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Vi racconto una storia. Vera o finta che sia non importa.. è una bella storia, tutto qua. Non voglio che vada persa.
Sono in vacanza e conosco questo gruppo .. chiaramente con ragazze, altrimenti che lo conoscevo a fare. Blablabala, ah, sei di Milano? anche mia cugina è di Milano, guarda ogni tanto passo di li anch'io.
Insomma, mi trovo alla fine della vacanza (erano, purtroppo, gli ultimi giorni) con il canonico mazzetto di due di picche e la mail di una sconosciuta. Vabbuò, penso, magari se davvero la tipa passa di qui è un'occasione per riprendere un amicizia interrotta. o magari la tipa è bonazza. Insomma, mi metto a scrivere a una perfetta sconosciuta.
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Il primo mex .. "sai sono un'amico di tua cuggina" punta ad incuriosirla. Cercando di mantenere un certo equilibrio tra stuzzicare e non spaventare... in questa città siamo così in tanti che se incontri uno per strada e gli dici buongiorno, questo ti guarda e ti dice: scusi, io non la conosco. Se non si mette a scappare di corsa.
Stranamente mi risponde. E pure cordialmente. Mette subito in chiaro che non è libera (moan) ma questo è normale... ecche mi potevo aspettare? Vabbè, non ragiona male, ho 8 ore in ufficio al giorno con connessione veloce... eppoi devo ancora mandare i saluti alla cuggina. Insomma, saltuariamente prendiamo a sentirci. E qui il gioco si fa peso.. intrigante, ecco la parola giusta. Le mail diventano sempre più provocanti, ma in un linguaggio cifrato e poco evidente, sempre aperto al fraintendimento. Ha il sapore di un corteggiamento epistolare tra amanti dell'ottocento. La premessa è che non era necessario incontrarsi.
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Beh, ogni tanto trovo qualche mail nuova, ogni tanto rispondo... ogni tanto mi invento qualcosa di ardito. Mi faccio un'idea di come pensa, ma per il momento non so praticamente niente di lei. E non do neanche molto peso alla cosa: in fondo ho una valangata di kazzi miei a cui pensare già, senza farmi viaggi colla testa. Rimane così, una specie dii basso continuo dell'esistenza quotidiana. Ma il tono delle mail contiuna a scaldarsi.. sempre più intrigante e sempre meno evidente.
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Arriva un venerdì, uno di quelli all'inizio del periodo di superlavoro. Ho passato tutta la giornata al pc senza concludere un emerito belino, ho gli occhi rossi e sono inkazzato come una vipera. Ho già fatto il canonico giro di telefonate: il Puccettauz è a Roma per lavoro, il Maresciallo sta cercando casa... sarà colla tipa a discutere di metrature, mobili e mutui. Miii che ffigata! ci manca solo di fare una serata da reggimoccolo così. Prugna... beh, quello melo sono giocato da mesi. Quando ha una donna, quello, sparisce proprio. Quando per la prima volta si è messo con una tipa, l'avrò visto due volte in tre anni!
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Beh, la serata è andata. Sono ormai le 10, fa freddo e uscire da solo mi metterebbe ancora più tristezza. E pensare che prima del militare avevo due compagnie da una dozzina di persone l'una. E uscivo un sabato con l'una e un sabato coll'altra. Accendo il pc e mi metto a navigare, almeno non devo parlare coi miei: Maax, che proogeetti hhaiii perr stassseera? Nulla di particolare, mamma (non c'è bisogno che vieni tu a farmi notare che sono uno sfigato, grazie).
Criiibbbbiooo, ho già passato tutta la giornata al pc, devo schiattare qui davanti anche la serata di mmerda? cosa faccio, mi metto a dormire colle galline? o a guardare gli spettacoli del sabato? meglio mettersi due dita in gola. P*rco qui e p*rco la, possibile che siano tutti con la testa tra le gambe di una donna, stasera? Provo a telefonare a Rollo.
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Rollo è un mio amico dai tempi della terza liceo, di quelli della compagnia dei metallari (solo a pensarci mi viene da ridere, io mezzo ciellino in mezzo ai mr. borchie e chiodo, potere dei giochi di ruolo). Da ragazzini abbiamo frequentato a lungo lo stesso giro, abbiamo fatto qualche bel casino e diviso, con lui e altri, i devastanti sabati pomeriggio di sfiga adolescenziali. Poi ci siamo persi un po' di vista: prima le donne ci hanno fatto litigare: no non nel senso che puntavamo alla stessa, ma che la sua e la mia non si sopportavano, e dovevamo trovarci praticamente di nascosto... beh, eravamo proprio dei ragazzini all'epoca. Adesso le cose andrebbero molto peggio, penso
Poi ancora ci fregavano gli stili di vita: io ho preso a lavorare in n ufficio e lui in un ristorante. Ne uscivano telefonate demenziali del tipo: riusciamo a beccarci questa settimana? Beh, guarda, io sono libero il giovedì alle due. Beh, comunque siamo rimasti un po' amici.
