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Bene, anzi Benedetto Croce, non so` se dirgli
piu` grazie o fancu...Nel fratempo sto` con gli
skiantos (roba vecchia per le vs giovini
orecchie) riguardo la "cultura...chacha cha ...e`
una verdura...chacha cha...che ti cura...etc etc"
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Vabbe'... vedo che c'e' chi e' + criptico di me...
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Tepa! Se non la smetti di darmi del vecchiaccio, va a finire che Ti Rullo di Kartoni!!
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Napo lo sai che "a me mi piace
scoreggiare...non
mi devo vergognare...a me mi piace fare dei
giri
non brevi ma lunghi..."
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Ma alle Kakkole nel naso, tu ci devi fare caso!
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Quando prendo lo stipendio in gelati me lo
spendo
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E soprattutto mai masticare con la bocca piena!
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Cultura...?
Cmq, Duce non si è più fatto vedere... Abbiamo perso un pezzo di memoria storica.
Inizio io per te, o Duce!
Cultura storica: il nostro paese difetta di cultura storica: non esiste popolo ignorante della sua storia come gli italiani (e parla uno che, pur laureato, pur letterato, pur quel ca77o che ve pare, di storia ne sa non molta ).
La storia da noi nell'era moderna l'hanno fatta gli altri (gli inglesi e i francesi nel risorgimento, odiernamente tedeschi, francesi e americani).
Se chiedi a uno: "sei comunista? " minimo ti dirà di sì o di no a seconda della generazione cui appartiene: se è un sessantottino presumibilmente sì, se è un supergiovane presumibilmente anche, ma ignorando totalmente cosa sia il comunismo storico (tralasciamo il comunismo filosofico).
Lo stesso ragionamento si può fare per fascismo e nazismo; socialismo e liberismo (liberalismo e social liberalism lasciano perdere, va...), essendo concetti non estremistici come i primi due sfuggono ancor di più all'interpretazione del nostro italiota (copiright Tepa
).
Questa mancanza di cultura storica ci porta a compiere sempre gli stessi errori del passato, ad essere un popolo (e qui apri le orecchie, o Duce!, perchè la frase è dello stesso Mussolini) "più facile da comandare a bacchetta, che da creare e plasmare".
Ripetere gli stessi errori e non sapere prevedere quelli nuovi, ma neppure provarci a prevederli!
Non ci ricordiamo di nulla, storicamente, i governi di oggi contengono le stesse pecche di quelli passsati, oltre che spessissimo le stesse persone! Hanno programmi identici, cioè vacui e fumosi, non si riesce a fare una manifestazine senza che questa sia manipolata geneticamente da idee morte e sepolte, semplicemente perchè ignoriamo che i loro stessi geni, alla prova della Storia, sono difettosi!!
Questo per dirne alcune.
Corollario a questa deficienza di cultura storica: esisterà sempre gente come il Duce che sventolerà bandiere e vessilli dai nomi fumosi e retrò, con un certo gusto di chissàche-mamipiace, che incontrerà altra gente malata disposta a dare loro ascolto.
... continua...
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concordo!
Aggiungerei anche un'altra illustre m.i.a. :
la signorina memoria.
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...prosegue.
Oggi il Prof. Gufo vi parlerà di cultura politica.
Sai, o Duce!, quale è la principale differenza, a mio parere, fra sistemi democratici e sistemi totalitari (fascismo, nazismo e comunismo)? Che questi ultimi non crediono che l'uomo, qualunque uomo, possa prendere decisioni politiche.
Poitiche nel senso di riferite alla polis, alla comunità, e tale incapacità è tanto più palese e tant6o più grave e pericolosa, quanto più vasta è la comunità e tanto più alti e importanti sono gli obiettivi che tale comunità si dà e gli strumenti sia materiali che "immateriali" che pone in essere per ottenerli (fra i primi può essere considerata la forza fisica, bellica, economica; fra i secondi una specifica virtù nazionale o carattere razziale, nella più becera delle interpretazioni).
