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MAI DIRE NET Forum: ::= MASSACRO POLITICO =::: I distruttori dell'economia italiana: Archive through
   By Tommy giovedì 27 maggio 2010 - 17:49

ecco una bella pubblicità su come vanno le cose in Italia. :(

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   By Leftfield domenica 30 maggio 2010 - 07:17

poveeera paaatriaa...

   By Highrise lunedì 31 maggio 2010 - 19:05

Premetto, questo articolo viene da "il Giornale" di oggi - è davvero interessante da leggere e denota una certa arguzia, almeno fino a un certo punto...
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Solo da scelte dolorose nascerà un’Italia davvero liberale - di Marcello Veneziani

Riti di sangue, vittime designate, tagli sacrificali per placare il Dio Debito. Tutto giusto, purtroppo. E inevitabile. Ma proviamo ad alzare la testa dalla manovra e dalla crisi per capire il senso di ciò che sta accadendo.

Noi abbiamo vissuto negli ultimi due anni due atroci agonie con relativa crisi mondiale: quella dell’Economia Irreale, figlia del Mercato Assoluto, che fu il sogno di un trentennio di turboliberismo. E quella dello Stato Obeso, figlia degli Sprechi Pubblici, che fu il sogno del Welfare State. Il primo è esploso l’altro anno non a caso nelle borse d'America, patria di Reagan e del liberismo atlantico. Il secondo è esploso, non a caso, nel cuore antico dell’Europa, la Grecia, perché l’Europa fu la culla dello Stato assistenziale e della spesa pubblica esagerata. Ora dobbiamo metterci in testa una cosa: l’esperienza dello Stato sociale e l’esperienza della reaganomics sono finite. Dico finite, non fallite. Il comunismo è fallito, lo Stato sociale o il primato del mercato hanno invece esaurito la loro parabola. Ma ambedue furono necessari e benefici. La liberazione dell’economia, compiuta da Reagan e dalla Thatcher, servì a restituire dinamismo all’economia, responsabilità ai singoli, competitività ai mercati. Venivamo da Stati pachidermici e ingrassati, pieni di fasce parassitarie e di settori assistiti. Quella ventata ci volle. Da noi arrivò in ritardo e in modo furbetto, ma servì pure da noi per dimagrire e crescere. Però non si può pensare che la Finanza o la Borsa sia il motore del mondo, non si possono cancellare i popoli per soddisfare le pretese delle oligarchie.

La svolta liberista ci volle ma ha esaurito la sua spinta propulsiva. La stessa cosa accadde con lo Stato sociale. Che non nacque a sinistra, come tanti pensano. Nacque da Bismarck che era un conservatore, crebbe con i cattolici, i cristiano-sociali e i nazionalisti. E ci fu il versante laburista, socialdemocratico, sindacalista, e il new deal di Roosevelt. In Italia lo Stato sociale fu inventato addirittura dal fascismo: carta del lavoro, otto ore lavorative, salari minimi garantiti, pensione e assistenza a poveri, maternità e infanzia, grandi opere sociali, bonifiche, sanità e istruzione. Su quella linea proseguì la Dc, non solo quella più a sinistra: pensate a Fanfani, a Donat Cattin.
L’ultimo grande atto storico di Stato sociale fu forse lo Statuto dei lavoratori di Brodolini, voluto soprattutto dai socialisti 40 anni fa. Poi lo Stato sociale smise di funzionare. A causa della gestione clientelare e corrotta dei partiti, la lottizzazione, la demagogia sindacale, la nascita delle regioni, che raddoppiarono costi e personale di una spesa pubblica già dilagante, la demeritocrazia venuta dal ’68. E una filosofia dell’impiego pubblico che possiamo riassumere nel paraculismo. Sia il mercatismo che lo Stato sociale però servirono, eccome. Finirono male ma vissero bene.

