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By Gufo (213.45.165.222 - 213.45.165.222) venerdì 02 novembre 2001 - 21:22 |
Era difficile immaginarselo, ma i 28 imputati al processo per le morti al petrolchimico di Marghera sono stati tutti assolti per non aver commesso il fatto.
'Ndem ben!!!
Il mio vicino di casa è morto di cancro (come gli altri 102) oramai da circa 18 anni, lavorava alla montedison, ed il suo fegato pesava 12 Kg al momento del decesso. E non era mer.da quella dentro....
E voi conoscete qualche bell'argomento per cui ringraziare il nostro bel paese?
By Carlitos (128.218.208.46 - 128.218.208.46) venerdì 02 novembre 2001 - 21:44 |
La motivazione dell`assoluzione e` che non si sapeva all`epoca che quel materiale fosse tossico.
Bella scappatoia. Non mi sembra mica giusto. Intanto i profitti li hanno fatti e se li sono anche intascati. Puo` essere che non ci sia responsabilita` penale ma spero che le famiglie siano adeguatamente risarcite perche` non credo che quello sia una cosa eludibile. Gufo ne sai qualcosa?
By Pugnodiferro (62.98.209.87 - 62.98.209.87) venerdì 02 novembre 2001 - 21:59 |
Veramente alla TV stasera ho sentito che si
sapeva eccome che quel materiale era
altamente tossico...
By Alan_Smithee (62.149.162.197 - 62.149.162.197) venerdì 02 novembre 2001 - 23:01 |
La sentenza dice: Assolti dall'accusa di lesioni personali per intervenuta prescrizione. Assolti per omicidio colposo, perché il fatto non costituisce reato. Assolti dai delitti di disastro, avvelenamento colposo, nonché delle contravvenzioni loro ascritte, perché il fatto non sussiste.
Insomma a Porto Marghera non è successo niente
By Chanel (62.98.110.139 - 62.98.110.139) sabato 03 novembre 2001 - 01:03 |
Non ho parole (solo parolacce) per quella schifo di sentenza
By Gufo (213.45.166.29 - 213.45.166.29) sabato 03 novembre 2001 - 12:47 |
Sinceramente non so quanto abbiano avuto e se tutti siano stati risarciti. Per certo so che, x esempio, la famiglia del mio vicino ebbe la liquidazione del marito e un risarcimento per non fare causa, ma non so dirti a quanto ammontasse, non mi sembrava giusto all'epoca sembrare troppo curioso. Mi sembrava morboso.
Ma se interessa saperne di più, andate sul sito:
legambientedoc. i t/centro/documenti/2001/marghera. ht m
I manager di enichem, montedison e enimont sapevano dal 1977 della pericolosità dei loro impianti, e, se si fossero presi la briga di informarsi degli sviluppi delle ricerche scientifiche, lo avrebbero saputo fin dal 1969!!
Cmq, il fatto che il processo, che riguardava la responsabilità degli agenti inquinanti e degli amministratori in quelle morti, sia passata senza giudizio di colpa mi fa ritenere che chi non beccò nulla a suo tempo, non vedrà nulla ora.
Mi comincia a dispiacere di non aver visto lo spettacolo di Paolini sul processo di marghera.
Qualcuno di voi l’ha visto?
By Gufo (212.171.104.6 - 212.171.104.6) sabato 03 novembre 2001 - 14:39 |
Va beh! Proviamo a fare un distinguo.
La sentenza fa differenza fra le morti prima del ’73 e quelle successive: per le morti precedenti al ’73 è con formula “perché il fatto non costituisce reato”. Insomma non c’era colpa perché non essendoci evidenza scientifica non si poteva sapere della pericolosità del PVC. Per le morti successive perché “il fatto non sussiste”: i livelli di esposizione non erano più, secondo la corte, idonei a provocare tumori.
E’ vero che l’irretroattività delle norme penali è un diritto e risponde a istanze democratiche, ma non credo possibile che non ci fosse neppure il dubbio che lavorare lì potesse essere rischioso: in miniera, per fare un esempio, ci lavoravano già il secolo scorso, e non ne uscivano certo più sani di prima. Inoltre non credo che si possa tralasciare o fregarsene del c.d. principio di precauzione (=evitare, in assenza di prove scientifiche certe, di assumere sostanze eventualmente pericolose, o quantomeno proteggersi, precauzionarsi). Ma forse il caro avv. Stella (se qualcuno studia alla Cattolica di Milano, lo uccida per conto mio, me ne assumo la responsabilità) vuole fare lo stesso di ciò che sta facendo il WTO: affondare il principio di precauzione, e dare il via libera alla commercializzazione di qualsiasi prodotto o processo produttivo autorizzandone il blocco solo quando c’è prova scientifica della pericolosità (nel frattempo sono caxxi tuoi se ti muori!!).