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Beh, sento Rollo. Ciaao Maax, come tela butta? Ciaao Rollo. Tutto a posto. ma è una risposta plitica. Che combini ora: non sei al lavoro? Noo, ho mollato. Ora voglio trovarmi qualcosa di più normale... non posso continuare a lavorare come la dea Kalì... E' di ottimo umore e contagia anche me. Bel tipo Rollo. Peccato che in 15 anni che lo conosco mi abbia telefonato 3 volte al massimo.. quattro contando la mattina dopo, ma questa è un'altra storia.
Rollo, stasera sono a pedi. un katzo da fare. Voi che ffate? Ma guarda, tra un amezz'ora passano a prendermi il Robinson crusue e la sua tipa. Lo conosci il Robinson? Io ho un flash di memoria, no, non lo conosco ma ricordo che faceva coppia col Kurgan, altro bel tipo. Ciao, sono Robinson Krusue, allevo topi. Mi sento ringiovanire di 10 anni, mi viene da ridere al telefono solo a pensarci.
Rollo, mi hai salvato la serata. E lo penso sul serio. Ddio, sai che risate ci facciamo oggi? Ci diamo appuntamento da li a 40 minuti in un locale.
Vado per spegnere il pc, e mi trovo una mail
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Il tenore è del tipo claustrofobico, alla "passo troppo tempo al pc" . Data di due minuti prima. Magari è ancora connessa.
Io sono praticamente tornato all'infanzia, e l'anima del bimbo si è già impossessata di me.
. Beh, buono scaricamento. Io invece sono al locale x.
da li parte lo scambio
. uffa, invece io resto chiusa in casa
. mi spiace per te. e salutami il tuo boy.
. bella scusa per non invitarmi. comunque per tua informazione lui se n'é andato dai suoi a cena
Bella scusa per non invitarmi? BELLA SCUSA PER NON INVITARMI??
. dimmelo e tra 10 minuti ti vengo a prendere.
naturalmente è impossibile, non so neanche dove abita, e devo almeno darmi una sistemata, dopo una giornata fuori casa. ma rende l'idea
. no, vediamoci direttamente al locale tra mezz'ora.
guardo l'orologio: ora sono le 11. ma immagino che dovrà prepararsi anche lei.
. ok, il mio cell è xxx xxx, così mi chiami e vedi chi si alza. se non ti piaccio puoi andartene, ma non credo che lo farai
(meglio che mi do davvero una sistemata prima di uscire)
. borioso.
Ormai sono praticamente in lacrime dalle risata. Calma, Max, calma, niente Danni. Magari è brutta. Magari vuole solo fare un giro. Non farti illusioni. Infatti inizio subito i preparativi: nel giro di 10 minuti mi spoglio, mi lavo e mi deodoro (!!) e sono rivestito. Sciampino veloce, che i capelli sono il mio punto debole. Ho rinunciato a pettinarli che ancora facevo il liceo: semplicemente sono animati di vita propria. Fonata: ormai sono pronto. Sì, ma sembro un cespo di spinaci. Maledizione alla genetica: devo invocare il potere del gel.
"attenzione, figliolo, il potere del gel è immenso, ma se ne abusi ti si ritorcerà contro" . Parto con una goccina. non serve a niente. Vai un po' di più... iniziano ad avere un senso. Spero che durino fino al locale.
Ora c'è la solita cerimonia dei profilattici. Li prendo? porta sfiga. Non li prendo? poi magari succede qualcosa. Beh, pensare che mi servano la prima sera che conosco una tipa mi sembra veramente di peccare di eccesso di ottimismo. Quindi me ne infilo in tasca soltanto un paio. La tasca della giacca, che se apro il portafogli e saltano fuori faccio un'emerita figura di mmerda.
Avviso mmamma e skitzo via.
"Maaaxxx, decidi sempre tutto all'ultimo momento!!" . ettecredo, mi verrebbe da rispondere. Ma mi limito:
"hai ragione, stasera va così. guarda che esco tardi quindi faccio tardi" . Almeno spero.
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In macchina riacquisto un po' di lucidità: in fondo non è il caso di far aumentare l'assicurazione. Cosa che non mi impedisce di salire su qualche marciapiede e sfiorare qualche palo per fare prima. In fondo la tipa non l'ho mai vista, potrebbe essere brutta, potrebbe essere antipatica, potremmo semplicemente non piacerci. Ma una tipa che prende la macchina di notte a Milano per incontrare uno sconosciuto, per me ha già guadagnato una milionata di punti. Il solo fatto che guidi.