Adesso però dobbiamo entrare in una nuova fase. E qui noto una cosa assurda: tanto più feroce è lo scontro sui tagli da apportare, tanto più è comune l’assenza di un progetto finale. I sacrifici sono necessari, vanno fatti subito, non bisogna star lì a teorizzare, verissimo. Però che Italia, che Europa vogliamo disegnare? Lasciamo che si disegni da sola, che siano i tagli stessi a delinearla, più un mix pratico di liberismo e Stato sociale? Le sinistre, perduti i loro riferimenti, balbettano, copiano Obama, accusano il governo ora di non fare tagli ora di farne tanti. E poi si rifugiano nell’esorcismo demagogico di dire: a pagare sono sempre gli stessi. Che penoso tritume. Al governo invece stanno tentando l’eroica impresa di tagli pesanti con mano leggera, senza mettere le mani - come ripetono con pari esorcismo - nelle tasche degli italiani. La manovra nel complesso sembra misurata, pur con qualche debolezza (per esempio la tiritera sulle province o sui costi della politica e dei parlamentari). Hanno il plauso degli addetti ai lavori e dell'Europa, benissimo. Però verso dove vogliamo andare?

Be’, credo che per uscire dai rottami del Welfare state e dalle rovine del liberismo, dobbiamo entrare in una nuova fase in cui il soggetto non può essere né lo Stato né il Mercato ma la Comunità. Ovvero l’insieme di noi cittadini, considerati nel nostro legame civico, sociale, locale, nazionale, europeo. Per rassicurare, lo dico nella lingua che legittima parole gravate da chissà quali ombre: sull'Atlantico la chiamano Welfare community. Bisogna promuovere un'economia sociale di mercato, fondata sulla cooperazione, il consorzio, la sussidiarietà, il territorio, la coesione sociale e solidale. Bisogna incentivare e proteggere solo chi si mette in gruppo e fa rete, sistema, società, offre servizi.

Non dunque servizi pubblici e nemmeno abbandonando alle furie del privato: ma pattuire con imprese, territori, comuni, realtà che si organizzano e propongono servizi. È l’unica vera rivoluzione sociale da fare e può partire dai paesi mediterranei e mitteleuropei. È il pop nell’economia. La Comunità come il soggetto della politica, al centro tra lo Stato e il Privato, il potere e gli individui. È l’unico argine sociale, l’unica risposta ai poteri economici multinazionali, alle lobbies e alle cricche.

Può essere questo il progetto del nuovo millennio, dopo aver bruciato tutti i serbatoi ideologici, economici e storici del Novecento. La comunità come modello sociale. Sorry, Welfare Community & Pop. Ok?
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Tutto giustissimo, fino a un certo punto... WELFARE COMMUNITY????? Ma stiamo scherzando?
Non per malignità nei suoi confronti (sul serio) ma suggerirei al giornalista che ha scritto il sopracitato articolo di andare a leggersi la storia d'Italia dai tempi di Roma ai nostri giorni: non c'è un singolo periodo storico (eccetto casi sporadici, isolati e di breve durata) durante il quale i popoli che hanno abitato la Penisola abbiano deciso veramente di collaborare fra loro per il benessere comune senza calpestarsi a vicenda e negarsi i più basilari diritti umani. Qui hanno sempre trionfato stronzaggine, latrocinio, cattiveria, soperchieria e sopraffazione in diretta promozione di interessi e vantaggi del tutto personali - altro che bene comune. La cosiddetta welfare community italiana è un'utopia, un estremo volo pindarico.

Personalmente credo che se in futuro verranno realizzate riforme efficaci e serie per il welfare, si faranno solo in periodi di "disastro imminente" : a sostegno della mia tesi basti considerare le parziali riforme del PDL, portate avanti in un periodo di sconquasso economico totale e NON PRIMA. Quindi, paradossalmente, speriamo in peggio!

   By Highrise martedì 08 giugno 2010 - 19:31

Stupendo, davvero stupendo :\
Vogliono cancellare le provincie al di sotto dei 200.000 abitanti però con un emendamento: qualora il territorio provinciale sia per il 50% montano allora le provincie sono ammissibili anche nel limite dei 150.000 abitanti. Federalismo un ca77o! :\

Dai su, fatevi anche un altro emendamento per conservarvi le poltrone, cari politici: tanto chissenefotte se la spesa pubblica è eccessiva, se l'economia è un disastro e c'è gente che sta rinunciando alla casa e alla famiglia perchè non può più permettersi di pagare il mutuo, mentre voi vi abbronzate comodamente lo scroto seduti in poltrona profumatamente pagati per fare un ca77o tutto il giorno! :\

Un appello a tutti gli elettori: la prossima volta assolutamente NON ANDATE A VOTARE. Il vostro voto è utile esclusivamente a mantenere a nostre spese questi mafiosi parassiti negli uffici, di qualunque schieramento essi siano. Quando pestate una merd@ non importa il colore: puzza e sporca comunque. E scusate il turpiloquio, ma quando è troppo è troppo!

