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Donna di intuito e coraggio, di straordinaria retorica, di grande rigore scientifico, che mai s'azzarda a trattare argomento di cui non sappia bene e a fondo.
CON LA SINISTRA PIÙ WINEHOUSE. Gabriella Carlucci, onorevolissima deputata Pdl. Finalmente, dopo giorni di terribili dubbi e tribolazioni, ci ha detto la verità su Amy Winehouse: «Non ci sono dubbi. Se durante il governo Prodi il centro-sinistra avesse realizzato il suo progetto, a firma dell'allora ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero di legalizzare le stanze del buco di Stato, oggi purtroppo avremmo avuto anche nel nostro Paese migliaia di casi tragici come quello di Amy Winehouse».
Come non pensarci prima: più sinistra uguale più Winehouse. Meno male che Gabriella c'è. Ma non si è fermata qui. Nella sua lunga carriera parlamentare, Carlucci ci ha regalato perle di teoria politica e a volte anche filosofica.
Droghe e aborto, le crociate di Gabriella
Sempre moderata, sempre attenta a individuare i nessi logici tra le cose, mai che parli senza sapere. Di droghe e tossicodipendenza, per esempio, lei si che ne sa. Il tema l'ha sempre appassionata, per nostra grazia.
Immaginarsi altrimenti a consegnare il monopolio del dibattito a quei rastafariani dell'Onu, che sostengono addirittura che la droga la si debba legalizzare. Hanno scritto persino un documento per dire che «la guerra mondiale alla droga ha fallito con devastanti conseguenze per gli individui e le comunità di tutto il mondo». Cose da non crederci. Fortuna, si diceva, che c'è la Carlucci a battersi contro l'infausto premissivismo delle istituzioni internazionali: «Anche il consumo di cannabis dovrebbe essere illecito», disse dopo una sentenza della Cassazione che definiva illegale la coltivazione della pianta, perchè non possiamo permettere «che la cultura devastante del permissivismo lasci ancora ampi spazi di manovra alla devastazione delle menti e dei corpi dei nostri giovani. Sarà compito del nuovo Governo», annunciò, «intervenire per porre un freno, in maniera definitiva, agli slogan «più spinelli per tutti», in controtendenza con quanto fatto dall'ex ministro della Salute Livia Turco, che tra i primi provvedimenti, ricordiamo aver insistito per il raddoppio della dose minima personale».
LA RU486? UN PESTICIDA ANTIUMANO. Quella frikkettona di Livia Turco. Carlucci per fortuna l'ha sempre contrastata. Quella che voleva dare in pasto alle donne non una pillola abortiva, ma «un pesticida antiumano», Gabriella dixit. «Il rapporto sulla pillola abortiva Ru486 conferma che non si sta parlando di un'aspirina, ma di un pesticida antiumano», dichiarò l'ex showgirl passata poi tra le file di Forza Italia. «Trattasi di un pericolo per la vita delle donne purtroppo ignobilmente sottaciuto». E ancora: «Il Ministro della Salute Livia Turco secondo la quale la RU486 è una metodica meno dolorosa che garantisce meglio la tutela della salute della donna rispetto all'interruzione chirurgica, dovrebbe trovare il coraggio per far visita alle donne che hanno assunto il farmaco».
Social network, nuova frontiera del terrore
Ma nel catalogo esilarante delle dichiarazioni firmate Carlucci non ci sono solo dorga e aborto. Internet, per esempio, è stato, ed è, un gran cavallo di battaglia dell'onorevole. Che ha sempre affrontato il tema con cognizione di causa, sostenendo, per esempio, che i social network «non sono più luoghi di incontro e socializzazione virtuale, ma si sono trasformati in pericolose armi in mano a pochi delinquenti che, sfruttando l’anonimato, incitano alla violenza, all’odio sociale, alla sovversione».
Per questo Carlucci si è battuta perchè fosse approvata «la proposta di legge anti-anonimato, un provvedimento che non è contro la rete, non è contro la libertà di espressione ma contro i criminali che abusano di Internet per infrangere la legge».
L'ASSALTO A GILIOLI. Di mezzo ci sono i bambini, minacciati dalle insidie del web. Da vicepresidente della Commissione Infanzia, Carlucci ha fatto di tutto per introdurre paletti, bavagli e e censure alla Rete. Sempre nell'interesse dei minori, va da sé. E quando quello scrianzato di Alessandro Gilioli, giornalista di cose digitali de L'Espresso, in un incontro pubblico, le fece notare che Internet «è la realtà, è un ambiente, è la strada come casa sua, casa mia, non è mettendo un poliziotto a ogni angolo che si salvano i bambini», lei fermò subito le farneticazioni di quell'uomo senza scrupoli. «Guardi le auguro che appena suo figlio avrà accesso a Facebook venga intercettato dai pedofili, e che lo incontrino sotto scuola, così lo capirà su se stesso cosa vuol dire».
OSCURE LE TIVÙ CON MESSAGGI NEGATIVI. Che rigore, Gabriella, che nobilità. Lei, mamma premurosa di adolescenti alle prese con i rischi di un'età difficile. È per proteggere loro e i loro coetanei che bisogna «oscurare i canali televisivi che inviano messaggi e immagini sbagliate e fuorvianti per la formazione della personalità dei minori». Perché «con la proliferazione dei canali», ha spiegato, «i nostri giovani possono accedere a una grande quantità di immagini violente, che riproducono visioni della realtà incentrata sulla costruzione di rapporti superficiali». Non solo Internet dunque, anche la televisione sta diventano sempre di più cattiva maestra. Meglio guardare altrove, ad altri esempi, altri modelli.
