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MAI DIRE NET Forum: ::= MASSACRO POLITICO =::: Il topic nero del comunismo
   By Highrise (62.10.241.161 - 62.10.241.161) sabato 11 agosto 2007 - 09:15

Lo dedico a tutti i kari kompagni komunisti ke guardano al komunismo kome al paradiso in terra e la sera non hanno niente di meglio da fare ke tenere sveglio Skodella kon una festa dell'Unita' :D
Avanti popolo! Verso dove, non si sa :D

   By Highrise (62.10.241.161 - 62.10.241.161) sabato 11 agosto 2007 - 09:36

La musica resta la stessa, ma i toni cambiano. La Cina rilancia la campagna per il controllo delle nascite e il figlio unico, inasprendo le sanzioni, ma elimina gli slogan propagandistici più brutali su cartelloni, striscioni e muri delle case nelle zone rurali. Il rude e imperativo

«Allevare meno bimbi e più maiali»

con allusione al poter mangiare di piu' , sara' rimpiazzato dall’appello ecologico

«La grande madre Terra e' troppo stanca per sostenere più figli».

Il lugubre «Un figlio in piu' vuol dire una tomba in piu'»

con riferimento alla carenza di terreno coltivabile per l’espansione dei cimiteri, tanto che a Shanghai si incentivano «cimiteri marini» - cioe' sepolture in mare - sara' sostituito dal tenero

«Sia i maschietti sia le femminucce sono tesori dei genitori»

monito contro gli aborti dei feti femminili o l’antica benche' illegale pratica di uccidere le neonate per poter riprovare sperando nell’arrivo del maschio. Il minaccioso

«Casa distrutta, vacca confiscata se rifiuti la richiesta di aborto»

sara' cambiato nel burocratese col pedagogico

«La popolazione deve essere amministrata in modo scientifico, l’armonia deve essere costruita da tutta la popolazione»

E con cio' la linea politica del partito comunista in senso proprio, letterale, si avvicina al letto matrimoniale.

«Costruire una società armoniosa» e' infatti lo slogan del capo del partito e dello Stato, Hu Jintao, per una ridistribuzione del reddito, accorciando le enormi distanze fra ricchi e poveri, fra citta' e campagna, fra le sviluppate regioni costiere e quelle arretrate dell’interno. L’esortazione politica irrompe fra le lenzuola con un altro dei nuovi slogan:

«Per costruire la societa' armoniosa, si deve prima risolvere il problema demografico»

L’implicazione e' che violare la regola del figlio unico possa essere considerato un atto di dissenso, se non di opposizione alla linea per la «societa' armoniosa» .
I nuovi toni propagandistici sono stati decisi dalla Commissione per la popolazione e la pianificazione familiare. Essa ha stabilito di abbandonare la rozza propaganda «che suscitava ferite e risentimento nel popolo», per una che si richiami a benessere economico, all’eguaglianza dei sessi, aderenza alla linea del partito e all’ecologia.
L’agenzia ufficiale Nuova Cina afferma che gli slogan brutali sono stati eliminati «per dissipare l’impressione che il governo voglia forzare la gente a rinunciare a piu' figli causando incomprensione della sua politica e macchiando l’immagine del governo stesso». Sono stati formulati 190 nuovi slogan, non brutali ma non meno fermi nel principio del figlio unico: solo alcune minoranze possono averne due. Secondo il governo, questa politica, lanciata nel 1979, ha prevenuto 300 milioni di nascite nel Paese, che supera oggi il miliardo e 300 milioni di abitanti. Ma essa ha anche causato malcontento. Nelle campagne sono praticati aborti forzosi e sterilizzazioni per rispettare la pianificazione. In maggio in alcune localita' si sono avute proteste contro le pesanti misure per chi ha messo al mondo piu' di un figlio, come confisca del raccolto o della casa . In due regioni di recente sono state aumentate le sanzioni fino a 8 volte il reddito medio di una famiglia.
I neo-ricchi, come riconosce la stessa commissione, possono invece permettersi di pagare multe salate. Con la medicina prenatale, che permette di conoscere il sesso del nascituro, e' diminuita l’uccisione delle neonate, ma sono cresciuti gli aborti selettivi dei feti femminili. Si e' cosi' creato un forte squilibrio dei sessi: nel 1982, per cento neonate si avevano 109 maschi; nel 2004 si sono avuti 121 maschi e 100 femmine. Milioni di cinesi non troveranno moglie: dovranno importarla.
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Oh, beh, hanno cominciato con l'esportare in tutto il mondo chincaglieria di ogni genere e ora, ironia della sorte, gli tocchera' importare donne come nel vecchio West con le mogli per corrispondenza (:@)

