preistorica grande quanto il frontale di un TIR collocata
di fronte all'ingresso mi presentò come al solito i suoi
enormi, granitici seni a punta.
Ah, quando vedevo quella statua le reminiscenze delle
mie origini si facevano sempre più forti, ricordavo
l'infanzia trascorsa a Shardan, pestandomi con i miei
compagni di scuola a ogni pié sospinto, i furtarelli alla
Stazione Marittima e all'aeroporto militare, le notti
passate in mezzo alle carcasse dei Backfires, le
ristrettezze del 5° dopoguerra... poi il signor Masterra
mi adottò e divenni il suo pupillo.
Mi faceva lavorare come una bestia, è vero, ma
se ora sono quello che sono lo devo in massima parte
a lui, maledetto vecchiaccio! (pensai affettuosamente)
Mentre ricordavo con malinconia la mia vita passata,
una figuretta femminile entrò nel locale.
La riconobbi all'istante, era Cherry!
I suoi capelli rosso fuoco ondeggiavano come le
fiamme di un incendio inestinguibile, e i suoi
affascinanti, diabolici occhi verdi mi squadrarono da
capo a piedi, come lei era solita fare quando mi
incontrava.
"Salve, Cherry." dissi con malcelata indifferenza
"Come stai?"
Cherry mi lanciò uno sguardo di disprezzo, fece una
smorfia con le labbra emettendo un verso stizzito e si
diresse verso la porta laterale destra.
In quel momento la porta principale si aprì
violentemente e un tizio entrò di corsa nel locale.
Evidentemente era la sua prima volta al King B., perchè
andò a sfracellarsi direttamente contro la statua della
dea Mater, sfondando altresì un vaso di fiori poco
distante con gran fracasso.
La statua si inclinò pericolosamente di lato,
agganciando lo strascico dell'abito di Cherry. La
poverina, vistasi in pericolo, scattò in avanti, restando
con la sola biancheria intima addosso, in mezzo al
locale sotto lo sguardo deliziato dei clienti del King B. e
del barista!
Seguirono urla laceranti da parte di Cherry, risate,
confusione e viavai agitati. Cherry recuperò il suo abito
in maniera molto goffa e corse in uno stanzino a
rivestirsi.
Caspita, dovevo proprio ringraziare quel tipo!
Era seduto a terra, appoggiato con la schiena alla dea
Mater, e si tastava il naso con aria preoccupata.
Lo presi per un braccio e l'aiutai a rialzarsi.
"Ehi, amico, tutto bene? Niente di rotto?"
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Il primo caso dell'ispettore Dirk Tracy:
Oh, solo una banale contravvenzione
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-Catzarola, amico, spero di non aver interrotto niente di importante!- Bene, avevo infranto ogni minima regola del codice di comportamento del detective.Ma quale perverso coglione psicopatico poteva mai avere avuto l'idea di mettere una statua preistorica nell'atrio di un maledetto night?Bah! Il tipo che mi aiutò a rialzarmi doveva averla presa sportivamente, se non aveva finito di fracassarmi quel poco che rimaneva del mio setto nasale.-Mi spiace, sono in ritardo ad un appuntamento, e non guardavo dove mettevo il naso.Senti, io vado al banco, mi serve del ghiaccio.Se non hai problemi con la tua donna vorrei offrirti da bere per farmi perdonare, appena avrò concluso i miei affari qui. A proposito, forse puoi aiutarmi.Sto cercando qualcuno.Fa il detective.Un tipo tosto.Si chiama Pugnodiferro, dev'essere un pezzo grosso da queste parti.Lo conosci?-
Dalla sua faccia e dalla divertita risata che si fece il tipo, dedussi che quella non sarebbe stata la mia serata peggiore...almeno speravo...
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"L'hai trovato!" dissi con aria da detective (SONO un
detective, per la miseria!) "E tu devi essere Anarkist, se
non erro..."
Egli annuì sorpreso, ancora tenendosi il naso.
"Vieni nella VIP lounge, potremo parlare senza essere
disturbati... Ray, la borsa del ghiaccio!" (c'era sempre
una borsa del ghiaccio pronta al King B., per coloro che
incontravano la dea Mater)
La VIP lounge era il settore riservato dei clienti più in
vista del King B.: arredata con lusso, era praticamente
un duplicato della sala principale, solamente molto più
gradevole e confortevole. I tavolini erano in legno
massiccio e ci si sedeva su comodissime poltrone in
pelle.
Dopo le consumazioni inoltre, c'era un piccolo optional
gratuito... meglio lasciare che fosse una sorpresa.
La sala era praticamente deserta, i clienti arrivavano di
solito molto più tardi, dopo una serata di bisboccia, alla
ricerca di un rifugio sicuro dove recuperare le forze per
trascinare le loro stanche membra fino a casa.
Ci accomodammo al tavolo centrale e Ray portò subito
la borsa del ghiaccio. Anarkist la prese e la appoggiò al
naso con sollievo.
"Ray, portami il solito, anzi no, portane due, il ragazzo
deve dimostrare di gradire il cocktail del detective!"
dissi con un sorriso malefico, mentre Anarkist mi
guardava perplesso.
Mentre stavo ordinando, un tipo vestito con un completo
grigio scuro entrò nel locale e si sedette a una certa
distanza da noi. Era Dirk Tracy, l'ispettore del VII
dipartimento di Polizia. Vuoi vedere che quel bastardo
di poliziotto me l'ha spedito contro nella speranza di
vendicarsi dell'umiliazione subita?
Boh, meglio far finta di niente...
Ray portò due bicchieri flute colmi di un liquido scuro,
simile alle bevande a base di cola annacquate.
Presi il mio cocktail e lo sorseggiai con noncuranza...
Anarkist prese il suo e mi imitò, ma il suo viso lo tradì.
Con un paio di colpi di tosse mi chiese: "Argh! Ma che
diavolo è questo? Fuoco liquido?"
"Quasi" risposi "1 parte di cola, 4 parti di acquavite di
vino, schiarisce le idee, vero?" dissi con un sorriso.
Poco distante l'ispettore Dirk Tracy fingeva di leggere
un quotidiano, ascoltando attentamente la nostra
conversazione, e Cherry si apprestava a cantare una
canzone sul palco.
"Una sorta di Cuba Libre molto più forte, quindi" disse
Anarkist
"Già. Parlami un pò delle tue referenze, e di come mai
vorresti fare questo lavoro..."
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-Come mai voglio fare il detective? E'una lunga storia. Lunga e triste.
Avevo 18 anni, e un sacco di fumetti. Pensa te, avevo il numero 1 originale di Batman e tutta la serie completa del Detective Slater, che valeva un casino di soldi, tanti che non sapevo neanche di che parlasse il fumetto, perchè non lo avevo mai letto. Erano lì, sullo scaffale, cellofanati e sigillati sottovuoto. Fino al giorno del mio compleanno. La mia ragazza mi aveva regalato un numero fuoriserie rarissimo di Paperinik, dove il mio supereroe preferito dava la caccia ai Nazisti Comunisti Fricchettoni Eversivi di Saturno. Tornai a casa felice come un bimbo, ansioso di aggiungere quella perla alla mia collezione. Quando entrai in camera mia me ne accorsi. Tutte le buste di cellophane strappate, tutti i fumetti gettati in terra. Su ognuno di loro, sulla copertina di ognuno dei miei figli di carta c'era il terribile marchio di infamia del Bambino Grasso Appassionato dei Pokemon. La mia nemesi, il mio nemico ancestrale, lo Yang del mio universo aveva posto il suo sfregio sui miei protetti: la macchia fetida di olio delle patatine di mcdonald colava beffardamente dalle sacre pagine dei miei gioielli. Urlai. E piansi. Piansi e urlai finchè non mi accasciai in terra. Quando rinvenni, il vecchio Anarkist era morto,insieme a tutto il suo mondo, e dalle sue ceneri stava per sorgere Anarkist, Detective Privato,per sempre votato alla caccia del Male. Scusa, ho bisogno di un altro drink-.
Mentre PDF faceva un cenno a quel tipo, Ray, vidi un'aria incuriosita sul suo volto. Beh, almeno non lo avevo annoiato con i miei deliri.Presi il bicchiere, mandai giù un sorso (che schifo! come si faceva a bere cola annacquata nel vino? Mah! cerchiamo di non sfigurare!) e proseguii.
- Referenze, dici. Beh, non ho certo salvato il mondo. Però ci ho provato.Qualche anno fa mi misi sulle tracce della P. I. K. A. C. I. U., un'organizzazione terroristica internazionale no profit che mirava a destabilizzare l'ordine mondiale inserendo sul mercato una serie di cartoni animati di infima qualità, basati su improbabili eroi giapponesi invincibili alle prese con altrettanto improbabili invasori alieni sempre più forti che però riuscivano puntualmente a sconfiggere. Devastante. Milioni di bambini ne caddero vittime. Ma da solo non potevo fare niente. E'successo tante altre volte. Non sono un professionista.Per questo devo imparare. Per questo mi sono rivolto a te. Devo diventare il migliore. Altrimenti il Bambino Grasso la farà sempre franca, in barba alla Giustizia. Devi assumermi.Solo così potrò salvare intere generazioni di bimbi, ignare prede del Male. E poi i detective sono notoriamente pieni di belle gnocche. Cosa ne dici? Sono dentro?-
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Mi appoggiai allo schienale della poltrona, assumendo
un'aria pensierosa.
Anarkist sorseggiava con espressione forzata il suo
drink (la prima volta non piace mai a nessuno, ma alla
fine non se ne può fare a meno, tutto il resto sembra
acqua)
Egli non lo sapeva, ma quel drink gli avrebbe salvato la
vita molte volte in futuro, quando avrebbero tentato di
ubriacarlo per renderlo inoffensivo.
"Ah, ecco che arriva l'optional della serata..." dissi,
mentre un paio di ragazze generosamente attrezzate da
madre natura si apprestavano a massaggiarci il collo e
le spalle.
Anarkist non lo sapeva, e quando la ragazza gli toccò il
collo con le mani gelide fece un salto in su, quasi
rovesciando il tavolino.
"Ma che caz..."
"Calma, è l'optional!" lo rassicurai.
"Ah" disse "Allora va bene."
Mentre le ragazze scioglievano i nostri muscoli
indolenziti, sospirammo e assumemmo un'aria
vagamente ebete, derivante dalla soddisfazione.
Questo tipo di optional stava procurando molti clienti al
King B.
"La tua storia è molto interessante" dissi "anche io ho
avuto a che fare con la P. I. K. A. C. I. U. molto tempo
fa, visto che insisteva a intromettersi negli affari di mr.
Masterra. A quanto pare volevano eliminare Huggins, il
suo maggiordomo tuttofare, per vendicarsi di un
mancato finanziamento che Masterra aveva ritirato
all'ultimo momento, essendosi accorto che il suo
denaro avrebbe promosso il lavaggio del cervello di
milioni di bambini innocenti.
Ci fu uno scontro a fuoco nella villa di Masterra, al
quale partecipò anche il tizio che tu chiami
Bambino Grasso.
Mai visto un essere più ripugnante, giuro!
Ne uscimmo vincitori solo grazie all'espediente di
Masterra, che insistette per collocare una torretta con
tre bocche da fuoco da 420mm sopra la villa.
Il lago che si trova nei suoi possedimenti è in realtà
uno dei crateri provocati dai proiettili che colpirono i
sicari della P. I. K. A. C. I. U.
Da allora ci lasciarono in pace, ma temo che siano
ancora in attività, e sicuramente non hanno dimenticato
l'affronto subito da mr. Masterra..."
Anarkist mi guardò incredulo.
"Okay, sei assunto!" dissi all'improvviso.
Alzai il bicchiere, che brillò alla luce della VIP lounge,
e dissi: "Alla nostra!"
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Uhmmmm...eh eh...yuk...decisamente gli optional del King Basuccu's non favorivano affatto la concentrazione.Per un attimo pensai che PDF voleva mettermi alla prova, prendendomi non per la gola ma per una parte del corpo ben più sensibile (o quanto meno voleva farmici prendere dalla patonzona dietro di me).Mi appellai a tutte le mie forze, riuscii a catalizzare i miei pensieri sull'argomento "alta finanza", e per almeno per una decina di minuti potei sostenere la conversazione.PDF invece non era più di tanto colpito dalle gentilezze della signorina che lo massaggiava. Feroce training autogeno...oppure la vita sessuale dei detective riteneva ordinaria amministrazione le promiscue attenzioni di cotante bellezze?