   By Highrise venerdì 11 giugno 2010 - 06:45

Salta il taglio delle mini-provincie inserito nella carta delle autonomie. Il relatore ha presentato un emendamento soppressivo dell’articolo 14 del provvedimento che prevedeva, appunto, la cancellazione delle province sotto i 200mila abitanti.
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Ecco qua, peggio di quanto preventivato.
Speriamo serva almeno a mostrare agli elettori che quando si tratta di tenere il cul0 attaccato alle poltrone per fottere il denaro al popolo italiano, la destra è identica alla sinistra. Da ciò si palesa l'inutilità del voto.

   By Highrise venerdì 11 giugno 2010 - 06:53

P.S. - anticamente da queste parti, in situazioni simili si augurava "ancu si serbada scetti po mexinas"
trad. "che (il denaro ingiustamente ottenuto) vi serva esclusivamente per comprarvi medicinali" :\

   By Highrise venerdì 11 giugno 2010 - 07:09

P.P.S. - il Giornale in queste ultime settimane sta diventando particolarmente caustico nei confronti sia della maggioranza che dell'opposizione (e ha anche silenziato le femmigiornaliste, pare) :D
Prevedo sommovimenti a breve negli uffici del suddetto quotidiano :|

   By Highrise giovedì 16 settembre 2010 - 14:17

Aboliremo il bollo su auto, moto e ciclomotori. Lo promise il candidato a premier Silvio Berlusconi l'11 aprile del 2008, due giorni prima delle elezioni politiche (12-13 aprile 2008), nel corso della trasmissione televisiva "Matrix" "Via il bollo a meta' legislatura" specifico' Berlusconi. Ebbene siamo a meta' legislatura e di abolizione del bollo non se ne parla piu'. Tornando indietro nel tempo ricordiamo altre promesse non mantenute: ridurre le tasse a due sole aliquote al 23 e al 33%. Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, lo aveva "immaginato" nel 1994; nel frattempo sono passati 16 anni. Lo aveva ripetuto, in occasione della campagna per le elezioni politiche del 2001, sottoscrivendo, nel corso della trasmissione televisiva " Porta a Porta" (Rai), un "contratto con gli italiani", formalizzato dalla presenza di un notaio. Nel frattempo sono passati 9 anni. E' bene ricordare che il sogno del '94 non fu realizzato e il contratto del 2001 non fu rispettato, nonostante la lunga permanenza del governo Berlusconi, ben cinque anni, il piu' duraturo nella storia della Repubblica italiana e con una maggioranza parlamentare mai vista prima. Oggi si proietta lo stesso film, gia' visto, che potremmo titolare "Le promesse mancate" Eppure gli italiani ci avevano creduto accordando la fiducia, cioe' il voto, a chi le faceva con ampi consensi elettorali. Si dira' che l'attuale situazione economica non consente un aggravio delle casse dello Stato di 4 miliardi di euro. Gia', ma la situazione del nostro debito e deficit non era gia' nota? Vero e' che c'e' stato il crollo del comparto finanziario mondiale ma, ci domandiamo, come si fa a promettere drastiche diminuzioni delle tasse senza sapere quale tunnel si imbocca? Noi vorremmo che le promesse fatte fossero mantenute. Soprattutto dai nostri governanti.

Fonte: ADUC
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Eh già, adesso è proprio ora di mantenere le promesse fatte... coraggio, eliminare il bollo, diminuire le tasse, sfoltire la burocrazia e dare nuovo impulso all'economia - oppure in caso contrario finire all'opposizione, Zilvio :D