   By Tyler (62.101.126.219 - 62.101.126.219) sabato 11 agosto 2007 - 15:26

:ghgh:

   By Highrise (62.10.251.206 - 62.10.251.206) venerdì 31 agosto 2007 - 09:16

«Svendopoli», case di lusso in saldo I vip della sinistra subito querelano
da Roma

Da affittopoli ad acquistopoli. Anche un mercato immobiliare drogato come quello romano, secondo l’Espresso, offre qualche curiosa sorpresa.
Gli «annunci immobiliari» snocciolati sull’ultimo numero del settimanale sono davvero interessanti. Ma e' tutto gia' venduto a nomi noti: da Veltroni a Casini, da Violante a Mastella.
E da sinistra qualcuno gia' annuncia querele.

Una palazzina al quartiere Trieste, 30 vani e cinque appartamenti, finiscono all’ex moglie, alle figlie e all’ex suocera del leader Udc Pierferdinando Casini per 1,8 milioni di euro.

Un appartamento al Vaticano, sei vani, doppi servizi, cantina e balconi, se lo aggiudica Maura Cossutta del Pdci per 165mila euro, comprando dalla Scip, insieme alla vicina di casa, e senatrice dell’Ulivo, Franca Chiaromonte, che spende 113mila euro per 4 vani al piano di sotto.

Nel quartiere della Balduina, l’ex ministro Mario Baccini acquista da Initium attico e superattico (15 vani) a 875mila euro.

Luciano Violante sgancia all’ex Ina solo 327mila euro per una casa su tre livelli con due terrazze al foro Traiano, in via di Sant’Eufemia.

Benvenuti a Svendopoli, annuncia l’Espresso. Presentando l’immancabile sequel dell’indimenticato Affittopoli lanciato dal Giornale nel ’96. Vaticinato, due legislature fa, da Marco Taradash, che in un’interrogazione del gennaio 2001 paventava la svendita di immobili di pregio a «esponenti del mondo politico, della magistratura, del giornalismo». Un film gia' visto, dunque, con i soliti protagonisti: politici, magistrati, sindacalisti, giornalisti e grand commis. Tutti accomunati da due elementi, sottolinea il settimanale diretto da Daniela Hamaui: «Sono potenti che hanno pagato troppo poco ieri per l’affitto e oggi per l’acquisto».

Anche se, ricorda ancora il giornale, i buoni affari conclusi dai «potenti» non sono «elargizioni personali», ma frutto «del meccanismo degli sconti collettivi» concessi dagli enti previdenziali al momento della dismissione dei patrimoni immobiliari.

Ma «Svendopoli» non fa in tempo a esplodere che arriva, immediata, la replica di chi viene tirato in ballo. Minacciano querela il presidente del Senato Franco Marini (le modalita' dell’acquisto dall’Inpdai dei 14 vani ai Parioli per 1 milione di euro sono «notizie false», sibila) e il guardasigilli Clemente Mastella. Il leader Udeur, secondo il settimanale, nel 2006 avrebbe fatto acquistare per un milione e 452mila euro la sede del giornale del suo partito, in largo Arenula, a una societa' intestata ai suoi figli, Elio e Pellegrino, grazie alla rinuncia del partito al diritto di prelazione concesso dall’Inail all’Udeur. I Mastella sono citati nell’inchiesta dell’Espresso anche per l’acquisto dall’Ina di 5 appartamenti a prezzo di favore sul lungotevere Flaminio, nel 2004.