Comunque sia, ero assunto.L'alto livello ormonale nel mio sangue(per non parlare del'alcool) mi impediva di rendermi conto della svolta che stava per avere la mia vita. Dopo aver brindato con meno incredulità di quanto mi fossi aspettato, cercai di darmi un contegno e apparire professionale. Guardai il mio nuovo capo con lo sguardo più da detective che possedevo e sparai a sangue (quasi) freddo:
-Fegelmatz.Il prof.Fegelmatz. Sono entrato in possesso di alcune lettere di membri della PIKACIU, in cui veniva fatto questo nome.Dal poco che ho potuto capire si direbbe che fossero interessati al famoso scienziato.Non so perchè, non so chi, ma come saprai sono mesi che il professore non dà notizie di sè. 2+2 fa ancora 4, mi pare...-
L'accenno di sorriso che la simpatica "optional" procurava a PDF sparì improvvisamente. Poggiò nervosamente il bicchiere sul tavolo e iniziò a riflettere.Ottimo, pensai. Niente male come primi 10 minuti di lavoro. Forse sarei diventato un ottimo assistente.Dopo una trentina di secondi si alzò di scatto e sbottò:
-Devo assolutamente vedere quelle lettere!-
-Sono in un posto sicuro, in una cassetta di sicurezza dell'aereoporto.Ho le chiavi con me.-
-Andiamoci. Ora.-
Andò da quel Ray, gli allungò dei soldi, gli mormorò un paio di cose, mi prese per un braccio e mi trascinò fuori.
Decisamente un ottimo primo giorno di lavoro.
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Io e il mio neoassunto assistente avevamo una pista
da seguire, finalmente! Evidentemente avevo
sottovalutato laP. I. K. A. C. I. U. che, per vendetta, era
pronta a colpire anche gli amici meno in vista di mr.
Masterra (forse la fine di Eltsin... no, non può essere!)
Salimmo sulla mia Ritmo truccata e partimmo a tutta
velocità alla volta dell'aeroporto internazionale di MDN
City. La strada era insolitamente sgombra per l'ora di
punta, si vedevano solo rare automobili sfrecciare dalla
corsia opposta verso la città.
Anarkist si stava addormentando (non regge né alcool
né donne, dovrà abituarsi presto a entrambi, chiederò
ad Harmand di procurarcene un bel pò).
Un colpo di pistola e lo specchietto retrovisore del
passeggero che esplodeva in mille pezzi riportarono
bruscamente Anarkist allo stato di veglia.
Una enorme berlina nera con lo stemma della
P. I. K. A. C. I. U. ci stava inseguendo.
"Mannaggia!" disse "Ci sparano addosso!" e fece per
afferrare la sua Python, ma lo fermai.
"Aspetta, non ce n'è bisogno!"
Anarkist mi guardò come se fossi pazzo.
" Premi il pulsante giallo davanti a te, sul cruscotto."
"Quale, questo qui?"
"Esatto, quello con la scritta SCOOTER."
Anarkist premette il pulsante.
Il portellone posteriore della Ritmo si aprì di scatto e un
dispositivo a molla scagliò la carcassa di uno scooter,
da me appositamente preparata, dritta sul parabrezza
della berlina nera.
L'auto della P. I. K. A. C. I. U. frenò, sbandò e si
capovolse lungo la statale, riducendosi a un
informe ammasso di rottami in fiamme.
"Che ne pensi della mia trappola?" chiesi
"Niente male davvero!" rispose Anarkist, continuando a
fissare dietrò di sè i resti fumanti dell'automobile
nemica.
Poco dopo entrammo nell'aeroporto internazionale di
MDN City e lasciammo l'auto nel parcheggio privato di
mr. Masterra, dirigendoci poi a piedi verso l'ingresso
dell'edificio principale...
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Mentre ci dirigevamo verso l'ingresso, Anarkist mi
domandò perplesso: "Scusa, capo, ma l'ora di punta
non era già passata da un pezzo quando percorrevamo
la statale?"
"Non qui a MDN City" risposi per cammuffare l'errore
"Questa è una città dalla vita notturna, spesso le strade
vengono intasate dalle auto dei clienti di discoteche,
bar e nightclubs, stanotte siamo stati fortunati a non
trovare traffico!"
Poco convinto, Anarkist mi seguì attraverso l'ingresso
dell'aeroporto...
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Finalmente avevo iniziato la mia agognata vita da detective...il pericolo sarebbe diventato il mio unico compagno di viaggi, la morte avrebbe segnato per sempre ogni passo che avrei fatto... e forse finalmente si trombava!
Avevo ancora negli occhi l'azione, le sparatorie, le esplosioni, le urla della gente. Non lo reggevo affatto quello schifo di drink!
Feci appello alla mia lucidità e iniziai a percorrere con lo sguardo l'aereoporto.La solita gente che andava e veniva, le guardie di sicurezza, i piloti che scambiavano chiacchiere, le hostess bionde dal seno procace e dalle chiappe afrodisiache...le hostess...le hostess...le hostess...ehm, dicevo, cercavo con la memoria il reparto cassette di sicurezza. Indicai con un cenno del capo il posto.Il capo mi seguì mentre iniziavo a camminare. E mi seguì anche il capo.No, non lo reggevo proprio quel drink.
D'un tratto PDF mi fermò con un sommesso "Ehi!".
Mi girai.Due cultisti dell'Hare Khrisna, con collane di fiori, sonagli e un cestino con le offerte.Ridevano tra loro spensieratamente, come io non ero in grado di fare da tempo, ormai.Non notai subito il braccialetto di uno di loro.Vi pendeva un eloquente pupazzetto di Goku.
"CI STAVANO ASPETTANDO!!! E'UNA TRAPPOLAAAAAA!!!!!!"
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Sfoderammo contemporaneamente le armi e facemmo
fuoco verso gli Hare Khrisna.
I proiettili colpirono ripetutamente i due uomini, ma
essi caddero semplicemente a terra senza
riportare danni apparenti.
Probabilmente indossavano giubbetti in kevlar sotto le
loro tuniche colorate.
Uno di loro prese dal cestino un oggetto e lo lanciò
contro di noi, per poi fuggire a gambe levate.
Dannazione, una pokéball!
La fissammo, il terrore nello sguardo.
Con un lampo di luce, la pokéball si aprì e ne fuoruscì
una creatura ributtante: riconobbi facilmente il mostro
che aveva aggredito Valentine, il polpuomo tanto
gradito al gatto del vicino!
Un tanfo indescrivibile saturò l'aria in pochi istanti.
Il facocero mi riconobbe e, invece di attaccare, si mise
a inseguire i suoi variopinti padroni, aggredendoli a
morsi e lasciandoli cadaveri presso il check-in dell'Air
India.
Evidentemente la PIKACIU aveva dei problemi con le
sue bestiole! Tanto meglio per noi!
Le guardie armate dell'aeroporto lo eliminarono con
difficoltà solo alcune ore più tardi, mentre si
nascondeva nel vano carrelli di un 747.
Ci avvicinammo a quella sorta di poltiglia rossastra che
era stata pochi attimi prima viva e urlante, e iniziammo
a esaminarla in cerca di indizi.
Anarkist pareva orripilato, al che gli dissi:
"Anche questo è lavoro!".
La mia affermazione non servì a molto.
Indossammo dei guanti in lattice per non contaminare
le prove (ma chi voglio prendere in giro? Per non
toccare direttamente quella schifezza!) e ficcammo le
mani a fondo nel viscidume.
"Forse ho trovato qualcosa" disse Anarkist, e tirò fuori
dal mucchio un oggetto giallo che pendeva da una
catenina.
Lo presi e lo ripulii dal sangue e dalle frattaglie.
"Un distintivo della PIKACIU, interessante..."
dissi, e lo voltai.
Sul retro erano incise delle parole e una data:
Ohotsk RV 01-09-2001.
Probabilmente RV stava per rendez-vous,
evidentemente i vertici dell'organizzazione avevano
pianificato un incontro nella famosa località russa.
Passai il distintivo al mio socio che lo prese e lo
mise in un sacchetto di cellophane e proseguimmo
alla ricerca della cassetta di sicurezza, ignorando
volutamente la gente che, al nostro passaggio, fuggiva
strillando o si inginocchiava per terra piangendo e
implorando pietà.
"Regola n°3 del detective privato" dissi, rivolgendomi
ad Anarkist "fai tutto con nonchalance - sottoparagrafo
1 - se devi uccidere qualcuno, fallo nella maniera più
naturale possibile!"
Anarkist annuì e chiese: "E le altre regole?"
"Te le illustrerò in altra sede" risposi.
Ci avviammo con calma verso le cassette di sicurezza
dell'aeroporto, ce n'erano un'infinità in vista.
Mi rivolsi ad Anarkist e chiesi: "Qual'era il numero della
tua cassetta?"
Anarkist mi guardò pensieroso...
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Se non ricordavo male il numero della cassetta iniziava per 7. O per 8? Mannaggia a quei fetenti di drink, non me lo ricordavo più!
Bah, che stupido sono, pensai, il numero è scritto sulla targhetta della chiave!
Iniziai a frugarmi nelle tasche.Niente. Frugai bene.Uhm, forse l'avevo lasciata negli altri pantaloni...o forse era andata perduta durante lo scontro con quel...coso.
Guardai PDF e accennai una risatina idiota. Non contraccambiò. Dopo un iniziale momento di panico, dovuto all'inquietante incupirsi dell'espressione facciale del mio capo, scattai di lato e mi diressi verso una guardia aeroportuale. "Ehi, amico" Dissi con la voce più preoccupata che potevo, "Hanno chiamato da casa: tua moglie è di nuovo incinta". "MIIIII! CUNCETTA! FETUSISSIMA BAGASCIA!!!" Urlò il tizio, fuggendo in preda ad una crisi isterica. Raccolsi il mitra che aveva gettato in terra. Un H&K 09, un gran bell'arnese. Tirai giù la sicura, mirai tra la fila di cassette del 30 e quella del 40 e feci fuoco. L'inferno.Centinaia di riviste osè ridotte in brandelli svolazzarono qua e là, intervallate da una pioggia di cartoline e borsette da viaggio. Lasciai cadere il mitra e iniziai a frugare nel mucchio.Dopo un pò trovai il contenitore sigillato con le lettere.Un pò ammaccato. Mi avevano garantito una perfetta blindatura fino a pallottole da 7.62mm. Che bufala.
Porsi la scatola al principale, sfoderai il mio sorriso migliore e sentenziai "Se non puoi aprirlo, sfondalo pure, tanto bisognava cambiarlo".
"Codice di comportamento del detective?" Fece lui basito.
"No. Corollario della Legge di Murphy per tecnici ingenui".
"Ah."
Ci avviammo verso l'uscita, il mio capo un pò stupito, ed io estremamente soddisfatto.
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I colori del nuovo giorno tingevano appena l'orizzonte di MDN City, e le stelle brillavano come diamanti di luce
nel cielo ancora scuro.
Sdraiato sulla poltrona della scrivania, i piedi sul
davanzale della finestra, contemplavo questo
meraviglioso spettacolo, godendomi altresì il fresco
venticello mattutino che portava con sè le voci femminili
(molto provocanti) delle conigliette del King B, che
staccavano a quest'ora.
Aspettavano l'autobus delle 6:30 e mi sporsi per
osservarle quasi perdendo l'equilibrio.
Ne valeva comunque la pena.
Feci segno con la mano e mi risposero.
"Salve, piccole, ci vediamo presto...", senza
rendermene conto il solito sorriso ebete aveva di nuovo
messo radici nel mio volto.
Anarkist dormiva accasciato sul divano, sotto una
piccola pila di lettere, e russava sonoramente.
L'alcool a volte fa questo effetto.
Avevamo passato la notte a leggere attentamente le
lettere che trovammo dentro la cassetta di sicurezza:
una vera manna per questa indagine!
Dopo svariati litri di caffé consumati per reggere il
sonno, ed esaminate tutte le lettere, giungemmo a
questa conclusione: il dr. Fegelmatz era stato
contattato dalla PIKACIU diverso tempo fa con una
proposta di lavoro particolare, cioè usare le sue
conoscenze scientifiche per realizzare una serie di
animali modificati geneticamente da utilizzare per vari
scopi (guerra, spionaggio, assassinio, sabotaggio,
azioni terroristiche, ecc.).
Lo scopo principale della PIKACIU era tuttavia il
controllo totale della mente di svariati milioni di
bambini in tutto il mondo. I vertici della PIKACIU erano
infatti certi che un condizionamento portato su menti
così giovani sarebbe stato praticamente impossibile
da sradicare, procurando così alla PIKACIU
manodopera fedele e a costo zero, un'esercito di
soldati ignari che avrebbero portato l'organizzazione
criminale verso il dominio globale!