BERLUSCONI MITO PER I MIEI RAGAZZI. A Berlusconi per esempio. «Per i miei figli adolescenti Berlusconi è un mito perché parla una lingua che loro conoscono, racconta le barzellette ed è anche super potente da un punto di vista sessuale», ha raccontato l'onorevole pidiellina a Radio24.
«I ragazzini lo ammirano, come la maggior parte degli italiani che vorrebbero essere come lui. Quanti a 70 anni si sognano di andare con le donne dalla mattina alla sera? Pochissimi! I miei figli lo vedono come una persona che ha costruito dal nulla un impero, il Milan, un partito che ha vinto più volte le elezioni…».
Censure e proclami: le battaglie culturali dell'ex showgirl
Grande uomo, grande presidente. Mica come quei bacchettoni lì di sinistra, quei moralisti che manipolano la storia a loro piacimento. Ci vorrebbe una commissione di inchiesta per smascherare i loro falsi. Gabriella, ca va san dir, è stata tra le poche ad aver avuto il coraggio di chiederla. Con un manipolo di soli 19 deputati del Pdl ha inizato la temeraria crociata contro l' «indottrinamento» a fini «elettorali» dei libri di storia utilizzati nelle scuole dai prof. progressisti, libri troppo di sinistra, libri nei quali «Palmiro Togliatti viene definito ‘un uomo politico intelligente, duttile e capace di ampie visioni generali’. Enrico Berlinguer ‘un uomo di profonda onestà morale e intellettuale, misurato e alieno alla retorica’. Alcide De Gasperi ‘uno statista formatosi nel clima della tradizione politica cattolica’». Che eresie. «Non credo che leggendo queste cose i giovani possano farsi un’idea propria e ritengo che crescano con idee altrui e indotte», disse Gabriella chiedendo la commissione di inchiesta. Ma questa non è stata l'unica sua battaglia culturale.
LA DIFESA DI ALESSANDRA. Nel 2009 fu tra le poche, per esempio, a prendere le difese di Alessandra Mussolini, che voleva far bloccare il film Francesca del regista romeno Bobby Paunescu perchè conteneva frasi offensive nei suoi confornti, a suo dire. «Il cinema non può e non deve essere veicolo di trasmissione di odio e intolleranza. Il giudice deve bloccare l'uscita della pellicola Francesca che contiene una frase estremamente offensiva nei confronti dell'onorevole Mussolini», tuonò la Carlucci. Il giudice però diede ragione al regista.
Tanta fatica per nulla. Non potè nemmeno consolarsi, Carlucci, vendendo accolta la sua richiesta all'ex presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi di «nominare Carla Fracci Senatrice a vita, perchè chi meglio di lei ha illustrato la patria per gli altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario?».
Povera Gabriella. Però che rigore, che nobilità.
Gabriella Colarusso su "Lettera 43"
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ha dimenticato solo quella dove chiede di alzare lo stipendio ai parlamentari perchè "lavoriamo 24 ore al giorno e manteniamo tante persone"
cmq non è stata l'unica a usare la Winehouse a fini politici a corpo ancora caldo: Forza Nuova se ne è uscita con dei manifesti con la sua faccia (ma non si dovrebbe chiedere l'autorizzazione?) e la scritta "Se ti droghi non ti Amy"
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Fosse per me toglierei persino il voto alle donne, figuriamoci l'elettorato passivo
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CARLUCCI: "MADONNA? UFFICIO STAMPA COMUNISTA"
ROMA - Anche Gabriella Carlucci, dopo l'intervento di Daniela Santanchè, si scaglia contro Madonna, 'colpevole' di aver parlato male di Silvio Berlusconi. «Mi dispiace moltissimo che Madonna abbia avallato le tesi dell'Economist, tra l'altro in un Paese come l'Italia che la adora. Evidentemente ha un ufficio stampa comunista che le ha detto di dire ...così per farla uscire meglio sui giornali comunisti». Lo afferma Gabriella Carlucci, deputato del Pdl rispondendo ad una domanda di Klaus Davi nell'ultima puntata di KlausCondicio dal titolo «Popstar contro Berlusconi: è marketing?», in onda su YouTube e dedicata alle critiche che Madonna ha rivolto a Berlusconi nell'ambito di un'intervista rilasciata al settimanale Oggi. «Continuerò - prosegue - a essere una sua grandissima fan e ad apprezzarla artisticamente, ma trovo un errore strategico la sua dichiarazione. È evidente che non sa nulla dell'Italia. È come se io, che sono stata recentemente negli Usa per un gemellaggio con la città di Miami, parlassi male di Obama. Quello di Madonna è un comportamento molto scorretto, da lei non me lo aspettavo. È stata certamente imbeccata».
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E ora dimmi che no ha ragione, però.
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Ah, perchè? C'è ancora qualcuno che perde tempo a leggere l'Economist? Che nostalgici
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OFF TOPIC - OK, ora qualcuno mi spiega una cosa: due minuti fa non potevo commentare in questo topic nè usando il mio vecchio account, nè uno nuovo appena realizzato.
Tuttavia, saltando da un proxy all'altro HO POTUTO POSTARE COL MIO VECCHIO ACCOUNT.
Come mai?
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