   By Highrise giovedì 16 settembre 2010 - 14:28

Come volevasi dimostrare, direbbe l'insegnante di matematica. La bozza del decreto legislativo sull'autonomia delle entrate per gli enti locali riserva amare sorprese: le tasse regionali (addizionale Irpef) potranno aumentare dallo 0,9% attuale al 3%, un aumento del 200%, che i governatori regionali potranno disporre in relazione alle esigenze di cassa. Figuriamoci se i nostri rappresentanti regionali non si precipiteranno a ordinare l'aumento, tanto le tasse le pagano i fessi che' i furbi ne fanno volentieri a meno. Ma Berlusconi non aveva detto che non avrebbe aumentato le tasse? Quelle regionali sono diverse da quelle nazionali, direbbe il nostro presidente. Insomma il gioco delle tre carte. L'altra novita' della bozza e' il definitivo accantonamento dell'ipotesi di eliminare le Province: la tassa di circolazione sull'autotrasporto diventera' provinciale oltre ad una quota di partecipazione al bollo auto, il che significa che si vogliono confermare e consolidare le Province che costano al contribuente 16 miliardi di euro l'anno. Ma Berlusconi non voleva abolirle? Anche Bossi, in un primo momento, voleva farlo poi, una volta conquistate alcune poltrone provinciali, ha cambiato idea. Gia', il potere logora chi non ce l'ha. Il tutto e' un regalo dell'ineffabile ministro alla Semplificazione Normativa, Roberto Calderoli. Un altro " Porcellum" ? Chi ha memoria, ricordi.
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L'addizionale IRPEF (che andrebbe abolita)è una creatura di Prodi, ma sembra che il cosiddetto centrodestra abbia deciso di adottarla a tempo indeterminato. Stupendo, ottimo davvero

   By Highrise giovedì 16 settembre 2010 - 14:36

Avevamo detto che la questione dello stipendio dei parlamentari era il fumo. L'arrosto e' altrove. A conferma della esattezza della nostra analisi arriva la denuncia dei Radicali sugli affitti e servizi, e loro tipologia, pagati dalla Camera dei Deputati: 586 milioni di euro (piu' di mille miliardi delle vecchie lire), in 10 anni. Spese consistenti a fronte delle quali la riduzione dello stipendio dei parlamentari e' ridicola. Serve ad accontentare gli ingenui, diciamo cosi'. Cosi' come analizzato dai radicali per i locali della Camera si potrebbe fare per tutte le spese pubbliche: si scoprirebbe, per esempio, che per cambiare una lampadina si spendono 17 euro quando al negozio costano 1 euro. Nella sanita' se venissero applicati i criteri della logistica moderna si potrebbe risparmiare fino al 20% della spesa, vale a dire qualche migliaio di miliardi. Non siamo noi a dimostrarlo ma esperti tedeschi di logistica e pianificazione aziendale. Lo spreco dipenderebbe dai troppi fornitori, dai volumi delle giacenze, da ritardi contabili, ecc. E se lo dicono i tedeschi, che sono maniaci della organizzazione, non possiamo che crederci. Invece, da noi, si fa fumo. Tanto.

   By Highrise giovedì 16 settembre 2010 - 14:42

Ridurre le indennita' parlamentari? No, aumentarle! Una provocazione? Vediamo.
Da subito informiamo che lo stipendio (indennita') netto dei deputati e' di 5.486,58 euro, un po' di piu' per i senatori, 5.613,59 euro al mese per 12 mensilita' (2). A questo si aggiungono le voci relative ai collaboratori e i rimborsi, che dovrebbero essere razionalizzate e rese trasparenti.
Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti parla di intoccabilita' che e' stata toccata. Ricordiamo al ministro che, nel 2006, sotto il suo ministero, l'indennita' dei parlamentari e' stata ridotta del 10% e con l'attuale riduzione e blocco dell'adeguamento la diminuzione sara' di circa il 25%. Al ministro Tremonti vorremmo chiedere cosa ha fatto in 6 anni di ministero per diminuire l'evasione che ammonta a 120 miliardi (non milioni) di euro, cifra che, anche se parzialmente recuperata, avrebbe reso inutile i tagli per 25 miliardi prevista dalla manovra finanziaria. Il fumo non serve, vogliamo l'arrosto.
Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, propone di estendere la riduzione a tutte gli emolumenti percepiti dai parlamentari. Noi proponiamo al presidente Fini altre azioni che comporterebbero minori spese per il contribuente italiano, incidendo in misura consistente sul debito statale. Quali? Per esempio abolire il cumulo della carica parlamentare con quella di altre istituzioni; proibire la possibilita' di esercitare altre professioni o presenza in enti pubblici e aziende private. Con l'indennita' questi parlamentari ci si comprano le sigarette. Le due proposte tendono a rendere efficiente il lavoro di deputati e senatori, riducono i costi e contribuiscono a razionalizzare i lavori parlamentari e del governo. In questo senso si possono aumentare le indennita', invece di diminuirle. Abolire le 110 Province (il governo Berlusconi l'aveva promesso) che costano 16,5 miliardi di euro all'anno per la gioia di 4.000 tra presidenti, assessori e consiglieri e scorno del contribuente. Abolire Enti e Agenzie inutili o doppioni, come ad esempio l'Enea o il Pra, le Comunita' montane e le Circoscrizioni municipali. Si pensi che solo a Roma ci sono 500 consiglieri municipali eletti nei 20 Municipi romani, che esprimono 20 Presidenti di Giunta, 80 Assessori (media), 20 Presidenti di Consiglio, 120 Commissioni municipali con i loro 120 Presidenti. Al tutto si aggiungono 60 consiglieri comunali, il sindaco e relativa giunta.
Questo e' l'arrosto. Il fumo serve solo ad annebbiare la vista.