Il dr. Fegelmatz, che tutti sanno essere un uomo dai
principi morali molto saldi (se si esclude quella
singola faccenda dell'orgia al palazzo di Versailles) in
un primo momento rifiutò decisamente di fornire la sua
collaborazione alla PIKACIU, ma si vide costretto in
seguito ad accettare, in quanto la PIKACIU minacciò di
eliminare fisicamente tutti coloro che avevano a che
fare con lui, in particolare i suoi familiari e colleghi di
lavoro (Ah! Ecco perchè mi venne recapitata quella
sfera!).
Il primo frutto del lavoro di Fegelmatz, tenuto prigioniero
in una base segreta in Siberia, fu il Facocero, un
incrocio orrendo fra il DNA di una piovra tunguska e lo
sfortunato Boris Sfygovitz, un soldato di fanteria che
aveva avuto il compito di assistere il dr. Fegelmatz nel
suo lavoro. (Poveretto! Evidentemente, negli ultimi
istanti di vita che gli restavano, la sua coscienza umana
è riemersa e lo ha portato a ribellarsi ai suoi carnefici.)
Il dr. Fegelmatz, quasi impazzito per la perversione da
lui creata, distrusse il laboratorio in un impeto di furia,
venne bloccato dai suoi carcerieri e trasferito in
pullman verso una seconda installazione della
PIKACIU, dove si sperava avrebbe ricominciato i suoi
esperimenti ma, durante il trasferimento, egli riuscì a
liberarsi rocambolescamente facendo uso di spore
soffocanti alle quali si era reso immune, da lui prodotte
in laboratorio durante il tempo libero.
Dopo mesi di viaggio in incognito, il dr. Fegelmatz,
stanco e affamato, bussò alla porta dell'ambasciata di
Al-Jida, dove venne accolto e curato.
Il mio maestro Cornetto P.I. venne contattato dal re
Sohlero perchè si recasse urgentemente a prendere il
dr. Fegelmatz in terra straniera, cosa che lui fece con
usuale altruismo. Non per nulla era conosciuto in giro col soprannome di "Cuore di Panna".
Seguivano nelle lettere vari rapporti degli agenti
PIKACIU che tentavano di ritrovare il dr. Fegelmatz, ma
riuscivano a collezionare solamente fallimenti.
Venne quindi deciso dalla PIKACIU di spedire alle
persone care al dr. Fegelmatz alcune sfere esplosive
dalla potentissima detonazione, come rappresaglia,
per provocare il dr. Fegelmatz e spingerlo in campo
aperto, ma invano.
A questo punto la storia la conoscevo già: fui io l'ignaro
attentatore del Kamal Ngrifat Hotel, che portai la sfera
detonante per farla esaminare dal dr. Fegelmatz!
Il rimorso mi bruciava come una cicca di sigaretta
spenta sui genitali, ma tuttavia la colpa non era da
addebitare totalmente al sottoscritto...
Il fatto che anche Valentine, dopo tanto tempo, abbia
ricevuto una sfera, significa che la PIKACIU è ancora
alla ricerca di Fegelmatz. Bene! Abbiamo ancora una
speranza di ritrovarlo...
Inoltre, restava il fatto del distintivo: era chiaro che le
cifre e le lettere incise su di esso rappresentavano data
e luogo di un rendez-vous, dunque avremo dovuto in
ogni caso dare un'occhiata alla ricerca di qualche
indizio e, se possibile, provocare qualche danno
alla PIKACIU, giusto per far loro sapere che non è il
caso di distribuire caramelle in giro se non si vuole
rischiare la salute...
Telefonai a mr. Masterra e chiesi e ottenni un
passaggio per Ohotsk sul suo jet privato, dopodichè
iniziai a prepararmi per il viaggio: tenuta mimetica
invernale, stivali anfibi, zaino militare, elmetto con
visore IR e il mio pezzo forte, un XM214 Minigun 20mm
da me ricostruito quando ero ancora uno scienziato, in
vista di tempi difficili: questo era composto di una lega
speciale, che lo alleggeriva molto, e funzionava con
batterie compatte e un sistema di recupero gas, in
modo da non doversi portare dietro un paio di batterie
da camion.
Andavo fiero della mia creatura, eh sì!
Mentre brandeggiavo il minigun come un gradasso in
giro per la stanza, Anarkist si svegliò con uno sbadiglio.
Lo sbadiglio si spezzò a metà e il mio socio, alla vista
dell'ingombrante arma che impugnavo con evidente orgoglio, mi lanciò uno sguardo della serie "ma da quale ca**o di manicomio criminale sei uscito?"
" Preparati socio!" dissi con un ampio sorriso, facendo
ruotare le 6 canne del minigun "Si va in Russia!"
Con un lungo sospiro e una smorfia sul volto, Anarkist
si prese la testa fra le mani...
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Non male come risveglio, avevo un martello pneumatico nel cervello e un capo che gironzolava per la stanza con un cannone da guerra e un ghigno malefico...dura la vita del detective.Mentre PDF finiva di controllare il suo ordigno e iniziava ad organizzarsi per il viaggio, mi congedai e andai in un posto particolare: a casa di mia zia Gertrude. Mia zia Gertrude era brava a preparare un particolare tipo di caffè, mescolandolo con rum e un certo liquorino che distillava con i miei cugini nella cantina di casa.Niente di meglio per svegliarsi bene.Non mi fece troppe cerimonie, anche perchè la assalii a quattrocchi: " Zia, ho trovato lavoro, vado in Russia, è una storia lunga, tu fammi solo uno dei tuoi caffè." Dieci minuti dopo ero sveglio, incazzato, iperattivo e anche un tantino sovraeccitato. Mia zia mi pose un thermos di caffè. " Prendilo",Mi disse,"ti servirà.Ricorda, quando il male starà per prendere il sopravvento, quando avrai tanti guai da non sapere più dove metterli, quando lo sconforto prevarrà e starai per mandare tutto a puttane, usalo.Non te ne pentirai." Lo presi abbastanza incredulo, lo misi nella tasca della giacca e mi avvicinai alla porta."Anarkist!". Mi girai di scatto. "Usa la Forza, Anarkist.Usa la Forza."
Uscii in strada.Non avevo dato molto peso alle parole di zia Gertrude, soprattutto alle ultime (dopotutto aveva ormai superato la novantina, e l'assuefazione al suo caffè non l'aiutava affatto), ma mi avevano messo di buon umore.Sentivo il fuoco dentro, un uragano pronto a uscire per portare morte e distruzione. Mi fermai di scatto. " BUUUUUUUUUUURRRRRP!!!!!!" Uff! Il caffè corretto della zia aveva di questi effetti.
Tornai all'ufficio di PDF. Bussai al citofono. "Capo, sono pronto. Il tempo di prendere un pò di cose e partiamo".
"Aspettami, scendo subito."
La visione che mi si parò davanti due minuti dopo riuscì davvero a spaventarmi...
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Anarkist uscì a sbrigare delle faccende in sospeso, e io
rimasi solo in ufficio.
L'eccitazione del viaggio imminente e di un probabile
scontro a fuoco mi avevano fatto letteralmente salire
alle stelle il livello di adrenalina nel sangue, e sudavo
come un bufalo mentre raccattavo freneticamente
svariati oggetti che mi sarebbero stati utili per il viaggio.
Poggiato il minigun di fianco alla porta, aprii il mio
ripostiglio e ne estrassi i seguenti articoli:
50 nastri di proiettili antiblindatura da 20mm;
1 lanciagranate Oerlikon;
2 Stinger spalleggiabili;
4 M16 con baionetta;
3 cassette di bombe a mano (40x3);
1 fucile lanciabombe (fa sempre la sua figura);
1 Colt cal44 a canna rigata (troppo bello);
2 fucili da cecchino Dragunov, nuovi nuovi!
Seguivano munizioni e attrezzature varie adatte al rigido
clima della Russia orientale.
Misi tutto il possibile dentro lo zaino militare, un paio
di valigioni e un marsupione anteriore, e il resto lo
indossai a tracolla.
Memore del mio addestramento ricevuto in
Cambolaos, mi dipinsi il viso e le mani di verde, nero e
marrone, annusando con perverso piacere il familiare
odore del lucido da scarpe.
Dopo qualche minuto, sentii suonare il campanello.
Risposi al citofono, era Anarkist.
"Capo, sono pronto. Il tempo di prendere un pò di cose
e partiamo" disse.
"Aspettami, scendo subito." risposi e, caricatomi del
bagaglio, uscii dall'ufficio.
Il mio carico mi permetteva a mala pena di passare nel
corridoio e lasciavo svariati segni sulle pareti
immacolate del palazzo, spaccando alcune lampadine
che pendevano dal soffitto.
Incuriosita dal baccano che provocavo al mio
passaggio, la signora del sesto piano si affacciò alla
porta e mi vide. Le sue urla sfondarono i timpani di
parecchie persone innocenti nel palazzo, mentre la
donna sedeva a terra, in mezzo a una pozzanghera di
liquido giallo.
"Mi scusi, signora!" dissi "Non intendevo spaventarla,
sa, io sono quello del 13° piano..."
Mi rispose con un urlo, strabuzzando gli occhi, e fuggì
chiudendosi in casa.
(Adesso mi toccherà pagarle pure lo psicologo!)
pensai contrariato, e continuai a scendere le scale.
Arrivato al piano terra, conscio delle dimensioni ridotte
del vano della porta, presi la rincorsa e... tump, tump,
tump, tump... sbraaam!
Mi ritrovai all'esterno, il carico oscillante ancora tutto
intero sulle spalle, davanti ad Anarkist che, gli occhi
fuori dalle orbite e la bocca aperta, mi guardava
fissamente.
"Hai preso tutto?" chiesi ad Anarkist mentre caricavo la
mia roba sulla Ritmo (che scricchiolò pericolosamente,
abbassandosi praticamente al livello dell'asfalto, le
gomme che si deformavano)
Anarkist annuì silenziosamente, ancora guardando i
miei bagagli con aria trasognata.
Salimmo sull'auto (che oramai era da buttare) e ci
avviamo arrancando lentamente verso il nostro
destino...
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In quel momento ebbi la certezza inconfutabile che il mio capo era uno scoppiato psicotico affetto da rambismo e da un'altra decina di patologie schizoidi che lo rendevano quantomeno deleterio per la società...ottimo!
Il mio borsone da viaggio era addirittura misero rispetto all'armamento che PDF aveva sobbarcato su quella povera automobile.Mentre giocavo a fare l'inventario della roba che c'era PDF mi fece "A proposito, tu cosa ti sei portato per la missione?"
Aprii il borsone con aria abbastanza timida, e frugai:
"Allora, ci sono un paio di mutande con la scritta "Warning! Content will bite!" che mi hanno regalato ad un compleanno, dei preservativi colorati, un manuale "Il Russo spiegato ad un ignorante come te!", che è molto esaustivo nonostante il titolo, un dizionario Russo-MDNettiano, granate, delle munizioni, e questo!"
Tirai fuori il mio pezzo da novanta: un grandioso fucile a pompa nero, contrabbandato da Taiwan, grande e grosso, capace di sparare cartucce convenzionali, antisommossa, esplosive e a rosa ristretta (ottime per i veicoli).
"Beh, abbastanza spartano come arsenale, oltre alla tua colt" ridacchiò PDF.
"Lo so, sono un tipo all'antica. E poi il medico mi ha vietato di portare pesi eccessivi.Sai, la scoliosi..."
"Già.Ma un bestione di quelli è comunque in grado di sparpagliare un uomo nel raggio di svariati metri e lasciare abbastanza pezzi per l'identificazione".
Annuii.Veramente io lo avevo comprato perchè è lo stesso modello che usava Schwarzenegger in Terminator 2. Ma preferii non farlo sapere a PDF.
"Allora, capo" Dissi, "Qual'è il piano?"
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Mi grattai il mento con una mano, pensieroso.
(Già, è vero, ci serve un piano! Porcoboia, ero talmente
impegnato a rispolverare i miei ninnoli mortali che non
ci avevo pensato!! Dovrò improvvisare, come al solito...
poi ricordai che, in effetti, qualcosa l'avevo pianificata...)
"Il nostro obiettivo è rappresentato dai vertici della
PIKACIU, tutto il resto non conta (quindi va annientato,
pensai). Se riusciremo a catturare i pezzi grossi che
muovono le redini di quella dannata organizzazione,
potremo persuaderli con le mie tecniche speciali
(in quella sfoderai il mio sorriso crudele più efficace)
a dirci tutto il possibile sul dr. Fegelmatz, dopodichè
potremo benissimo spedirli all'altro mondo!"