Il fatto, secondo i totalitaari, è che l'uomo è soprattutto IRRAZIONALITA', sentimento, vis (termine latino che indica forza e coraggio),e che quindi, in apertissimo conflitto con gli illuministi (che, o Duce!, ti rocordo sono stati i primi a parlare di uguaglianza, libertà e fraternità, e altri salubri concetti che tu ovviamente, essendo fascista, disprezzi), l'uomo comune, anche e soprattutto le masse di uomini (critica alla democrazia diretta di Rosseau), è incapace di prendere decisioni ideali per la comunità.
Ideali nel senso di ottimali per giungereagli obiettivi, quindi logiche cioè razionali.
Gli uomini, piuttosto, devono farsi guidare da alcuni capi, esseri quasi sovrumani (è noto il tentatio di Hitler di cancellare le prove del suo passato per farsi passare come "l'uomo del destino" venuto x risollevare le sorti della germania: d'altronde tu stesso non puoi bnegare il ruoo che il MITO ha nella cultura totalitaria, specie nazista e fascista), uomini che possono sollevarsi oltre la morale del proprio tempo per garantire e preservare valori piùalti e intramontabili.
Non sto quà a denunciare i già notissimi (o almeno tali ) crimini che il totalitarismo ha compiuto, e x i quali è stato ripudiato.
E con ciò arrivo, finalmente!, al punto nevralgfico: la democrazia non è, lo riconoscono in molti, il sistema politico migliore: Mussolini parlava di demoplutocrazia, e non gliene si può dare tutti i torti se si pensa che la giustizia NON è cieca e che anzi la politicaci vede benissimo, e che esistono lobby di industriali, banchieri, avvocati, finanzieri, ecc., ricconi che riescono a muovere le decisioni che riguardano noi tutti.
Oggigiorno inoltre, il concetto stesso di rappresentanza popolare è soggetto a critiche, da un lato perchè la nostra come altre) Costituzione nega che vi sia un mandato perentorio al deputato, bensì vi sia INDIPENDENZA del rappresentante dal rappresentato; ma ancor peggio, oggi i politici rispondono più alle cancellerie dei propri partiti che ai prorpi elettori di circoscrizione, rendendo ancor più vacuo il concetto di rappresentanza, giacchè (e qui è storia recente) non sempre i programmi elettorali si possono rispettare (vuoi perchè se ne comprende l'irrealizzabilità, vuoi perchè oltre la fumoserie retoriche si scopre che vi è il nulla quanto ad accordi fra partiti).
E questo da il là ad una terza considerazione: la demagogia è il pericolo maggiore per la democrazia.
Detto in soldoni: poichè di analfabeti, di disinteressati e di balubba che si fanno turlupinare e buggerare è pieno il mondo, allora basta gettare un pò di fumo, fare un pò di luci e di scena x ottenere voti (1 milione posti di lavoro, il presidente operaio, la sinistra prograssista, europeista, ambiantalista, giustizialista, tuttoista...).
Tutti i veri sistemi democratici prevedono forme di TRASPARENZA del processo decisionale politico e delle decisioni finali prese: esistono comitati dei consumatori, forum e tribune politiche, associazioni di categoria, libri, saggi, giornali, cancellerie di stato aperte al pubblico, e tuttavia il disinteresse più totale.
L'imbroglio e la dittatura la fanno da padroni lì dove esiste il disgusto e l'insofferenza x la politica e quindio la disattenzione.Ma ricordo che essere liberi non vuol dire essere solo <liberi da>, ma anche <liberi di>, di fare politica, nella fattispecie.
esiste, o dovrebbe esistere, una virtù del cittadino, un suo essere adeguato alla dmocrazia, xchè essa è un sistema fragile, propenso a incrinarsi e inacidirsi.
Bisogna essere attenti, noi siamo i primi guardiani della democrazia e del nostro benessere. Disinteressarcene è la nostra capitolazione.
Esiste questa cultura della politica in Italia?
No, Duce.
Io non ce la vedo.
e sai perchè?
Perchè non abbiamo cultura storica, perchè a scuola non ci viene insegnata, o ci viene insegnata male, a vantaggio di una vacua cronologia; non esiste alcun insegnamentop che riguardi lapolis: ci sarebbe educazione civica che ne potrebbe fare le veci, se venisse in qualche modo elevata a materia degna di tal nome e realmente insegnata!!