C’è poi il sindaco di Roma. La sua casa in via Velletri («ingresso, 5 camere e accessori per 190 mq, posto auto e cantina», annota il settimanale) gli è stata assegnata dall’Inpdai nel 1994, in cambio di due appartamenti aggiudicati al padre di Veltroni, Vittorio, nel 1956 e al futuro sindaco nell’81, quando il leader in pectore del Pd era ancora consigliere comunale del Pci. La moglie Flavia l’ha comprato nel 2005, per 377mila euro. Nello stesso palazzo hanno acquistato anche l’ex deputata azzurra Marianna Li Calzi e l’ex direttore delle Fs, Francesco Forlenza.

Ma l’elenco del settimanale conta altre case illustri. Tra le altre, quella del leader Cisl Raffaele Bonanni (201mila euro per comprare dall’Inps otto vani al Flaminio), o il grande appartamento (10 vani) ex Ina di corso Rinascimento, di fronte al Senato, che Nicola Mancino si è aggiudicato nel 2001 per poco piu' di un miliardo e mezzo di lire. Buon prezzo quello spuntato da Francesco Cossiga (710mila euro all’ex Ina per 9,5 vani a Prati), ottimo l’affare di Lamberto Cardia: il presidente Consob, rivela l’Espresso, nel 2002 ha acquistato la casa di 10 vani all’Eur in cui già abitava per 328mila euro.

   By Highrise (62.10.251.206 - 62.10.251.206) venerdì 31 agosto 2007 - 09:24

Kompagni koglioni, kontinuate a votare sinistra: un presente e un futuro di lusso assikurato ai vostri politici e a vostre spese, mentre voi vi fate un kulo tanto in fabbrika o in kantiere e non riuscite ad arrivare a fine mese, vostra moglie e' stanka di voi e vi mette le korna kol principale e i vostri figli piuttosto ke stare in kasa kon voi si fanno missionari per konto del Vatikano all'estero :D

   By Highrise (62.10.204.75 - 62.10.204.75) mercoledì 19 marzo 2008 - 11:21

I PACIFINTI: come la bandiera arcobaleno non spunta mai quando sventola bandiera rossa

http: //www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=248983

Il bandierame arcobaleno non solo non si è manifestato in occasione della rivolta in Tibet, ma neppure per i fattacci del Myanmar (con tanto di massacri di civili da parte delle forze armate)
Sarò malizioso, ma vuoi vedere che -per i girotondelli, gli agnolotti e compagni- se è comunista la pulizia etnica è PIU' BUONA???

   By Pokoto (82.246.8.47 - 82.246.8.47) mercoledì 19 marzo 2008 - 13:30

il dubbio c'è.. e anche i giornali ne parlano poco

   By Highrise (78.15.87.74 - 78.15.87.74) giovedì 16 ottobre 2008 - 11:20

In quest'ultimo periodo di "leftist depression" se ne sentono di tutti i colori su Uolter Veltroni, ma tante davvero, sopratutto sberleffi. :D Ho preferito evitare commenti su quest'uomo che, evidentemente reduce da qualche sbornia epocale, si ritiene osannato dal popolo italiano e crede di essere nientemeno che il salvatore dell'Alitalia... è arrivato a scippare il pubblico del papa, non avendone uno proprio, davvero alla frutta il PD (:@)

http: //www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=298338

   By Tyler (85.18.136.110 - 85.18.136.110) giovedì 16 ottobre 2008 - 19:40

E' cosi'0 solo e triste che non riesco nemmeno a prenderlo in giro, figuriamoci insultarlo :ghgh:

   By Luna (213.156.52.102 - 213.156.52.102) giovedì 16 ottobre 2008 - 21:08

si ma il giornale diretto dal bimbominkia non è mica la voce di dDio in terra.:O

   By 4rj0 (151.33.124.90 - 151.33.124.90) lunedì 20 ottobre 2008 - 09:34

E' la voce di Berlusconi, quindi quella del d1o Denaro in terra italica

   By Tyler (85.18.136.110 - 85.18.136.110) lunedì 20 ottobre 2008 - 14:39

Oh yes :metal:

   By Dhamson_Ree (87.21.128.205 - 87.21.128.205) lunedì 20 ottobre 2008 - 15:10

Non preoccuparti Luni ho visto il cartellone in questione vicino a casa.. vado confronto il numero delle suorine e torno :ghgh:

   By Highrise venerdì 14 maggio 2010 - 20:52

Ebbene si, cari compagni: il vostro Fidel (come il Che, dopotutto) era solo un radical chic bamboccione d'antan che si è fatto comprare l'auto dai genitori (:@)
Che curiosa somiglianza con gli intellettuali borghesi russi che per primi concepirono la rivoluzione d'ottobre del '17... :|

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Si chiama Juanita Castro e la sua vita è stata un incredibile paradosso. Lo è stata perché i suoi fratelli si chiamano Fidel e Raúl i due uomini più potenti del regime comunista cubano. Lo è stata perché lei, la sorellina minore, quella che tutti in famiglia chiamavano scherzosamente «Juana palangana» (Giovanna la bacinella) ha interpretato ruoli inconciliabili: cucciolo di casa, sostegno per giovani rivoluzionari in fuga, coraggiosa attivista del fronte anti Batista, attiva consigliera dell’attività del governo dei barbudos, nemica del Che e dei filocomunisti, salvatrice dei borghesi cubani perseguitati dal fratello e collaboratrice della Cia, infine esule anticastrista in Messico e poi negli Stati Uniti. Un’anticastrista che di cognome fa Castro, un’anticastrista odiatissima da quelli che rimpiangono ancora Batista.
Ora questa incredibile vita Juanita l’ha raccolta in un libro intitolato I miei fratelli Fidel e Raúl (pagg. 472, euro 19,50) scritto con la giornalista Maria Antonieta Collins e pubblicato da Fazi in corrispondenza del Salone del Libro di Torino (la signora Castro, ora 77enne, sarebbe dovuta venire a presentarlo, ma ha declinato all’ultimo, per motivi personali). Leggendolo ci si immerge in uno dei ritratti di famiglia più scomodi della storia contemporanea. Nel libro non c’è livore, «Palangana» non spara a zero sui fratelli, racconta con semplicità come da una famiglia laboriosa e borghese e da ideali di libertà possa nascere un dittatore.
Ecco allora un Fidel che sin da bambino è dotato di un fortissimo carisma, che «strega» il fratello Raúl e ne diviene l’idolo. Un Fidel che chiede sempre aiuto al vecchio padre «borghese», che si fa regalare la macchina e non la presta ai fratelli, che fa il rivoluzionario e intanto si fa mantenere dalla famiglia, quella stessa famiglia che per tenerlo buono gli aveva già comprato uno studio da avvocato. Un Fidel che litiga con la moglie Mirta che sognava un destino diverso e che non esita ad approfittare del suo fascino ogni volta che può, senza troppi rimorsi. E se a esempio Raúl manterrà sempre una forma di riguardo verso i familiari - in piena rivoluzione devierà dalla sua marcia trionfale verso L’Avana per andare a trovare la nonna -, il Líder Máximo quando si tratta di seppellire la madre appena morta sembra avere più che altro fretta. E già che c’è nega a un’altra delle sorelle di poter utilizzare un aereo per rientrare in tempo per le esequie: sarebbe una «concessione borghese». Lo stesso tipo di comportamento scostante e freddo che aveva utilizzato quando nel ’60 si era sposata Enma, la più bella delle sorelle. Il matrimonio, per la rabbia del Che, era stato fissato nella cattedrale dell’Avana - le persecuzioni religiose del regime sarebbero iniziate solo da lì a pochi mesi -, Fidel arrivò in ritardo in una divisa stazzonata, quella in cui lo ritrae la foto di famiglia.