Sfilai una cartella da sotto il sedile, e la passai ad
Anarkist. Il mio socio la aprì e trovò le carte della zona
di Ohotsk, corredate dal percorso che avremo dovuto
fare per recarci alla base della PIKACIU e dal piano di
combattimento (quella documentazione mi era costata
svariati porchetti e innumerevoli bottiglie di malvasia,
Jack aveva le mani in pasta un pò ovunque).
La zona di atterraggio era segnata con un cerchio
rosso.
Avremo dovuto paracadutarci al buio con tutta
l'attrezzatura, per non farci notare: brutto affare!
Mentre ci avvicinavamo all'aeroporto, Anarkist leggeva
attentamente i piani di combattimento...
(Affidabile come assistente, pensai, speriamo che
abbia un minimo di esperienza nel lancio con
paracadute!
Automaticamente pensai al callo osseo che avevo al
posto della caviglia destra, ricordo di un atterraggio di
sfortuna nel '78 in Bengalasia. Oh, beh, perlomeno non
potevo rompermela un'altra volta!).
Il Falcon del signor Masterra ci attendeva coi motori
accesi sulla pista 21. L'aria appariva distorta dal calore
dei getti, e la sagoma del lussuoso aereo riluceva al
sole del mattino. Aiutati dall'equipaggio, caricammo la
nostra attrezzatura sul velivolo e salimmo a bordo.
Dopo pochi attimi la Ritmo emise una fitta nuvola di
fumo bianco. Il suo cuore di metallo si era fermato.
"Addio, piccola, ti sei comportata bene durante tutti
questi anni!" dissi sottovoce, mentre Anarkist mi
guardava confuso.
Poco prima di entrare, in piedi sulla scaletta, lanciai
uno sguardo d'affetto alla città: ero cosciente, dandomi
però un'energica grattata in un punto strategico, che
sarei potuto non tornare da questo viaggio...
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:-O
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Eravamo seduti ai nostri posti.Io guardavo fuori dal finestrino.Vidi le luci di MDN City.Pensai a tutti i suoi abitanti, alle persone che avevano avuto una qualche importanza nella mia vita...i miei genitori, i miei amici, la mia ex ragazza, la zia Gertrude...era anche per loro che facevo tutto questo.Per impedire che degli sporchi, crudeli scarafaggi insozzassero le loro menti e le loro anime con un prodotto commerciale di bassa qualità ma con un elevato potenziale di merchandising.
Ripensai a quello che avevo pensato, e mi accorsi di non averci capito molto.Ma non aveva nessuna importanza.Niente aveva più importanza.Neanche il fatto che non mi spiegavo come PDF sapesse dove atterrare aveva importanza.E soprattutto non aveva importanza come diavolo era riuscito a capire tutta questa schifosa vicenda da qualche lettera d'amore di due componenti della PIKACIU.L'unica cosa che aveva un qualche valore era che il Bambino Grasso era lì, in Russia, da qualche parte.Ed io avevo diverse pallottole di grosso calibro con il suo nome scritto sopra.
D'un tratto sentii un rombo spaventoso.I motori di quel mastodonte avevano iniziato a scaldarsi.PDF mi guardò.
"Tieniti forte.Balleremo un pò adesso."...
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Il Falcon decollò in pochi istanti dalla pista 21 e virò a
ovest, volgendo il suo affusolato muso metallico
verso l'Oceano Pacioso.
Osservavo ammirato il panorama che sfilava sotto di
noi, MDN City vista dall'alto pareva un'immensa
scacchiera dorata illuminata dalla luce del sole
nascente.
Mentre sorvolavamo la costa della Calisbornia, alcuni
minuti più tardi, notai che Anarkist tentava di attaccar
bottone con la hostess, senza molto successo.
La ragazza lo guardava con compassione.
"Ciao splendida!" disse "Dove vai di bello?"
(dove vuoi che vada? dove andiamo noi, no?)
"Non ci siamo visti una volta all'Empire State Palace?"
(ma per favore!)
"Hai degli occhi stupendi!"
(ah, si chiamano occhi, adesso? che strano!)
Ad un certo punto, decisi di intervenire.
"Guarda come si fa, socio!" dissi con sicurezza, e mi
alzai in piedi.
Mi avvicinai alla hostess e la chiamai: "Mi scusi..."
Si girò e mi sorrise: "Si?"
Tirai fuori da una tasca un biglietto da 50 mdndollari e
con un gesto teatrale glielo infilai nella scollatura
dell'uniforme azzurra.
Mi guardò basita, parandosi il petto con una mano.
"Senti, il mio collega vorrebbe conoscerti, ora tu vai lì e
te lo spupazzi per bene, okay?" dissi
SLAP! ******* OUCH!
Mi ritrovai per terra, con un'impronta di mano femminile
sulla guancia sinistra.
" Porko! Lei è solamente un lurido, fetido suino!"
mi urlò contro, e se ne andò.
Anarkist rideva con le lacrime agli occhi, mentre mi
rialzavo a fatica e mi sedevo al mio posto.
Mi girai a guardarlo, mi guardò di rimando, e riprese
immediatamente a sganasciarsi. No, non avevo fatto
una gran bella figura, proprio no!
Eppure a MDN City funzionava sempre...
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.. e si era tenuti i 50 MDNdollari!! la puttaMDNa
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Notai quasi con piacere che anche i più potenti detective del mondo avevano i loro problemini di approccio! Comunque fosse la hostess non ci guardò per tutto il viaggio, e fu solo per inflessibili contratti di lavoro che ci venne a portare da bere... in dei bicchieri di plastica.
PDF sembrava essersi dimenticato del cinquantone appena perso, e io avevo rinunciato ad ampliare le mie amicizie femminili. " Pensiamo al lavoro, dai!" feci quasi con compassione al capo.
Ma PDF non voleva pensare al lavoro. Meditava con aria innervosita, ogni tanto si leniva la faccia concupita e lanciava ferocissime occhiatacce alla hostess. Stima reciproca.
Ad un certo punto la hostess si ritirò nel vano cucina e PDF si illuminò in volto. Mi si avvicinò e fece sottovoce "Aspettami qui. E goditi la scena. " Tirò fuori qualcosa che non feci in tempo a vedere. Sembrava un uovo. Sgattaiolò non visto nella toilette in fondo all'abitacolo. Chiuse la porta e rimase dentro per qualche minuto. Ne uscì, sempre non visto,chiuse la porta e suonò il campanello lì vicino, quel campanello che si usa per richiamare l'hostess.
Si sedette con aria sorniona, mentre la hostess veniva a controllare. Dall'insenatura in basso della porta della toilette usciva un rigagnolo d'acqua. La hostess aprì la porta, per trovarvi un mezzo allagamento. Il lavandino otturato con la carta igienica. Cacciò uno strillo di stizza, sbraitò un istante, poi prese un secchio e uno strofinaccio e iniziò a pulire, richiudendosi la porta dietro di sè. Mentre soffocavo le risate PDF mi si avvicinò e sussurrò "Aspetta un minuto! Questo è niente!!!"
Si infilò furtivo nel vano cucina, e tirò la tendina. Dopo qualche minuto ne uscì, con aria da gran bastardo.
"Ho messo quella certa cosina nel microonde e ho settato al massimo. Vedrai..." Sogghignò. Riprendemmo i nostri posti come se niente fosse. Dopo 5 minuti la hostess uscì dalla toilette visibilmente stanca e scarmigliata, e tornò in cucina. PDF iniziò a ridere tra i denti. " MA COS'E'QUESTO???" CLICK! SPLAAAAFFF!
Un puzzo di uova marce si levò nell'aria, seguito da un urlo terrificante. La hostess uscì fuori dalla cucina urlante, completamente imbrattata di uovo, e non emanava affatto un buon odore... ci lanciò un'occhiata assassina e svenne.
PDF la sollevò sghignazzando e la portò nella sua cuccetta,
dove rimase per il resto del viaggio.
Poi mi fece con aria trionfale: " L'ho visto fare a Zack McKracken!"
" Wow! Sei un genio!!!"
E tra uno sghignazzo e l'altro, mi chiesi se mai qualcuno avrebbe compreso la citazione........
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"Queste sì che sono soddisfazioni!" pensai ad alta
voce, mentre il nostro aereo atterrava all'aeroporto
internazionale di Vladivostok.
La hostess giaceva sfinita, ma felice, dentro la cuccetta
(che odore, però! forse avevo esagerato con le uova!).
Dopo una bella doccia, ripresi il posto di fianco al mio
socio.
Anarkist beveva al bacio da un thermos
apparentemente pieno di caffé.
Dalla sua espressione doveva essere estremamente
buono!
"Ma non starai esagerando con quello?" gli chiesi.
"Va a finire che te ne resti sveglio per tutto il resto del
viaggio!"
Anarkist si girò e mi disse: "Questo è il caffé speciale
della zia Gertrude, una vera scarica di energia liquida!"
affermò con entusiasmo, e continuò a tracannare.
"Che me ne dai un sorso?" chiesi.
Il mio socio prese un bicchiere di plastica, lo riempì
fino all'orlo e me lo passò con cautela, tremolante.
Assagiai il caffé della zia Gertrude... porca di quella
miseria! Ottimo!!!
Vuotai il bicchiere in un attimo e, quasi
istantaneamente, mi sentii strano...
"Ma cosa ci ha messo tua zia dentro il caffé?" chiesi,
osservando i peli delle mani e delle braccia che mi
crescevano a vista d'occhio.
"Buono, eh?" disse Anarkist, sogghignando.
Mi alzai in piedi di scatto, dimenticando di essere
ancora sull'aereo. La mia testa urtò il contenitore per i
bagagli che stava sopra i sedili, sfondandolo.
Mi toccai la testa disperato... nessuna ferita, nessun
dolore! E questa crescente sensazione di benessere,
di forza...
"Anarkist, tua zia mi deve dare la ricetta di questa roba!"
"Non so, non..." non gli lasciai il tempo di finire la
frase, gli strappai di mano il thermos e lo vuotai
completamente!
"NO! SEI PAZZO! CHE HAI FATTO!!!" urlò.
Allora iniziai a sentirmi davvero strano...
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pssstt..........pppssttt......Pdf.........lo so` lo
so`........sono off...........ma era per dirti che a
gennaio molto probabilmente mamma apple sforna i
g5..................
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tepa... pssst!... muahahahhahhhaha!!!! l'off topic più bello della storia!! sst!
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ssstt....lo so`....ma bussando all agenzia , so` di trovare
il suo principale, al quale , spero, la novita` faccia
piacere......sssssssssstt
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Iniziarono a ronzarmi le orecchie... sentivo delle voci
che mormoravano parole particolarmente
eccitanti... poi una risata!
Ma che mi succede?! pensai
"Anarkist! Cosa mi succede!!!"
Mi voltai disperato verso di lui...
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PDF rimase un attimo in silenzio, immobile, a fissarmi. Farneticò qualcosa del tipo "non, ora, Tepa, non ora!", che francamente non riuscii a capire. Io piombai in preda al terrore.PDF iniziò lentamente a gonfiarsi, urlando, la camicia gli si iniziò a lacerare e la sua pelle iniziò lentamente a cambiare pigmento. Porcazozza, non avevo la benchè minima idea di cosa poteva scatenare un intero litro di caffè della zia Gertrude! La cosa che era stata PDF iniziò a sbavare e a dimenarsi per tutto l'abitacolo, urlando e scalciando. Feci per prenderlo, ma mi scaraventò sotto un tavolino con estrema facilità. Faceva paura. Una specie di incredibile Hulk in uniforme militare, che urlava e delirava. "Siiii, siiii, il g5, fottutissimi windowisti, io vi vado in culo a tuttiiiiii!!!!!!" Strappò di netto una poltrona dagli infissi in metallo e la scaraventò contro una parete, ammaccandola visibilmente. Cristosanto, pensai, se buca l'abitacolo siamo tutti spacciati! Dopodichè il mostro si guardò interessato la zona basso-addominale. In nome del cielo, una dose di caffè veniva usata dai miei zii come afrodisiaco, un intero litro cosa diavolo poteva scatenare?
Emise un latrato, simile ad un lupo, e si girò con aria eccitata verso la cuccetta della povera hostess. Iniziò a lasciare una scia di bava sul pavimento, mentre si dirigeva con fare inquietante verso la povera ragazza. Non potevo lasciare che per colpa del mio caffè si consumasse il più feroce stupro della storia. Non avevo tempo di pensare, e dovevo pensare a qualcosa di dannatamente efficace. Disperato, in preda al panico, guardai dal finestrino. Erano ore che viaggiavamo, sotto di noi c'era già l'Europa. Così agii. Con uno scatto presi 2 paracadute. Uno lo infilai, l'altro lo brandii minacciosamente verso la creatura. "ehi, caccoletta!" Urlai. "Si, dico a te. Sai che ti dico? Che non solo la Apple non è capace di fare manco un flipper, ma che tu e tutti gli utenti Mac siete dei poveri subnormali condannati! Non sapreste neanche scrivere una letterina dell'asilo col Word con la guida in linea! E la vuoi sapere una cosa? Philip Marlowe è una checcaaaaaa!!!!!!!".