   By Highrise giovedì 16 settembre 2010 - 14:44

Sul fronte canone/imposta che paghiamo per il possesso di un televisore, non si finisce mai di stupirsi. Il problema evasione esiste, cosi' come esiste il problema di dover pagare il servizio pubblico radiotelevisivo, ma stupisce come chi ci governa non voglia mai affrontare la situazione e trovi rimedi che non fanno altro che peggiorare la situazione.
E' il caso del viceministro allo Sviluppo economico, Paolo Romani, che, per recuperare l'evasione che secondo lui ammonta a 685 milioni, propone di agganciare il cosiddetto canone alle utenze elettriche: quindi la Rai -esattore d'imposta- non dovrebbe presumere e pretendere -com'e' oggi- che chiunque abbia una residenza anagrafica sia automaticamente possessore di un apparecchio tv, ma che questo possesso sia legato all'esistenza di un contratto per la luce, a meno che l'intestatario non dichiari di non esserne in possesso.
Problema evasione risolto? No, e' vero il contrario.
Il metodo Rai di esazione sarebbe identico all'attuale solo che i presunti evasori da scoprire sarebbero di piu': i contratti della luce sono notoriamente molti di piu' delle residenze anagrafiche. Siamo curiosi di sapere come la Rai fara' a farsi dare dai 250 gestori di servizi elettrici gli elenchi dei loro clienti, visto che qualche anno fu imposto ai commercianti che vendevano apparecchi tv di fare altrettanto e l'imposizione duro' poco visti gli scarsi risultati e l'aumento della clandestinita'. Ma, ammesso che questo problemino sia risolto con una nuova norma da Stato di Polizia, perche' l'aumento dei potenziali possessori di apparecchio tv dovrebbe risolvere l'evasione? Forse la Rai crede nella virtu' taumaturgica della inversione del metodo: oggi sono io Rai che devo scovarti come evasore, domani sei tu contribuente che dovrai sostenere di non avere la tv. Mah! Oggi chi ha una residenza e non ha la tv (o sostiene di non averla) talvolta non risponde alle richieste Rai ma piu' spesso dice a quest'ultima di non disturbarlo perche' non ha tv, domani mandera' una letterina dicendo di non possedere l'apparecchio. Non solo, ma se col metodo attuale le letterine -anche in caso di evasione- sono un optional a fronte del quale la Rai continua a minacciare sequestri e altro (tutto aleatorio senza prove) se non si paga, col nuovo metodo la letterina -ormai ufficializzata- sara' tombale.
In conclusione, il nuovo metodo delle utenze elettriche si basera' solo su chi si dimentichera' di inviare questa letterina e quindi sara' scovato come evasore o -molto piu' probabile- paghera' l'imposta due volte pur dovendo pagarne una (doppia casa, figli che, nel proprio nucleo famigliare anagrafico, studiano fuori-sede ed hanno una casa in affitto, etc).
Tutta qui la rivoluzione del vice-ministro Romani?
Diciamo che e' una situazione ridicola in cui non si vuole affrontare un problema le cui soluzioni sono facili, ma dovrebbero scontentare un po' di potenti:
- l'evasione del canone/imposta business e' di piu' di un miliardo di euro: perche' non si fanno pagare i canoni alle Poste, alle banche e ad altre grandi aziende?
- privatizzare la Rai (senza neanche un'azione venduta ad un'azienda pubblica), facendola uscire dall'abuso di posizione dominante che ha oggi sul mercato.
- fare una gara pubblica per il servizio pubblico di informazione (non di “culi e tette”) per affidarlo al miglior offerente per prezzo e qualita'. Servizio pubblico che potrebbe essere pagato direttamente dallo Stato, con altre imposizioni fiscali indirette e comunque mettendo una parola fine a questa barzelletta del canone/abbonamento/imposta.
Ma questa che proponiamo e' forse Politica ed Economia e non spartizione di poltrone e prebende... e qui sta la difficolta'...