Ininfluenti dettagli del carattere di un dittatore? Non secondo Juanita. Piuttosto piccoli segni che anche lei ha saputo leggere troppo tardi. Quel Fidel che il 2 dicembre 1961 dichiara per radio «sono marxista-leninista convinto e sarò marxista-leninista fino all’ultimo giorno della mia vita» ha sempre assunto la posa che gli era più conveniente. Juanita non ha dubbi, sino a quel momento «non era mai stato marxista in vita sua... la sua posizione è cambiata dall’oggi al domani in pochi istanti». Sì perché moltissimi di quelli che si erano ribellati a Batista non avevano nessuna intenzione di finire collettivizzati, non avevano nessuna simpatia per gli stranieri internazionalisti come il Che e amavano i barbudos perché sembravano «come i dodici apostoli» (Castro si organizzò anche delle belle coreografie con colombe che si posavano sul palco). E così, mentre sempre più persone facevano una brutta fine, le liti di Juanita con Fidel divennero la norma, dal momento che la Castro si dava da fare per consentire la fuga al maggior numero possibile di perseguitati. Sino al passo decisivo. Un membro della famiglia rivoluzionaria più famosa del Sud America finisce per mettersi in contatto con la Cia, a tramare contro i suoi fratelli, a insistere nel combattere per quelle idee che già aveva urlato dal palco nel 1959: «Democrazia sì, comunismo no! Giustizia sociale sì, comunismo no!».
Una scelta che poteva finire in un solo modo: una fuga precipitosa il 29 giugno del 1964, una fuga senza ritorno. Un distacco definitivo sancito da queste parole dette in conferenza stampa: «I miei fratelli hanno trasformato la mia terra in una enorme prigione circondata dall’acqua. La mia gente è inchiodata a una croce di tormento imposta dal comunismo internazionale». Da allora ne è passato di tempo e Juana de la Caridad Castro Ruz ha fatto un sacco di cose. Ma ancora guarda le foto dei suoi genitori e dei suoi fratelli e soffre. Non ha voluto mai essere complice del regime, ma nemmeno riesce a odiare quei fratelli di cui conserva le immaginette della comunione. E se c’è qualcosa che la fa arrabbiare sono quelle ricostruzioni «psicologiche» che cercano di attribuire le caratteristiche di Fidel semplicemente alla sua educazione. Lei, suo padre Ángel Castro e sua madre Lina li ricorda come genitori amorevoli che hanno dato tutto il possibile ai figli.
Gli uomini sono a volte ciò che decidono di diventare e, per la sorella, Fidel è tutto in una frase detta prima di andare in Messico: «A trentadue anni prendo il potere... Non dimenticare questo: se esco, arrivo; se arrivo entro; e se entro, trionfo». Purtroppo aveva ragione.
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E la gloriosa rivoluzione cubana finì nello scarico del cesso, assieme alle altre ;) :D

   By Tommy venerdì 14 maggio 2010 - 22:01

io mi ero sempre chiesto se è stato il potere o l'età a fargli dimenticare gli ideali della rivoluccion, e invece a sentire la sorella era tutto programmato.

ma prima di lui c'era Batista e non è che fosse meglio.

cmq i Castro hanno una certa età e non gli resta molto sinceramnte il futuro di cuba post-castro è un'incognita che mi incuriosisce non poco.

sempre che non piazzino qulche erede, in un documntario ho visto il figlio di Fidel e ne è quasi un clone, sembra già addestrato...staremo a vedere.