Pessima mossa. Il PDF-mostro si alzò pesantemente, e per fortuna non si era calato ancora del tutto i pantaloni.Si girò e mi lanciò contro un ringhio bestiale. Serrò le mani e iniziò ad avanzare verso di me. Mi serviva un'idea.
Quando oramai pensai che mi avrebbero seppellito in 39 cimiteri diversi, feci con calcolato, disperato stupore: -Ehi! Lo sapevi che su quest'aereo hanno installato Windows Millennium? Pensa un pò se il pilota adesso sta giocando con Free Cell e compare il messaggio "Errore di sistema.Riavviare Windows e riprovare".
PDF si fermò di scatto. Sul suo volto animalesco comparve una gelida espressione di terrore. Si girò sbraitando, e fece per correre verso la cabina di pilotaggio. Ottimo. Giocai la mia carta.
Lo presi alle spalle, stringendogli il paracadute al collo come per strangolarlo. Lo presi di sorpresa, perchè iniziò a barcollare. Prima che avesse il tempo di reagire lo afferrai per le brache calate e tirai con tutte le mie forze. Cadde rovinosamente a terra. Gli sferrai un bel calcio nei gioielli di famiglia. Decisamente non gradì. Mentre stava dolorante per terra a bestemmiare e a urlare, corsi verso la hostess, per fortuna ancora incosciente, la presi e la scaraventai nella cabina di pilotaggio. Il pilota si girò stupefatto, non si era accorto di nulla. "Amico", Gli urlai, "Fatti un favore: cerca di atterrare, scappa, teletrasportati, ma per l'amor del cielo porta questo dannato aereo lontano da me e PDF!!!!"
Chiusi la porta della cabina e la serrai.
PDF stava faticosamente alzandosi, ansimando e sputando.
Tentai un'ultima mossa disperata.Mi avvicinai di soppiatto, senza farmi vedere, di spalle a lui, e gli diedi tre piccoli colpetti sulla schiena, all'altezza della cassa toracica.
Sentii come un gorgoglio.
"BBBBBBBBUUUUUUUUUUUUUURRRRRRRRRRRRRPPPPPPP!!!!"
Il più agghiacciante rutto ma registrato dai sismografi!
La forza d'urto fu impressionante, tale da scagliare tutto ciò che c'era nella cabina contro la poppa dell'aereo.
Ahi. Riuscì a sfondare lo scafo. Di riflesso cercai di aggrapparmi a qualcosa, ma riuscii a trovare solo il mio borsone, certamente insufficiente. Venimmo scagliati dal risucchio fuori dall'aereo.Sia benedetta la mia fobia degli aerei! Il paracadute era di quelli automatici, e si aprì immediatamente, tra l'altro salvando la vita al mio capo, che aveva perso i sensi per l'eruzione aerofagica.
Mentre scendavamo dolcemente verso terra, stringendo il borsone, feci in tempo a vedere una navetta di emergenza staccarsi da quello che rimaneva dell'aereo e volare via.
Almeno nessuno ci aveva rimesso la pelle.
Dopo qualche istante l'aereo esplose.
Alè.Addio Russia. Quando PDF avrebbe ripreso i sensi mi avrebbe sentito. quel caffè sarebbe dovuto servire come arma finale, per fare il colpo di scena contro il nemico durante la scena clou, e quello se l'era scolato come l'ultimo degli ubriaconi. Mi sarebbe toccato un aumento di stipendio, sperai.......
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Mi svegliai di scatto, urlando. Ero seduto al mio posto sull'aereo. PDF mi guardava preoccupato. "Ehi, ragazzo, tutto bene? Urlavi e ti dimenavi nel sonno. Hai bevuto troppi drink? Ti ci devi abituare un pò alla volta alla vita da detective!" Mentre mi dava una pacca sulla spalla, controllai nella fondina della giacca. Il mio thermos di caffè. Pieno. Uff, che incubo. Guardai fuori dal finestrino.
Un aereoporto. Eravamo atterrati chissà da quanto.Niente mostri, niente combattimenti, e niente precipitazioni. Meglio così.
Mi alzai molto più sollevato, diedi a mia volta una pacca sulla spalla al capo, e feci sorridente: "Salvato appena in tempo! Un errore simile avrebbe fatto troppi casini nella trama!"
PDF mi guardò con sguardo interrogativo..."Ragazzo...per un pò non bere, ok?"
"Ok.Promesso..."
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Dalla mia contro-esperienza di contro-spione ai servizi
dei contro-servizi segreti, potevo ora affermare a me
stesso :BINGO!!!
Le mie interminabili ore di attesa, consumate fra una
stecca di sigarette e dozzine di martini accompagnati
da
sandwiches di formaggio sudacchiato, qui in questo
aeroporto, non erano andate sprecate. L'oggetto di un
attesa pagata gastricamente cara, stava proprio in
fronte a
me, sotto le sfocate sembianze di due masse in
sincopato
avanzare: pdf e quella spugna di anarkist . La vista di
quest'ultimo desto` dei dubbi sulla veridicita` del mio
istinto, rispetto alle video captures, che mi eran state
consegnate, anarkist sembrava diec'anni piu` vecchio e
terribilmente sotto peso!
Sorrisi , assaporandomi una lacrima di sudore misto
martini...
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Scendemmo dall'aereo alle 23 ora locale e ci
dirigemmo verso l'ingresso per i passeggeri, lasciando
all'equipaggio il compito di caricare i nostri bagagli su
un Humvee (il beneamato "Hummer" ) fatto portare qui
apposta da mr. Masterra.
L'idea era quella di farci passare per soldati
dell'esercito russo, mescolandoci alla gente comune.
Tirai fuori da una tasca una scatoletta di cartone, la
aprii e passai ad Anarkist una coppia di mostrine
dell'esercito russo. Anarkist le prese e le applicò alla
sua uniforme, e io feci altrettanto.
"Ricorda" gli dissi "Se ci fermano, dì che siamo
Spetsnaz (una sorta di SEALS russi), ci lasceranno
subito in pace."
"Ah, a proposito, cerca di assumere un'aria marziale!"
Anarkist annuì e proseguimmo.
Entrammo nel corpo principale dell'aeroporto.
L'aria era fresca, il riscaldamento funzionava come al
solito in maniera deludente.
L'odore di spezie, di frittura e di vodka ci colpì
ferocemente il naso, tanto che esitammo per un attimo
all'ingresso, per poi andare avanti con fare indifferente.
Uscimmo nella sala d'attesa, gremita di persone che
aspettavano l'arrivo dei propri cari; Anarkist passò per
primo e ad un certo punto si sentì un urlo: "Victuor!
Spuoso mio! Ammuore mio!" e vidi con terrore un
donnone russo strabordante (che sarebbe stato
definito a Shardan, "matalaffu", cioè materasso),
sgomitare in mezzo alla gente e lanciarsi di peso
addosso ad Anarkist.
Con un sinistro scricchiolìo d'ossa Anarkist venne
sepolto dalla Grande Madre Russia, mentre essa lo
sommergeva di bavosi baci appassionati al liquore.
Anarkist tentava di proteggersi il viso con le braccia,
ansimando per la fatica, mentre la donna,
inginocchiata sopra il suo corpo, stappava una bottiglia
di vodka e gliela versava addosso (probabilmente un
antico rituale di benvenuto, pensai).
"Signora, è in errore!" dissi col mio russo migliore "Suo
marito Victor è nel Tupolev laggiù, è stato trattenuto
dagli ufficiali, forse è per una promozione..."
Il donnone si alzò in piedi di scatto e corse urlando di
gioia verso l'uscita, passando sopra la gabbia toracica
del mio socio e travolgendo altri due innocenti
passeggeri che entravano, per poi sparire nella
penombra della pista.
Anarkist non aveva una bella cera, mentre lo aiutavo a
rialzarsi, e puzzava di vodka. Il suo viso era tracciato da
enormi linee di rossetto, che lo rendevano
incredibilmente ridicolo. "Cos'è" dissi "Un nuovo tipo di
camouflage militare?" chiesi.
Anarkist si avvicinò alla porta a vetri e si guardò nel
riflesso. Stavo per sbottare in una risata, ma si girò e
mi fissò con rabbia. Mi trattenni a stento.
Mentre ci apprestavamo a proseguire il nostro
cammino, notai che qualcuno ci osservava... un tipo
vestito con un giubbottone avio in pelle, un colbacco, un
paio di pantaloni con bordo di pelliccia laterale
(molto singolari) e un paio di stivaloni militari.
Accennava occhiate furtive e poi finggeva di leggere un
giornale russo. Peccato che lo reggesse al contrario!
"Attento, socio, siamo spiati!" dissi ad Anarkist "Il tizio
col giubbotto che legge il giornale appoggiato al muro
è il famigerato Tepa, contro-spione ai servizi dei
contro-servizi segreti di Al-Jida! Siamo stati scoperti!"
"Ora che facciamo, capo?" chiese il mio assistente.
Mi guardai intorno preoccupato... un poliziotto, un
venditore di fritti, una prostituta... mi venne un'idea!
"Guarda e impara!" dissi al mio socio.
Mi avvicinai alla bancarella dei fritti e ordinai un
bombolone alla crema bello grosso.
"Glielo incarto?" mi chiese il cuoco "No, grazie, lo
consumo qui!" risposi con un sorriso.
"Anarkist, quando dico «ora!» inizia a correre verso
l'uscita!"
Con un lancio degno di un campione di baseball tirai il
bombolone dritto in faccia all'agente Tepa, che si ritrovò
ricoperto di crema, lo sguardo esterrefatto!
"Dannato magnaccia! La tua baldracca fa schifo!" urlai.
"ORA!" e iniziammo a correre.
Tepa accennò un inseguimento, ma il poliziotto poco
distante lo bloccò prontamente, mentre la prostituta
strillava frasi irripetibili!
Ridendo e incespicando, guadagnammo l'uscita,
l'Humvee ci aspettava col motore acceso...
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...Non ci potevo credere! In un nanosecondo mi trovo tra
le
braccione pelose di quest'energumeno in divisa, che
sbraita
cirillico a 1.8 ghz...a me...Che sono tutto coperto di
crema...odio la crema...ahhhh...cerco di dimenarmi
come
meglio posso, grazie alla crema che mi ricopre riesco
a
sgusciare oleoso fra le braccione salsicciute del
primate.Magnaccia a me...Questa
poi...Ahh...Giusto...Eh!?!...Correndo la domanda mi
pulsava
nelle tempie; chi cavolaccio era la balena che s'era
arenata sull' Anarkist?..........Uffff.......Eccoli! La
stecca di sigarette iniziava a farsi notare come passato
che segna, poi a dir il vero ultimamente avevo
trascurato
l'esercizio fisico, continuavo a ripetermelo, mentre
sbuffavo come un mantice , gimcamando barboni ,
passeggeri,
ambulanti....Noto una Humvee giallo canarino,
immaginandola
come meta per i due fuggitivi, quand'ecco che Anarkist
sborda a sinistra, inciampando su un barbone sfatto di
trielina, andando a planare su una matrioska lignea
scala
120:1...KA-BOOOMMM!!!!!
Lo schianto fu qualcosa di memorabile! Povero
Anarkist...Avvicinandomi con ampie falcate bronchiali
intravvidi lo sguardo di Pdf , una mistura di panico ilare,
che orami gli pervase, colorandogli, la faccia di un
verdolino-congestione...nonostante fossi oramai vicino
al
dinamico duo, i miei polmoni affumicati abdicarono...
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La botta in fronte mi aveva scombussolato, stavo quasi per perdere i sensi, quando l'eroico PDF, nonostante non avesse fiato neanche più per bestemmiare, mi prese in spalla e iniziò ad arrancare verso la Humvee, oramai a due passi. Con la coda dell'occhio, mezzo rintronato, intravidi quel tizio che il capo aveva centrato con il bombolone, sfiancato a terra ansimante, che ancora cercava di guadagnare terreno. Mentre il capo mi gettava in macchina e saliva a sua volta, l'infame spione tirò fuori una specie di pistola e gli mirò dritto alla schiena. Fortunatamente, con un ultimo impeto di adrenalina, PDF si richiuse lo sportello al volo, salvandosi. Si sentì un tonfo sordo e il rumore di qualcosa che si conficcava nello sportello, mentre PDF urlava all'autista di maltrattare l'acceleratore. La Humvee partì sgommando, lasciando la fetida spia (fetida in più sensi!) con un palmo di naso, un pugno di crema...e un paio di agenti russi mooolto incacchiati!