In secundis, come mai dal ’73 in poi le cause di morte sono state le stesse di quelle pre-73?!
Eh, avv. Stella?!
Figlio di buttana, spera di non incrociare mai la mia strada.
By Hermione (151.15.171.180 - 151.15.171.180) sabato 03 novembre 2001 - 21:36 |
Principio di precauzione....effettivamente, a rigor di logica, fregarsene non sembra la cosa più sensata da fare, ma siamo in Italy.
Sbaglio o qualche anno fa (1986) si era posto il problema dei livelli di atrazina nelle acque.
Secondo la legge dell’epoca, applicata in tutta Europa, l’atrazina non poteva essere presente in falda in dosi superiori a 0,1 microgrammi per litro d’acqua. da qualche parte invece il limite era stato superato anche di 10 volte.
Beh, il Ministro della Sanità dell'epoca (tale Donat Cattin) dispose che "per l'approvvigionamento idrico destinato al consumo umano è ammessa la utilizzazione di acque in cui il residuo di atrazina non superi il limite di 1,7 microgr/l".
Ora, in matematica ho sempre fatto schifo, ma se non sbaglio 0.1 x 10 fa più o meno......1!
Quindi se il valore soglia è di 1.7 microgr/l e la quantità di erbicida nelle falde è di 1 microgr/l...siamo a cavallo, no!
Si trattava di un provvedimento temporaneo, naturalmente, ma, visto sempre che siamo in Italy dove il più delle volte "temporaneo" significa "permanente"...bah, chissà se ce la stiamo bevendo ancora l'atrazina.
Ah, chiare, fresce e dolci acque...il fatto è che fa un freddo biricchino, altrimenti, quasi quasi, mollerei la macchina a S. Giuliano e mi butterei a fare un bagno proprio di fronte allo stabilimento della Montedison...dicono che l'aria e l'acqua da quelle parti sia un toccasana!!!
Si, non ghe xe ombra de dubio...i xe proprio tuti 'na gran bruta banda...
By Gufo (212.171.103.129 - 212.171.103.129) domenica 04 novembre 2001 - 10:59 |
Se è x questo ci sta ancora l'amianto per kilometri e kilometri di tubature a Venessia.
per non parlare del cromo negli acquedotti di tantissimi comuni limitrofi a Udine, compreso quello dove ho svolto il servizio militare: che bello che era farsi la doccia al cromo
By Pugnodiferro (62.98.194.234 - 62.98.194.234) domenica 04 novembre 2001 - 11:44 |
Anche qui in Sardegna, sebbene i centri
industriali siano un'inezia in confronto a quelli
del nord, abbiamo le nostre porcate: se avrete
il coraggio di attraversare la zona industriale
di Cagliari, vedrete le fabbriche scaricare
direttamente in mare porcherie di ogni tipo, a
breve distanza da zone balneari.
L'anno scorso passai da quelle parti e vidi
depositi di liquami variopinti un pò ovunque
che scolavano in mare e/o evaporavano in
tutta tranquillità, e lì vicino c'era una bancarella
che vendeva "esche vive"... inutile dire che mi
fiondai via da quella zona a velocità
incredibile.
By Gufo (213.45.171.72 - 213.45.171.72) domenica 04 novembre 2001 - 13:52 |
Adesso capisco perchè vado d'accordo con PDF: è sardo!!
Salutami Nuoro
By Pugnodiferro (62.98.209.46 - 62.98.209.46) domenica 04 novembre 2001 - 17:29 |
Veramente sarebbe un pò lontanuccio da
dove vivo, giusto 200 km... sto a 15 km da
Cagliari.
By Napo (192.92.126.166 - 192.92.126.166) domenica 04 novembre 2001 - 17:31 |
Trascrivo da C@c@o:
"LA STRAGE IMPUNITA
Giorgio Bocca
TUTTI assolti quelli del Petrolchimico di Marghera. Un tempo si diceva:
"per vedere condannato in Italia un re di denari, bisogna che lo trovino
con il coltello in mano mentre infierisce sulla vittima. E forse non basta."