Tutti pensano che sia da aborrire qualsiasi discorso che verta anche lontanamente sulla politica, perchè allora si fa proselitismo, èerchè è tutto un essere di parte, perchè sono argomenti troppo recenti, troppo aperti per poterli trattare con rigore scientifico ( chissà che vorranno dire quando affermano ciò...), e perciò rimaniamo al 1700 come preparazione scolastica!!!
Mi scuso per la prolissità, per altro necessaria.
...continua.
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clap clap clap bravo gufo condivido in pieno cio' che dici sull'educazione civica!!
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Ok, torniamo in argomento... sulla cultura politica avrei qualcosina da dire pure io... soprattutto sul concetto di democrazia, forse la vera utopia della civiltà contemporanea. Perché dico questo? Perché non ritengo che il sistema democratico sia, nella sua essenza, quello che comunemente la gente crede. In pratica democrazia vorrebbe dire affidare al popolo la gestione delle questioni politiche e sociali che lo riguardano. Per far questo concretamente, si ricorre all'elezione di personaggi i quali dovrebbero rappresentare interessi e correnti di pensiero. Io, in tutta franchezza, non penso che nessun uomo possa rappresentare nemmeno un solo altro uomo, figuriamoci una moltitudine. E questo è il problema in cui viviamo oggigiorno, quando la gente va a votare magari turandosi il naso, xché comunque elegge persone con cui si trova in disaccordo su moltissimi temi importanti. E' l'annoso problema della "massa" . La "massa" in sé è stupida, è l'elemento più idiota della nostra società e quando parlo di massa intendo proprio il popolo, quello che dovrebbe governare un paese. Il parlamento dovrebbe rappresentare politicamente le singole persone, invece rappresenta (perfettamente, fra l'altro) proprio la "massa" . La cultura politica non esiste, ma non è un nostro problema, caro Gufo, è un problema del mondo intero, e mi riferisco sia ai paesi democratici che a quelli governati dal terrore. Soprattutto quando parli dei baluba che si fanno ammaliare da campagne propagandistiche, il vero problema è che nel nostro paese (come in tutti gli altri paesi) i baluba sono la maggioranza, quindi secondo il sistema democratico è giusto che siano loro ad avere in mano le sorti del paese. E che eleggano altri baluba. Anche nei paesi con regimi totalitari, spesso i dittatori vengono appoggiati dalla "massa", è il caso di Hitler o di Mussolini ma anche di Omar... di conseguenza avremo sempre dei baluba al governo di un popolo di baluba. Fatemi un esempio di un solo capo di stato al mondo che sembri davvero intelligente...
Se vogliamo poi parlare di quanto la vacuità di un sistema scolastico (e qui in Italia siamo davvero un esempio splendido) possa incidere sulla cultura della popolazione... beh, c'è davvero da piangere...
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Saddat! Infatti l'han fatto fuori (indovina
indovinello chi sara` mai stato...) Gorbaciov,
anche lui trombato, in maniera meno
estrema, etc.
uomini che han cercato di far la cosidetta
differenza ce ne son stati, talvolta o meglio
,spesso, la differenza, spaventa i baluba , che
ci tengono, seppur reconditamente, di rimaner
baluba.
Riguardo a Omar, non avendo l'appeal,
carisma (e
la follia criminale, vedi soprattutto il baffo)
degli altri due personaggi, l'appoggio dalle
masse non e` riuscito ad ottenerlo in fin dei
conti, ed e` ricorso a dinamiche di controllo
riguardo le quali abbiam letto a sufficenza.
Insomma beduino era etc etc.
(Kohl non mi sembrava cosi` stupido, Blair
non
sembra male no?)
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Blair quello che fa l'amore con la maglietta del Chelsea? (non ho mai capito se lo fa nel senso che la tiene addosso mentre copula con la moglie o nel senso che usa proprio la suddetta maglia come partner...)
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Caro nick, pur nel completo accordo con quanto posti, non sono d'accordo quando crivi che la cultura politica non esiste.