PDF si assicurò che fossi intero (intero lo ero, ma la Russia mi aveva dato già troppe emozioni per quella giornata), e si accese una sigaretta (strano! Non lo avevo mai visto fumare! Evidentemente era preoccupato seriamente!).
Una volta ripresa la lucidità gli domandai: "Capo, ma quel tipo lì all'aereoporto te lo aspettavi? Chi potrebbe essere? Qualche complice della PIKACIU? Perchè altrimenti la Aljida ce l'ha con noi?"
PDF non sapeva che dire, si limitò a borbottare qualcosa sui colpi di scena imprevisti dalla sceneggiatura, che francamente non mi diceva molto, e ad avvertirmi che tutto, da quel momento, sarebbe stato molto più complicato.
Dura la vita del salvatore del mondo!
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...Il gusto amaro della polvere da sparo oramai si
sovrapponeva a quella miscela nefasta di martini e
sandwich
al formaggio, fra ugola e palato...Come un bimbo
catatonizzato dalla visione di due miraggi, non sapevo
se
scegliere fra gli arabeschi fumosi della beretta o lo
scomparire della Humvee all'orizzonte...Venni
bruscamente
riportato alla realta` dalle urla insistenti della milizia
, oramai alle mie calcagna...
"Merd_a " m'esclamai addosso, qui urge un
contro-piano
d'emergenza!
Mi voltai di scatto fendendo plasticamente l'aria come
un
simbolico bruce lee. Il mio piede sinistro aveva
perfettamente centrato lo zigomo di uno spensierato
motociclista, prone a cedermi, con tanto di capriola, il
proprio possente cavallo d'acciaio: una sprintosa
"SOVKOZ
850" monomarcia.
Saltando pesantemente in sella al bipede, mi sentii
come
l'eroico velocista reale delle depressioni
capische...Crema
a parte , beninteso... Il miraggio canarino, svoltando la
curva sembrava volersi congede definitivamente da
me....Non sia mai detto! Accellerai, inghiottendo una
robusta manciata di moschini, ed entro pochi battiti di
testa fui in coda alla carretta gialla...
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A bordo dell'Humvee gialla (che schifo di colore!
Evidentemente il signor Masterra non aveva trovato di
meglio in così poco tempo...) ci dirigevamo
velocemente verso un campo d'aviazione fuori città.
Sedevo al posto del passeggero, fumando una
sigaretta postsovietica dal sapore orribile (perchè poi?
io non fumo!) e pensando all'attacco dell'agente Tepa.
I servizi segreti di Al-Jida dovevano essere proprio con
l'acqua alla gola per spedirci dietro il loro miglior
agente! Beh, comunque ormai lo avevamo seminato...
All'improvviso sentii il rombo crescente di un motore
dietro di noi, mi girai di scatto e vidi una nuvola di
crema pasticcera sputacchiante a bordo di una
malridotta motocicletta di marca semisconosciuta
inseguirci con rabbia e determinazione: l'agente Tepa!
Maledizione!
"Caparbio l'amico..." dissi al mio collega, indicandogli
la moto che ci inseguiva.
"Fammi posto!" chiesi ad Anarkist, e mi portai sul vano
di carico dell'Humvee. Iniziai a frugare nel mio
bagaglio... e ne tirai fuori una simpatica e versatile
bomba a mano.
Tirai l'anello e "Ingoia questa!" gli urlai con una risata
psicotica. La bomba rotolò lungo l'asfalto ed esplose
con un boato, sollevando una nuvola di fumo nero.
Non bastò, l'agente Tepa sbucò fuori dalla nuvola
annerito ma vivo, e riprese l'inseguimento ad alta
velocità, gli abiti sbrindellati che gli svolazzavano
intorno.
Anarkist stava preparando il suo fido fucile a pompa
(strano, assomiglia molto a quello che usava
Terminator nell'omonimo film, pensai), quando lo
bloccai: "Anarkist, non basterebbe, gli agenti segreti di
Al-Jida sono preparati a tutto, come hai potuto appena
constatare!"
Il viso di Anarkist assunse un'espressione delusa:
"Ma io volevo sparare almeno un colpo, almeno uno,
capo! Che peccato!"
"Non crucciarti!" gli risposi, " Presto ne avremo
occasione! Piuttosto, alzati in piedi sull'auto e assumi
un'aria trionfante. Autista, rallenta!" ordinai.
Probabilmente il mio assistente pensava che fossi
diventato di colpo pazzo, ma eseguì lo stesso le mie
indicazioni.
Anarkist si alzò in piedi sull'Humvee e iniziò ad agitare
le braccia e a urlare frasi sconnesse e prive di senso,
come un novello Rocky vittorioso dopo l'incontro con
Ivan Drago.
Ormai l'agente Tepa ci aveva praticamente raggiunto.
Presi un megafono e urlai: "Gente, è tornato Victor! Il
grande Victor! Venite a dargli il benvenuto! Venite ad
acclamare il vostro grande eroe!"
Il sorriso dell'agente Tepa sparì all'improvviso dietro un
muro di gente che urlava: "Victuor! Sei tuornato! Eruoe!
Viva il nostro Victuor! Portiamolo in trionfo!"
Vidi un braccio di Tepa, proteso con rabbia verso il
cielo, che venne ben presto sommerso nella calca, e
un urlo di rabbia e frustrazione che si smorzò in un
attimo, nel frastuono provocato dalla folla!
"Autista! Passa sul marciapiede, presto!" urlai, e
l'Humvee, abbattendo segnali stradali e un semaforo
sbucò fuori dalla calca e si diresse verso la periferia.
"Ormai dev'essere ridotto a marmellata!" dissi ridendo
ad Anarkist dell'agente Tepa.
"Comunque non illudiamoci, non mollerà per così
poco, siamo solo riusciti a fermarlo per un pò di
tempo..."
Raggiungemmo velocemente il campo d'aviazione, un
piccolo aereo nero ci aspettava col portellone di carico
aperto...
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Deglutii l'acqua e le pasticche ,attraversato da forti
dolori. Quella banda di posseduti dai miti sportivi, non
andata leggera con me...Riuscivo a specchiarmi
passivamente
sulle lastre di vetro, dal momento che ero
immobilizzato in
questa sorta di ospedale...in questa lurida corsia...in
questo lurido letto...Due infermieri irruppero nella sala
dove la luce metteva in evidenza il turbinio di batufoli di
polvere cavalcati da acari imbizzarriti...Estrassero dalle
coperte il mio povero braccio tumefatto e lo fecero
diventare tutt'uno con la flebo alla mia
sinistra...detestavo gli aghi...cosi` come iniziavo a non
poterne piu` del progressivo liquefarsi della stanza
nella quale dolorante
giacevo....................zzzzzzzzzzzzzzzzz.........zzzzzz
zzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz......................
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Scendemmo dall'Humvee, mentre un'inaspettato servizio d'ordine teneva a bada la folla di ammiratori (ma a chi diamine somiglierò mai così tanto? e soprattutto, dove diavolo era stato il servizio d'ordine fino a quel momento? Mi faceva ancora male la schiena dopo l'incontro con miss Leggerezza Sovietica!). Ci avviammo in fretta e furia verso l'aereo, e ci imbarcammo senza troppe difficoltà. Mentre decollavamo, ci potemmo finalmente concedere un pò di riposo,spaparanzati sulle poltroncine.
"Ehi, capo" Mi rivolsi a PDF, " Pensi che quel tipo, Tepa o come si chiama lui, ci darà altre noie?"
"Mmm" Borbottò PDF "I duri come lui non si fermano mai, devi ucciderli 4 o 5 volte prima che la piantino di rialzarsi da terra".
"Ma che è, un cyborg? Un alieno? Un attore americano di film d'azione?"
"No, è Tepa, il Contro-Spione. Basta questo."
"Ah."
Passò qualche minuto nel più tranquillo silenzio, PDF rimuginava e giocherellava con un paio di pallottole, io guardavo il mio fucile, che non avevo potuto tenere a battesimo, quando tornai a infastidire il capo.
"Ehi, PDF, magari mi ci sono perso un attimo, ma...adesso dove diavolo stiamo andando?"
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Il bimotore turboelica solcava con grazia elefantina il
cielo notturno.
Guardavo il paesaggio che si presentava all'esterno
dell'aereo: nuvole, nebbia, fumo in una notte senza
luna e senza stelle, il tempo ideale per un'incursione
col paracadute... o per rompersi l'osso del collo,
pensai.
"Dove stiamo andando?" domandò il mio assistente,
mentre ero intento a gingillarmi con alcuni proiettili
9mm Parabellum.
"A romperc... volevo dire al rendez-vous della PIKACIU,
naturalmente!" risposi "Quando la luce verde sopra il
portellone di carico si accenderà, dovremo gettarci
dall'aereo col paracadute automatico e i nostri
armamenti.
Dovremmo atterrare dolcemente nei pressi di una
vecchia fabbrica e introdurci in una foresta poco
distante dove si ritiene sia nascosta una base della
PIKACIU. Il resto lo sai già, non hai letto la
documentazione che ti ho dato
prima di salire in aereo, a MDN City?"
Anarkist annuì e iniziò a tastare nervosamente un
oggetto cilindrico che teneva in una tasca della sua
giacca.
"Cos'è quello?" chiesi, indicando l'oggetto.
"Niente! Un portafortuna..." rispose Anarkist, un rivolo di
sudore che gli colava dalla fronte.
"Farai meglio a dormire un pò, altro che portafortuna!"
risposi un pò rudemente, prendendo un sacco a pelo e
infilandomici dentro. Mi lasciai cadere sul pavimento
dell'aereo e tentai di riposarmi un pò, in vista delle
fatiche del giorno seguente.
Sembravano passati appena dieci minuti che si sentì il
suono di un allarme. Volsi il mio sguardo cisposo e
assonnato al portellone... la luce verde stava
lampeggiando!
"Anarkist, muoviti!" gli urlai, e balzando in piedi mi
sfracellai contro il portellone, spalancandolo.
Una ventata di aria gelida entrò nel vano di carico
dell'aereo, e il mio socio si svegliò con un'espressione
di panico congelato, i capelli svolazzanti
disordinatamente, bestemmiando.
Afferrai le casse di legno dotate di paracadute e iniziai
a lanciarle nel vuoto, i paracadute che si aprivano
automaticamente, e le vidi piombare nell'oscurità,
verso l'ignoto...
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Mentre aiutavo il capo a lanciare giù quelle casse non mi potetti trattenere da una domanda:
"Capo, allora...le casse con gli armamenti le abbiamo buttate già, le valigie pure, questa qui è la cassa con gli effetti personali...ma quelle 3 casse enormi da dove diavolo escono? E cosa contengono?"
"E'una sorpresa..." ghignò il capo, "Ora piantala con le chiacchiere e sbrigati, o dovremo farci mezza Russia a piedi per recuperare tutte le casse"
Trascinammo le tre grosse casse in fretta e furia fuori dall'aereo, poi il capo si affacciò al portellone aperto, guardò giù, sparò un urlo da guerriero vichingo e si lanciò.
Con un tantino di titubanza, chiusi gli occhi e mi lanciai anch'io.
Un'eternità di vuoto, vuoto, freddo vuoto, poi toccai terra.
Gelida, inospitale taiga russa. A poca distanza, un vecchio fabbricato fatiscente.
PDF stava già armeggiando vicino a quelle tre famose casse, forzandone i lati con un piede diporco uscito chissà da dove.Quando ebbe finito, i miei poveri occhi si trovarono davanti la visione di 3 enormi apparati meccanici. Sembrava un qualche curioso veicolo.
"Qualche giocattolino del sig.Masterra?"
"Una specie.Ora guarda e stupisciti!"
PDF tirò fuori un telecomando, premette dei tasti.Si sentì un bip prolungato, dopodichè dagli apparati uscirono fuori delle braccia meccaniche, che iniziarono ad autoassemblarsi.
Una buggy! La più tecnologica, avanzata, terrificante buggy da guerra che avessi mai potuto immaginare! Due posti, un ampio vano portabagagli, e un aspetto da portatrice di morte e distruzione. Al centro dell'abitacolo faceva bella mostra un supporto per armi pesanti. PDF aprì le altre casse, prese il suo fido minigun Vulcan e lo posizionò dove poteva arrecare il massimo danno. Poi sistemammo tutte le armi nell'abitacolo, e il resto dei bagagli nel retro.