   By Highrise giovedì 16 settembre 2010 - 14:46

Tutte le news sono fonte ADUC.
Notare bene come maggioranza e opposizione si passino allegramente la palla del malgoverno da una legislatura all'altra e riflettere la prossima volta che si va a votare SE è il caso di votare...

   By Minni venerdì 17 settembre 2010 - 11:34

buongiorno :|

   By Highrise venerdì 17 settembre 2010 - 16:57

è la stessa cosa che mi ha detto un amico
gli ho risposto che però se nessuno ne parla e l'opinione pubblica si interessa più al culo di Belen e a X Factor le porcate aumenteranno
Al che lui a sua volta ha replicato con fare saccente: " Panem et circenses" e io "no, PENEM et circenses, perchè nel mondo reale ce lo stiamo prendendo tutti quanti nell'ano!"
Almeno si è fatto una risata :(

   By Luna mercoledì 20 ottobre 2010 - 00:41

la metto qui...
sulla vicenda dei minatori cileni
Se fosse successo in una miniera italiana, le cose sarebbero andate così:
1° giorno: tutti uniti per... salvare i minatori, diretta tv 24h, Bertolaso sul posto.
2° giorno: da Bruno Vespa plastico della miniera, con barbara palombelli, belen e Lele Mora.
3° giorno: prime... difficoltà, ricerca dei colpevoli e delle responsabilità: BERLUSCONI: colpa dei comunisti; DI PIETRO: colpa del conflitto d'interessi; BERSANI: ... ma cosa ... è successo?? BOSSI: sono tutti terroni, lasciateli la'; CAPEZZONE: non è una tragedia è una grande opportunità ed è merito di questo governo e di questo premier; FINI: mio cognato non c'entra.
4° giorno: TOTTI: dedicherò un gol a tutti i minatori.
5° giorno IL PAPA: faciamo prekiera a i minatori ke in qvesti ciorni zono vicini al tiavolo!!
6° giorno: cala l'audience, una finestra in Chi l'ha visto e da Barbara d'urso che intervista i figli dei minatori: "dimmi, ti manca papà?'"
dal 7° all 30esimo giorno falliscono tutti i tentativi di Bertolaso, che viene nominato così capo mondiale della protezione civile. Dopo un mese, i minatori escono per fatti loro dalla miniera, scavando con le mani. Un anno dopo, i 33 minatori, già licenziati, vengono incriminati per danneggiamento del sito minerario. Ma è successo in Cile.... ci siamo salvati!!!

   By Highrise mercoledì 20 ottobre 2010 - 06:36

Proprio vero :D

   By Highrise venerdì 05 novembre 2010 - 16:55

htt p ://ww w.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/economia/201010articoli/59981girata.asp

Ecco un articolo che andrebbe letto da politici, sindacalisti, operai e tutti coloro che non fanno altro che lamentarsi della situazione del lavoro in Itaglia dandone sempre la colpa agli imprenditori e all'evasione fiscale, quando in realtà la colpa è delle tasse troppo alte e della burocrazia imperante.
A quanto pare la Tunisia è più avanti di noi... c'è proprio da vergognarsi :(

   By 4rj0 domenica 07 novembre 2010 - 17:09

Posso rilanciare?
www .quotidianodipuglia. it/articolo.php?id=123056
La cosa buffa è che intanto Cerano ci avvelena. :)

   By Highrise martedì 09 novembre 2010 - 06:48

Rilancio anch'io:

ww w.iltempo.it/2010/11/09/1215412-nostalgici_della_lotta_armata_risuscitano_simboli_delle_brigate_rosse.shtml

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Nelle nazioni civili la gente si rimbocca le maniche e fa sacrifici, in Italia -che ogni giorno deriva sempre più verso l'inciviltà- si propugna la lotta di classe stile 1917. A mio avviso Marchionne ringrazia... basterà un pretesto qualsiasi per trasferire tutta la produzione all'estero, e li voglio vedere poi sventolare bandiere rosse con falce e martello. Non abbiano la porca faccia tosta di piangere miseria quando non ci sarà lavoro per nessuno di loro.


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