Anzi. esiste e se ci manca è prprio dovuto che non ne siamo stati educati, non solo scolasticamente parlando, ma proprio non abbiamo la sensibilità etica, civile, l'impegno stesso che fa la differenza fra il cives romano che si limitava a vivere di panem et circensem e lasciava che i suoi politici lo spoliassero di ogni potere decisionale, e il citoyen francese che prende in mano il prprio destino e fa la rivoluzione.
Ma ora vengo alla prossima lezioncina sulla cultura, sperando che stavolta il sito non mi faccia problemi come ieri lasciandomi dopo 15 minuti che scrivevo, facendomi così perdere tutto il lavoro, il tempo e la speranza di riconciliarmi con d io
(webbò, ricordami che ti devo uccidere!!! )
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Cultura politica.
Quale è da circa 5 secoli il mezzo utilizzato per scambiare e distribuire le risorse fra usi alternativi e fra + persone?
Il mercato.
Ora, esiste una folta schiera di personaggi, fra i noti, i notissimi, e gli sconosciuti, compresi quelli venuti alla ribalta delle cronache perchè si beccano un proiettile se cercano di distruggere una camionetta della polizia, che ritengono il mercato sia il peggior meccanismo di allocazione delle risorse, xchè avantaggia pokissimi, crea povertà, emarginazione, inquinamento, abuso di potere, interferenza fra poteri che x legge dovrebbero rimanere indipendenti, crea alienazione e imbruttimento spirituale.
Non si può dar loro tutti i torti: esistono fior fiore di ricerche che dimostranmo anche matematicamente linefficienza dei mercati.
per dirne una, la "scatola di Edgeworth" statuisce che lo scambio massimizza l'utilità di tutti i partecipanti e che l'allocazione finale sarà la più efficiente in assoluto. Ma ciò vale solo in condizione di perfezione dei mercati, di inesistenza di asimmetrie informative e di inesistenza di disuguaglianze nella forza contrattuale.
Se tali condizioni non vengono garantite (e tutti possiamo verificare che nel mondo reale è così), si crea una situazione in cui lo scambio massimizza di più l'utilità di uno rispetto all'altro.
Ma se così è, quale è l'alternativa al mercato e a libero scambio?
Ovviamente ricorrere all'economia pianificata, di tipo sovietrico per intenderci.
A parte l'ovvia lesione dei più banali e fondamentali diritti civili e politici di cui tanto meniamo vanto (in primis la proprietà e la libertà di iniziat5iva economica) se i principi comisti venissero applicati, l'economia pianificata ha sortito, alla prova della Storia, pessimi effetti.
Ogi, i suoi sostenitori dicono che è stata colpa dell'amministrazione corrotta della nomenklatura, ma questa è una cosa ovvia, perchè dappertutto ci sono sprechi, inefficienze, clientelarismo, nepotismo e corruzione, specie in un gigante burocratico.
Il vero problema è invece la mole incredibile di informazioni da processare per effettuare tale equa fredistribuzione delle risorse, mole tale da mandare in pappa qualsiasi supercomputer!!
Quel che ci vorrebbe non è un altro meccanismo di allocazione delle risorse, bensì una garanzia che quello attuale funzioni nel modo più efficiente possibile, garantendo maggiore concorrenza, anche prevedendo una authority, garantendo l'estensione dei diritti civili e politici là dove non sono ancora previsti o emanati, e provvedendo ad una oculata politica fiscale che redistribuisca la ricchezza fra i ceti, + altre politiche minori ma non meno importanti come quelle per i giovani, gli studenti, la scuola, gli anziani, gli immigrati, i portatori di handicap, ecc....
Poichè il mercato è una creazione umana, è x sua natura limitato e < necessita di un continuo e intelligente sforzo di trial and error, un approccio lontanissimo dalle ideologie estreme > (Emilio Gerelli, il sole 24 ore del 8.1.02).
se poi è vero, come sostengono molti studiosi, che storicamente non è esistita democrazia liberale (con tutte quelle libertà e diritti che ci piacciono tanto) senza un sistema capitalistico di mercato, bensì possono esistere e esistono strutture capitalistiche in sistemi illiberali o antidemocratici, allora diviene ancor più palese la stupidità e l'incultura economica di che ancora ce la mena al grido di "DEMOCRAZIA+LIBERTA'+NO RADICALE AL CAPITALISMO" .