"Salta su, socio, adesso ci divertiamo!"
"Capo, ma non si era parlato di un'azione da commandos nella cartellina del piano?"
"Certamente, ma non c'era scritto da nessuna parte che saremmo stati silenziosi e furtivi!"
Mentre, perplesso, prendevo posto sul sedile passeggeri, impugnai il mio vecchio fucile e iniziai a sentirmi un tantino frustrato di fronte allo spiegamento di forze di PDF.I vantaggi di essere un grande detective, pensai con filosofia.
"OK, ragazzo, reggiti forte! Adesso balleremo un pò"
Accese il motore della buggy, i fari puntati verso una macchia di foresta, fitta e inestricabile...fino a quel momento...
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Sollevando una nuvola di polvere rossastra partimmo
sgommando verso la foresta a bordo della buggy da
guerra.
Il mostro meccanico che stavo guidando non temeva
praticamente nulla, blindatura totale, dispositivi
antimina, gomme piene e turbocompressore ne
facevano un mezzo perfetto per un'incursione.
" Prendi il volante!" dissi ad Anarkist, che passò al
posto di guida, senza però abbandonare il suo fucile e,
con una sensazione di potenza e desiderio di
distruzione, afferrai il minigun al quale avevo
precedentemente accoppiato il lanciabombe sul
supporto centrale e ...
"Facciamo il barbecue!" urlai, premendo i grilletti delle
due armi contemporaneamente.
Una vampa di fuoco e una scia di fumo scaturirono
all'unisono da sopra la buggy, dirette verso il fitto della
foresta, un'esplosione terrificante squassò pochi attimi
dopo il muro di piante e cespugli, aprendoci un
passaggio verso l'interno del bosco. Fra bossoli
roventi, schegge di legno, rami e foglie, Anarkist
armeggiava coi comandi della buggy, evitando radici,
alberi caduti e animali in preda al panico che
schizzavano da tutte le parti, mentre mitragliavo senza
sosta la vegetazione che ci si parava davanti.
Ormai la PIKACIU doveva averci già sentito
arrivare!
Superammo velocemente una radura e ci infilammo di
nuovo nel fitto del bosco, schivando gli ostacoli ad alta
velocità, quando a un certo punto Anarkist fermò l'auto.
"Che fai, perchè ti sei fermato?" chiesi.
"Ho una strana sensazione..." rispose il mio
assistente, afferrando il suo fucile e scendendo
lentamente dalla buggy.
Si sentì all'improvviso uno strano verso e un
movimento nella vegetazione... PIKA! PIKA! e
un lampo luminoso apparve all'improvviso di lato!
Anarkist si gettò a terra, schivando l'orrore giallo che
gli si precipitava addosso e ruotò su se stesso,
puntando alla cosa. BWAMMM! Il suo fucile sparò e ci
ritrovammo sommersi da innumerevoli batuffoli di
gommapiuma, mentre un gomitolo di stoffa gialla
sbridellata terminava il suo rotolìo finale poco distante.
Anarkist si rialzò in piedi, trionfante.
"Ho l'impressione" dissi "che le informazioni di Jack
siano esatte."
Anarkist annuì con sguardo deciso.
"Meno male" gli dissi "15 porchetti spesi bene!"
Con una risata, salimmo sulla buggy e ci dirigemmo
sprezzanti del pericolo verso la nostra meta...
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Ok, finalmente un pò di seria azione da film ammerecano. L'adrenalina scorreva come una piena nel mio corpo, mentre urlavo scagliando rami e arbusti qua e là centrandoli con la buggy corazzata.Ogni tanto PDF sparava una salva verso qualche ostacolo solido, giusto per vederlo disintegrarsi sotto i proiettili cal.20 blindati del suo Vulcan.
Dopo qualche km la foresta si diradò.Ci stavamo avvicindando al luogo fatidico.Spensi i fari, PDF mi porse un paio di visori a infrarossi e ne indossò un paio anche lui.Abbastanza inutile come precauzione, visto che mezzo continente ci aveva sentito arrivare.
Davanti a noi si stendeva una radura molto vasta.
Al centro, un grosso elicottero da carico, senza insegne, nero. Vicino sciamavano due dozzine di soldati molto vivaci.Probabilmente stavano organizzandosi per venirci a cercare. L'elicottero aveva un portellone aperto, da cui alcuni uomini in tuta da lavoro stavano scaricando delle casse, spingendole verso un camion parcheggiato in una pista battuta che usciva dalla radura, illuminato a vista dai riflettori un paio di jeep armate fino ai denti. C'era un gran bel movimento.
"Che facciamo, capo? Maniere forti o delicate?"
"Sono proprio curioso di sapere cosa c'è in quelle casse. Dovremmo lasciarle intatte, e risparmiare qualcuno per sapere un paio di cose."
"Maniere delicate, quindi"
"No."
PDF si girò nell'abitacolo, prese una custodia e l'aprì.
Un lanciamissili Stinger!Ci abbattono i palazzi con quell'arnese!
"Ok, stai pronto ad accendere il motore e a partire a razzo, appena senti il botto"
Pdf iniziò ad armeggiare con il mirino elettronico, puntando quella bestia di arma decisamente verso l'elicottero.
"Meno 3...2...1...FUOCO!!!"
Una palla di fuoco partì dal lanciamissili verso l'elicottero.Quasi contemporanamente pestai l'acceleratore e partimmo a razzo.PDF dovette mantenersi per non cadere.
Mentre puntavamo verso il nostro bersaglio, vidi, in un baleno, la palla di fuoco avvicinarsi sibilando al suo obiettivo, e il capo fiondarsi sul Vulcan...
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L'elicottero nero era appena decollato, quando lo Stinger che gli avevo lanciato contro lo colpì al rotore di coda, che si spezzò e precipitò sopra una delle jeep, quasi disintegrandola.
Li avevamo presi di sorpresa!
Mentre l'elicottero ruotava su se stesso per aria,
impazzito in una spirale di fumo e minacciando di
cadere da un momento all'altro, alcuni dei soldati
tentarono una disperata reazione alla cieca, aprendo il
fuoco con le loro armi automatiche, mentre io e il mio
assistente attraversavamo ad alta velocità la radura,
per tentare di bloccare i camion che si erano dati alla
fuga col loro carico, approfittando del caos.
I loro proiettili fischiavano vicino alla nostra buggy, ma
quasi immediatamente l'elicottero precipitò loro
addosso con un boato, mentre l'ultima delle 4 jeep si
allontanava assieme ai camion, probabilmente per
scortarli fino al loro obiettivo.
"Altro che A-Team!" urlai ad Anarkist, che sembrò non
comprendermi. " Passami il lanciagranate!" urlai
ancora al mio assistente, che senza togliere lo
sguardo dalla strada mi lanciò addosso un fagotto
contenente il mio Oerlikon già pronto al fuoco.
Appoggiandomi al bordo della buggy, tentai di prendere
la mira fra balzi e urti continui, inevitabili viste le
condizioni della strada sterrata e la velocità eccessiva
alla quale viaggiavamo.
Quando inquadrai con sufficiente precisione la jeep
nemica nel reticolo di tiro, azionai il lanciagranate.
Il razzo colpì la jeep proprio sotto l'asse posteriore,
sollevandola in aria e schiantandola contro i
tronchi degli alberi, oltre una curva, dopo un volo di
svariate decine di metri.
"YYYEEAAAAAA!" l'urlo di Anarkist, esaltato a
incommensurabili livelli adrenalinici, precedette il
curvone che facemmo a due ruote, quasi ribaltandoci e
sollevando una nuvola di polvere e sassi, mentre i fari
della nostra auto fendevano il buio della foresta come
lame di fuoco.
Evitando per puro miracolo di venire sbalzato fuori dalla
buggy, mi sostenni al minigun e mirai ai camion,
pensando "Un'assistente come questo se lo scordano
anche nei SEALS!".
Anarkist, lo sguardo iniettato di sangue e i denti
digrignanti tallonava i camion senza tregua.
Non potendo usare il minigun per non danneggiare il
carico, imbracciai un M16 e sparai alle gomme.
Dopo qualche raffica il camion della PIKACIU sbandò e
si ribaltò a lato della strada.
Ci fermammo di fianco al mezzo, tenendolo sotto
tiro, e due soldati della PIKACIU uscirono sanguinanti
dall'abitacolo con le braccia alzate.
"Ci arrendiamo..." uno di loro guardò Anarkist
"Ma... Victuor! Sei tu! L'avessimo saputo ci saremmo
fermati prima! Guarda Boris, è il grande Victuor!" disse.
Sorridevano estasiati.
Stentando a crederci, scesi dalla buggy e dissi
"Bene, ragazzi, non vorrete sfigurare davanti al vostro
eroe, no?
Avanti, vuotate il sacco, quali erano i vostri ordini?"
Riluttanti, i due soldati ci dissero che avevano avuto
l'ordine di scortare nottetempo un carico segreto fino
alla base "Ohotsk 1" della PIKACIU, e gli era stata
raccomandata la massima attenzione nel trasporto.
"Tutto qui?" chiesi.
"Noi siamo solo soldati semplici." dissero "Eseguiamo
gli ordini senza discutere, non sappiamo nulla di più."
"Va bene, siete liberi di andare." dissi loro, con un
gesto di sufficienza.
"Grazie, signore" mi risposero, "ma prima... grande
Victuor, ti prego, facci l'autografo!!"
I soldati porsero una penna ad Anarkist, che si vide
costretto a scendere dall'auto e a firmare l'avambraccio
destro di entrambi.
I soldati corsero via felici, urlando "Non ci laveremo mai
più!" mentre, reprimendo una risata, mi accingevo ad
esaminare il carico misterioso...
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Accesi una torcia elettrica, mi avvicinai al camion
ribaltato di lato alla strada, scostai il telone mimetico
che lo ricopriva e penetrai all'interno.
Svariate decine di casse in legno con bordi rinforzati in
acciaio giacevano disordinatamente per terra, sigillate
e timbrate con lo stemma della PIKACIU.
Alcune diciture in cirillico recitavano: Alto; Fragile;
Infiammabile; Tossico; Radioattivo; Biohazard; Pericolo
di Morte; Apertura riservata a un Pokémon Master.
L'ultima frase mi gelò il sangue, poteva forse trattarsi
di...
Spezzai i sigilli di una delle casse e sollevai il
coperchio: sotto i miei occhi terrorizzati apparvero
decine e decine di Pokéballs, tutte accuratamente
etichettate e disposte in ordine su una griglia di
contenimento, che le faceva assomigliare
sinistramente a un carico di uova dal letale contenuto.
Evidentemente la PIKACIU stava preparando
un'invasione, ma avrebbe dovuto rinunciare a parte del
suo esercito!
"Anarkist, vieni qui, e porta le taniche di benzina!"
In pochi minuti io e il mio assistente cospargemmo
ogni singola cassa di carburante e polvere da sparo,
tanto per essere sicuri, poi uscimmo dal camion e
salimmo sulla buggy, portandoci a distanza di
sicurezza.
La buggy si fermò con uno stridio di freni.
Guardai Anarkist e gli dissi:
"Quest'onore spetta a te, puoi vendicare i tuoi fumetti,
finalmente!"
Anarkist annuì, afferrò il Colt Lightning, prese la mira e
sparò un singolo colpo. Con un'enorme palla di fuoco e
una cacofonia di strilli e urla disperate, le mostruosità
derivanti dalla follia del Bambino Grasso vennero
ridotte a un'inconsistente mucchietto di cenere
fumante.
"E questo è solo l'inizio!" Anarkist aggiunse, pestando
l'acceleratore...
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Dopo una mezz'ora circa di viaggio lungo la strada
sterrata giungemmo nei pressi di un'altra radura.
Anarkist fermò la buggy a una certa distanza,
nascondendola in mezzo alla vegetazione, e
percorremmo a piedi un tratto di foresta, tenendoci
nell'ombra e perlustrando il percorso con i visori IR.
Poco prima di giungere alla radura, notai qualcosa che
penzolava da un ramo di un albero.
Mi avvicinai e presi l'oggetto, apparentemente era una
sorta di giornale a fumetti.
"Anarkist, l'esperto di queste cose sei tu!" dissi, e gli
lanciai il fumetto.
Anarkist lo prese al volo e gli diede uno sguardo,
sbiancando in volto.
"Che c'è?" chiesi preoccupato.
" Per Marvel!" rispose "Questa è l'opera omnia della
PIKACIU! Ne ho sentito parlare, ma non ne ho mai
visto uno da vicino! Non pensavo fosse così orribile!