Tutti assolti i vent'otto dirigenti, in testa Eugenio Cefis e Lorenzo Necci,
che alla guida della macroazienda Montedison e poi Enimont e per finire
Enichem non hanno impedito (o non hanno fatto abbastanza per
impedire) che ci crepassero centocinquantasette operai, e se ne
ammalassero centotre, per i tumori e le leucemie causate dai veleni usati
per la produzione della plastica. Il procuratore Casson aveva chiesto 185
anni di carcere. Davanti al Palazzo di giustizia e' rimasto in lacrime il
prosindaco di Venezia Bettin, sono rimasti i parenti e gli amici dei morti.
Il caso ha voluto che un'indagine iniziata nel 1994 e un processo apertosi
nel '98 si siano conclusi nella festivita' dei santi e dei morti.
La prima vittima Enrico Simonetti mori' di cancro al fegato nel 1972,
seguirono gli altri centocinquantasei mentre si allargava l'inquinamento
del suolo e della laguna per cui l'avvocatura dello Stato ha chiesto un
risarcimento di ottantamila miliardi. Una cifra astronomica che dimostra
da sola l'impunita' di cui godono i responsabili di buona parte del nostro
sviluppo industriale: nessuna azienda e' in grado di pagarla, dunque tanto
vale assolverla nei suoi dirigenti.
Un ragionamento che in pratica uccide la giustizia, una conferma che
l'industria, l'economia sono piu' forti della morale, della politica, del
codice. Questo sviluppo che passava come un carro armato sul territorio e
sugli uomini non ha avuto il consenso anzi il plauso degli elettori e dei
governi, non lo abbiamo chiamato "il miracolo italiano"? C'e' stato un
duro prezzo da pagare e lo hanno pagato coloro che lavoravano a contatto
con i veleni. La motivazione della sentenza non e' stata ancora resa
pubblica, ma il presidente della prima sezione del Tribunale di Venezia
ne ha anticipato la sostanza: non c'e' stato dolo dei dirigenti, perche'
all'epoca dei fatti non si sapeva che quelle sostanze fossero cosi' nocive.
E probabilmente si chiamera' in causa anche l'irresponsabilita' della
scienza che consentiva di produrre quelle sostanze senza preoccuparsi
della loro nocivita'.
Pui' una grande azienda, uno dei pilastri dell'economia nazionale, perdere
anni o decenni di produzione in attesa di verificare la pericolosita' di una
sostanza? No, non pui'. Il mercato alimentare mondiale e' pieno di
alimenti transgenici, corretti con l'ausilio della chimica, di cui si ignorano
i rischi. Non c'e' mai dolo nell'industria e nella scienza che uccidono. Ha
ucciso la mucca pazza ingrassata con farine di animali morti. Qualcuno e'
andato in galera per questo? Non c'era dolo nella produzione e vendita di
farine delle grandi multinazionali?
E di fronte a questa irresponsabilita' dell'economia e della scienza tocca
alla giustizia trovare la quadratura del cerchio, per consentire al sistema
di continuare: le assoluzioni generali per mancanza di dolo.
Il prosindaco di Venezia Bettin e gli operai di Marghera che hanno
cercato per anni di opporsi ai veleni piangono o imprecano davanti al
Tribunale ma sono impotenti di fronte al muro dei grandi poteri che
automaticamente si congiungono nell'assicurare l'impunita' di chi sta al
piano alto. Cosi' e' scritto. Ma e' questo il migliore dei mondi possibile?"
By Pugnodiferro (62.98.209.46 - 62.98.209.46) domenica 04 novembre 2001 - 17:42 |
Anche la zona di Portovesme fa piuttosto
schifo, c'è una fabbrica (che se non erro
produce leghe metalliche) che erutta fumi
giorno e notte, per non parlare degli scarichi
fognari a mare... un aroma inconfondibile,
proprio un degno biglietto da visita per i turisti.
Penso sia ora di porre rimedio a questa
situazione, sia da parte degli imprenditori che
da parte dello Stato: quest'ultimo in particolare
predica bene ma quando si tratta di sganciare
i soldi ha sempre qualche scusa pronta.
Occorrono fondi per bonificare le zone
inquinate e per modificare i centri industriali in
tutta Italia, questo è incontestabile, e non
vorrei che nel caso si attuassero questi
provvedimenti fossimo di nuovo noi, cittadini
spremuti come limoni, a pagarne le spese: è
ora di attingere alle casse dello Stato che
dopo averci tartassato di tasse spesso
ingiuste deve restituire il maltolto per una
buona causa come questa.
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