Tuttavia di tali ideologia estreme temo che qua in italia ne siamo pieni, e quando si fanno le manifestazioni in piazza, o si creano le alleanze di governo ne paghiamo lo sconto: provate voi a correre, o solo a camminare, con un morto appeso al collo!!
Ovviamente, per concludere, dò anche una stilettata ai fascisti: queste personcine sono sì per un sistema capitalistico, ma difettano, bontà loro!, della più basilare conoscenza dei diritti civili e politici, senza dei quali il sistema stesso diventa il più turpe modo di rendere serva e povera la popolazione (pensiamo solo alle conseguenze dell0illiceità dell'associazonismo sindacale, della libertà di stampa, di parola, di voto).
ciao a tutti.
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Scusate... il titolo dello scorso post doveva essere "cultura economica" .
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Forse non sono il più adatto a parlare di cultura giuridica, dato che non sono un giurista e il diritto mi ha sempre fatto skifo, però anche per q2uesto tipo di cuiltura mi sento di dire ce a mio aviso non si può mettere in italia la parola < definita > come suo agettivo qualificativo.
Mi spiego: dall'emanazione dell'Habeas Corpus Act nel 1679, alle Carte Costituzionali americane e francesi e alla nascita degli odierni stati demopcratico-liberali, è stato tutta un astrada in discesa, salvo brevi interruzioni (brevi secondo il computo della storia e delle generazioni).
Man mano i popoli hanno visto riconosciuti come inviolabili, inalienabili e eterni alcuni diritti fondamentali che sono diventati il carattere peculiare del liberalismo e poi della democrazia: l'uguaglianza di fronte alla legge, la presunzione d'innocenza, il processo civile, la libertà di parola, pensiero, associazione, manifestazione, di accesso all'informazione, di iniziativa economica, di vivere la propria sessualità, di fede religiosa, i diritti politici, la proprietà.
Il carattere fondamentale delle democrazie moderne è che sono stati di diritto.
Da questo punto di vista è ovvio concludere che la cultura politica occidentale è ampiamente superiore a qella isdlamica, e che anzi esiste una frqttura irreparabile fra le 2, che è il limite principale al mutuo riconoscimento e pure ad ogni tentativo di avvicinamento e convivenza (salvo certe affermazioni di alcuni idioti sclerotici come Kossiga, vedi topic < la superiorità della cultura occidentale > ).
La loro cultura giuridica è pessantemente influenzata dalla loro cultura religiosa e politica, mentre la nostra no, perchè è di natura scientifica, perciò areligiosa e apolitica.
Tuttavia poichè non si vive di sole astrattezze concettuali, alla prova del fuoco anche la nostra cultura giuridica lascia ancora a desiderare: da circa 10 anni assistiamo al vergognoso spettacolo di giudici politicizzati, di politici che si ergono a giuria e boia assieme, in una continua interferenza fra sfere e poteri che in teoria dovrebbero rimanere indipendenti, e ad una continuademonizzazione dell'altro; inoltre la stessa giustizia, sia penale che civile, presenta tempi disumani e lesivi della dignità, pecche che neppure le fumoserie retoriche tipo < giusto processo > ha risolto; in più viviamo in un'epoca così malata che fa del pentitismo il suo fulcro, il suo unico perno, si assiste all'infamante e vergognosa concessione di diritti, premi (!! ) ecc.. ad assassini, mafiosi, tangentisti ecc... mentre noialtri tiriamo a campare; in più, il sesazionalismo mediatico, nutrito dagli stessi giudici e politici, crea e distrugge personalità in un batter d'occhio, le annienta e poi se ne strafrega.
Questa non è cultura giuridica.
Come dire: predichiamo bene e razzoliamo male. Anzi, peggio.
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"La loro cultura giuridica è pessantemente influenzata dalla loro cultura religiosa e politica, mentre la nostra no, perchè è di natura scientifica, perciò areligiosa e apolitica."
beata ingenuità...... +
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