   By Highrise venerdì 26 novembre 2010 - 20:21

Mosca - Crolla un altro grande tabù: la Russia ammette le proprie responsabilità nel terribile massacro di Katyn. Il parlamento russo, in base agli archivi di stato dell'ex Unione Sovietica, ha confermato ciò che la Polonia sostiene da decenni: ad ordinare la mattanza dei 22mila ufficiali polacchi fu Stalin stesso.

La dichiarazione Un evento di portata storica per i rapporti tra Polonia e Russia. La dichiarazione approvata oggi dalla Duma (la camera bassa del Parlamento russo) consente di rimarginare una ferita che per troppo tempo la propaganda comunista ha cercato di nascondere: "Tutti i materiali pubblicati che per molti anni sono rimasti negli archivi segreti non solo rivelano questa orribile tragedia, ma testimoniano che il massacro di Katyn è stato compiuto su ordine diretto di Stalin e altri dirigenti sovietici" Inoltre viene risabilita una verità storica: "Nella propaganda ufficiale sovietica la responsabilità per questo crimine è sempre stata attribuita ai delinquenti nazisti - si legge nel documento - "Questa versione per molti anni è rimasta tema di discussione della società sovietica provocando sempre la rabbia, l’offesa e la sfiducia del popolo polacco"

Verità negata L’eccidio del 1940 nelle foreste di Katyn, vicino alla città russa occidentale di Smolensk, dove furono massacrati circa 22 mila ufficiali polacchi, è rimasto perdecenni uno dei tabù della storia contemporanea, nascosto e negato durante la guerra fredda da parte dell'Urss. Anche la propaganda comunista dei paesi occidentali ha sempre cercato di ignorare una verità che la Polonia da sempre ha cercato di far venire venire alla luce.

Il film delle polemiche Nel 2007 è uscita "Katyn" la pellicola del regista polacco Andrzej Wajda che per la prima volta racconta pubblicamente la verità sul massacro. Numerose sono state le polemiche, tanto che in Europa il film ha dovuto far fronte ad un vero e proprio tentativo di boicottaggio: pochissimi cinema infatti hanno accettato la proiezione.

Distensione Il 10 aprile il presidente polacco, Lech Kaczynski, era morto nello schianto dell’aereo della delegazione governativa diretta a Smolensk, nel sud della Russia, per una commemorazione a Katyn dei 20mila polacchi giustiziati nel 1940. La cerimonia doveva segnare anche una riappacificazione con Mosca che ora finalmente ammette le responsabilità sovietiche.

Soddisfazione russa "Questa dichiarazione è, senza esagerazione, storica", ha affermato il presidente della Duma, Konstantin Kosachev. Nonostante siano passati gli anni, il pronunciamento del parlamento è stato approvato in una seduta tumultuosa in cui l’opposizione del Partito comunista ha cercato fino all’ultimo di impedirne l’approvazione.
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Ho cercato online nel sito dell'Unità e in quello di Repubblica e... sorpresa! Pur trattandosi di una notizia di importanza storica nessuno dei due giornali COMUNISTI ne parla. Eh, evidentemente non è esattamente politically correct essere e sentirsi complici morali di un regime genocida :|

   By Pokoto domenica 28 novembre 2010 - 15:49

invece su tutti gli altri giornale paginona iniziale, eh :D

   By Highrise domenica 28 novembre 2010 - 18:51

Non si tratta di mettere la notizia nel "paginone iniziale" - si tratta almeno di segnalarla in qualche modo... sui suddetti quotidiani, neanche un trafiletto :|

   By 4rj0 lunedì 29 novembre 2010 - 10:47

Sul Sole24Ore c'è :D

   By Pokoto mercoledì 01 dicembre 2010 - 05:10

ma non c'è abbastanza acqua calda sui giornali in questi gg??

   By 4rj0 mercoledì 01 dicembre 2010 - 11:47

solo, e non da questi giorni :D

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