Pensa che è un prodotto per bambini!"
Rabbrividii dal raccapriccio, quale mostro poteva fare
una cosa simile a delle povere creature innocenti?
Reprimendo il nostro giustificabile disgusto,
leggemmo a turno il volumetto, fra conati di vomito e
gemiti di dolore, per collezionare il massimo di
informazioni possibile sul nostro nemico, giungendo
alla scontata conclusione: era tutta una marea di
ca77ate destinate al lavaggio del tenero cerebello
infantile...
Con le lacrime agli occhi per lo sforzo raccattammo le
nostre armi e ci dirigemmo verso la radura, avvolta
dalla nebbia e dall'oscurità circostante.
I nostri visori IR non potevano purtroppo penetrare la
nebbia, dunque li mettemmo via e decidemmo di
proseguire alla cieca, sprezzanti del pericolo, per
scoprire cosa si celava nel buio.
Non avevamo fatto dieci passi che una luce
abbacinante ci accecò la vista, costringendoci a pararci
il viso con le braccia.
Una musichetta squillante scaturì all'improvviso dal
nulla, faceva più o meno così:
"Viva i P*****n, forti e prorompenti, furbi e irriverenti,
gonna catch'em'all!"
Ad udire quella canzone, Anarkist cadde a terra,
cercando di tapparsi le orecchie e urlando dal dolore e
dal terrore, rotolandosi nella polvere.
Distolsi lo sguardo dal mio povero collega sofferente e
guardai davanti a me: un'enorme edificio bianco e
rosso a forma di sfera si ergeva davanti a noi,
illuminato a giorno da potenti riflettori.
Un'insegna posta sopra l'ingresso recitava:
CENTRO MEDICO PER P*****N - OHOTSK 1.
"Beh, perlomeno l'abbiamo trovato!" pensai, e mi
preparai a affrontare un'incursione da solo, visto che il
mio assistente era privo di sensi al suolo, atterrato da
un'emozione troppo intensa per la sua mente i cui
dolorosi ricordi erano all'improvviso riemersi dal
passato...
Sollevai il lanciabombe e puntai all'ingresso, ma
quando stavo per fare fuoco, tre sagome
dall'apparenza umana apparvero dal nulla a poca
distanza da me.
Dei bambini! No, aspetta, guardando meglio... non può
essere! La nemesi di ogni essere senziente si era
appena materializzata davanti ai miei esterrefatti globi
oculari!
Un ragazzino dai grandissimi occhi, un cappellino in
testa e un topo giallo sulle spalle, una ragazzina coi
capelli arancioni (!!!) gli occhi enormi (pure lei) e un
vestitino attillato modello arrapapedofilo, un ragazzo più
grande con gli occhi socchiusi e i capelli "spinosi" mi
guatavano con odio.
"Sono ASS!" proruppe il primo.
"Il mio nome è FISTY!" esclamò la seconda.
"E io sono BLOCK!" urlò il terzo.
"E io devo avere esagerato col J&B!" risposi ai tre
oscuri personaggi. Mi diedi un paio di schiaffi in faccia,
cercando di svegliarmi da quell'incubo, ma niente, i tre
restavano davanti a me! Che fare?
All'improvviso ricordai la lettura del manuale PIKACIU di
prima e, reprimendo una smorfia e cercando di essere
convincente mormorai: "Che fate qui? Non sapete che
è appena iniziata una svendita di carte da gioco P*****n
al centro commerciale? Prendi tre paghi due... urgh!
Uuaaargh!
Cacciai l'anima per terra.
I tre si fiondarono scalpitando in mezzo alla foresta a
velocità ultraluce, lasciandomi solo davanti all'edificio.
Anarkist si stava lentamente risvegliando, rantolava e
non aveva per niente una bella cera.
"Cos'è successo?" mi chiese ansante
"Chi erano quelli che correvano via?"
evidentemente li aveva visti di sfuggita.
"Nessuno, Anarkist, nessuno..." risposi.
Per preservare la salute mentale del mio assistente,
decisi che il mio incontro con quelle entità sarebbe
rimasto un segreto fra me e il sottoscritto.
Sollevai la canna del lanciabombe e premetti il
grilletto...
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…CLICK!!! Il lanciagranate rimase inerte…PDF esamino velocemente l’arma cercando di capire cosa era successo, quando la schermata blu di errore apparve sul display: “AVVISO ! Il sistema è occupato, o è diventato instabile…”. Il volto di PDF, con gli occhi chiusi e le labbra che, silenziosamente, si muovevano a formare le più oscene bestemmie che il mondo avesse mai udito, si volse lentamente verso il cielo: in un istante PDF aveva capito che la signora Pina, donna delle pulizie, nonché addetta alla manutenzioni dei sistemi d’arma dell’Agenzia PDF, aveva ben pensato di installare Windows ME nel sistema di spolettamento del lanciagranate. “Perché non ti liberi della signora Pina?” disse Anarkist, sedendosi su di una pietra azzurra, “lo sai che stravede per Microsoft!”. “Non posso!”, rispose PDF, “ha perso il suo unico figlio nella Guerra delle SIMM del ’99, e non ho il cuore di abbandonarla. Finirebbe su di un marciapiede a chiedere l’elemosina con un pallottoliere in mano!”. Anarkist lo guardò sconsolato: “e ora, che facciamo? Non vedo proprio una soluzione!”. PDF fece un leggero sorriso “Lo credo che non la vedi: ci sei seduto sopra!!”. Anarkist fece un balzo: “Cosa…?!?”. “Il Trasut Stuort ! La mitica pietra che concentra dentro di se tutte le energie del Non-Mondo…Credevo che fosse una leggenda, ma eccola lì! Scagliando questa pietra contro il portone, ed emettendo il Kau-Kau, il famoso grido che uccide dei guerrieri polinesiani, saremo costretti a ricontarci i denti in bocca per verificare che ci siano tutti!”. “ANDIAMO!”, disse Anarkist. PDF prese la pietra a due mani e la sollevò sopra la testa, mentre si volgeva verso il portone… L’eco del KAU KAU lanciato da PDF riempì l’aria, mentre la pietra colpiva il portone, rimbalzando innocua a terra. “Come…” iniziò PDF, incredulo dell’inefficacia del Trasut Stuort. “CI VUOLE FEDE PERCHE’ FUNZIONI, HAHAHAHAHA!” La risata del Pokemon Master si spegneva, mentre PDF si girava intorno, cercando di capire la provenienza della voce, fino a che non vide Anarkist, vicino alla Jeep, tirare fuori un videoproiettore e sintonizzarlo velocemente su Retequattro. L’immagine a 400 pollici del direttore del TG4 innescò immediatamente il Trasut Stuort, dal quale eruppe una potente colonna di luce. “A terra!” urlò PDF mentre un suono cupo aumentava minaccioso…
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Sdraiato per terra, osservavo il caos che io e il mio
assistente avevamo innescato, e mi venne
all'improvviso un sospetto: che fossimo vittime di
qualche terribile dispositivo sviluppato dal Bambino
Grasso per tenere lontani gli intrusi influenzando la loro
mente?
Dopotutto poco prima avevo amabilmente conversato
con tre personaggi immaginari, mentre ora
accadevano fatti di cui ero certo non avere la
padronanza assoluta (nè tantomeno la conoscenza).
A questi miei pensieri seguì un'esplosione, e vidi la
base PIKACIU sollevarsi in aria in un getto di liquido
multicolore, mentre un aplificatore inondava la zona
con delle polke di dubbio gusto, e Mike Tyson
combatteva contro Jerry Lewis in cima a un'enorme
tazzone di caffellatte in zuppetta e fuochi artificiali dorati.
Con uno sforzo di volontà cercai di scuotermi da quella
sorta di ipnosi e pensai velocemente a uscire da quella
assurda situazione. Vidi Anarkist seduto per terra che
commentava con compiaciuto favore gli interventi di
Fede al TG4, annuendo compiaciuto! Terribile, anche
lui era caduto vittima del controllo mentale PIKACIU!
Frugai nel taschino della mia tuta mimetica e ne
estrassi un baggianometro cpt: se i valori segnalati dal
display avessero superato i 2 pirlahertz, sicuramente la
zona sarebbe stata sotto l'influenza di un campo statico
CA -77 -AT, destinato a produrre pensieri devianti nella
mente di coloro che sono privi del relativo chip
impiantato fra le natiche... i valori erano attorno ai 2550!
In quella passò il Bianconiglio, urlando "è tardi, è tardi!
PDF, è troppo tardi, hai fallito!" e fuggì via zompando,
seguito da Alice... però, me la ricordavo più piccola la
ragazzina, questa qui è sicuramente maggiorenne e ha
anche due poppe da paura... "NO! Devo liberarmi da
questo incantesimo!" urlai, e scossi ripetutamente la
testa, mentre Anarkist giaceva a terra, scosso dalle
convulsioni, e urlava: "Meno tasse per tutti!
Pensioni più sicure!" e Ellen Degeneres cercava di
abbordarlo con penosi tentativi di circoncisione.
Poveretto.
La vista mi si annebbiava e barcollavo vistosamente,
ciononostante impugnai la mia Beretta 92S e mi
accinsi a cercare l'emettitore di campo principale.
Dopo aver evitato la carica di Re Artù e i Cavalieri della
Tavola Rotonda e schivato un U-BOOT che passò
yodelando in mezzo agli alberi, trovai una sorta di
antenna che fuorusciva dal terreno, cammuffata da
pianticella di basilico. La schiacciai con il mio stivale.
Con un crepitìo e un lampo di luce verde, le spaventose
immagini che ci perseguitavano sparirono nella nebbia
della notte...
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Mi risvegliai da quell'incubo all'improvviso, era tornato
tutto "normale".
Anarkist giaceva come al solito a terra, con un filo di
bava alla bocca, il televisore ancora sintonizzato su
Fede.
Posi fine alle sue sofferenze sparando allo schermo,
che esplose con un botto sordo.
Anarkist si svegliò di colpo dal coma e si rimise in
piedi, spolverandosi i vestiti con le mani.
In cima all'edificio sferico apparve un cono di luce, e in
mezzo ad esso si intravedeva la sagoma di un essere
umano, una sagoma tondeggiante, bassa e tozza che
si sollevava lentamente verso il cielo.
Una voce stridente echeggiò intorno a noi
"Salve, Anarkist, finalmente ci rivediamo!"
"Lo conosci?" chiesi al mio assistente.
Il viso di Anarkist trasudava ferocia.
"Esso è il Bambino Grasso, MALEDETTO!" urlò
Anarkist, agguantando il suo fucile.
Anarkist si lanciò verso l'alto brandendo la sua arma.
Il Bambino Grasso assunse una posa difensiva e si
preparò a respingere il suo attacco.
La lotta fra i due nemici di sempre era cominciata.
Approfittando della situazione, sgattaiolai di lato e mi
intrufolai in una porta laterale dell'edificio: la nostra
missione era ritrovare il dr. Fegelmatz, non dovevo
dimenticarlo, e poi Anarkist sapeva benissimo badare
a sè stesso (e poi non vedevo l'ora di ritornare da
Valentine!).
Attivai i sensori di sorveglianza di uno dei miei M16 e
mi incamminai con cautela verso un corridoio dal quale
provenivano strani rumori...
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Strisciai silenziosamente lungo i corridoi male
illuminati, seguendo i cartelli indicatori in cirillico che
erano stati fissati ai muri.
L'edificio era deserto, probabilmente era stato evacuato
all'inizio del nostro attacco. L'unico segno di attività
era il ronzio monotono dei condizionatori d'aria.
Scesi una rampa di scale e mi trovai a un bivio: una
freccia diretta verso sinistra presentava la scritta
"LOCALI DI DETENZIONE", mentre un cartello vicino
indicava i laboratori.
Il rumore di qualcosa che si rompeva e un urlo
disumano proveniente dai locali di detenzione attirò la
mia attenzione: un raggio di luce fuorusciva dalle
sbarre di una cella vicina.
Sbriciai all'interno: un uomo anziano sedeva su una
branda con un bicchiere in mano, l'altra mano distesa
per aria, tremante.
In mezzo alla cella stava in piedi un altro uomo,
piangente, le braccia protese verso terra, dove giaceva
fracassata una bottiglia di Martini.
" Porcatrota dottor Fegelmatz!" disse l'uomo in piedi
"Era l'ultima! E adesso che faccio?"
"Mi scusi mr. Tepa, sono un uomo di una certa età, e
soffro anche di improvvisi singulti imprevedibili, sono
mortificato..."
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madonnina
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ANCHE IOOOOO ANCHE IOOOOO adesso inizio
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