Speriamo che non cambi idea, o che non abbia problemi a trovare una scusa col tipo. Ma sono nella condizione ottimale: se non si presenta, sono con degli amici che mi piacciono, se si presenta... beh, è tutto da vedere
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Entro nel locale che sono euforico. Posto semplice ma carino, in una buona posizione, età media sui 25, fauna di tutti i tipi. Fatico un po' a entrare, perché è affollato, poi vedo subito Rollo.
Bel tipo Rollo, è l'unico che negli anni non è cambiato. Anzi, casomai un po' peggio: alto come me, appena più leggero, siamo sempre stati a pari a braccio di ferro. Ha una maglietta nera che scopre il tatuaggio a fatine dal tricipite alla spalla, jeans strizzapacco con cintura a borchie, e sopra tutto, veramente horrido, si è pesantemente ingellato i capelli: nonostante siano lunghi al collo fanno l'effetto mafioso italo-americano. Ci salutiamo con la solità cordialità, nel senso che per poco non spacchiamo tavoli e sedie.
Anche il robinson e la sua tipa sono all'altezza: è da tanto che non bazzico gente semplice, con cui si deve parlare di ville al mare e case in montagna, e pesare due volte tutto quello che si dice. La conversazione si arresta su rat-man:
è un aereo? troppo piccolo. E' un uccello? troppo grande. E' superman? no, gli manca la carrozzina.
Nel frattempo mi guardo attorno: nessuna ragazza sola, nessuna ragazza col tipo ma che si guarda attorno, nessuna chiamata sul cellulare
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Fumo come un turco e nonostante non voglia bere, ordino la prima rossa della serata. Non è una serata in cui fare senza. Arriva mezzanotte, mezzanotte e mezza. La tipa non si fa vedere. Faccio un giro per il piccolo locale ma non vedo nessuno che abbia l'aspetto giusto, o che stia aspettando qualcuno. Cerco di convincermi che non è riuscita a venire... avrebbe almeno potuto mandare un messaggio per avvisarmi ... odddio, non è che le ho dato il numero sbagliato? lo ho scritto così in fretta. Vabbé, va così. era una delle possibilità.
Per tranquillizzarmi, compongo mentalmente un messaggio da mandarle il giorno dopo, qualcosa del tipo "ciao bambina cattiva"..
Guardo il cellulare: freccettina sul display. E' un messaggio. Qual'è la via del locale? scusami se non ti chiamo ma ho il cellulare un po' scarico.
Mi guardo con Rollo: sta arrivando. Esco e la chiamo.
Scusami ma sto guidando. a momenti prendo la portiera di un auto, ma fa niente. dov'è il locale?
Bella voce, giovane. E allegra. Mi piace. Le dico via e numero civico.. beh, almeno la vedo.
Rientro e mi metto in coda per il bagno, meglio prima che dopo. Rollo mi raggiunge mentre sta uscendo una dal bagno delle donne. E' cosè alta che se si volta ci infila il naso nell'ombelico, ma questo non le impedisce di tenerlo ostentatamente verso l'alto quel naso. Se ne va sculettando: l'immagine di Moby Dick in blue jeans sballottata dalle onde. Anche questa è Milano.
Quella ce l'ha a fionda, se si rilassa un po' le parte - se ne esce Rollo. Io parto in una risata quasi isterica, devo infilare la testa nel cesso per non farmi sentire da mezzo locale, nonostante musica e fumo. Ci manca solo che sia accompagnata, e il suo boy voglia fare bella figura per dimostrarsi all'altezza. Che tristezza... e scoppio a ridere ancora.
Altro chiamo: sono qua fuori.
E' il momento della verità: me la immagino mediterranea, piccola ma forte. so che è appassionata di latino-americano. La realtà è ancora meglio: splendidi capelli, splendidi occhi, fisico effettivamente forte ma decisamente con tutto a posto... altro che a posto, porrrcco gggiuda! Vestita sportiva.
Se fossi Willy il Colliote avrei già occhi fuori dalle orbite e mascella penzula. Ma sono Max detto il Danno e sono perfettamente padrone di me e del mio corpo: me ne esco col mio Ccciaaaaoo più affabile - almeno spero: chissà lei cosa ne ha pensato.
Entriamo, presento gli amici... azzo, non so il vero nome del Robinson e ignoro quello della sua ragazza.. vabbé, che si presentino da soli. La conversazione, dopo il primo attimo di imbarazzo, finalmente decolla. A questo punto Rollo, che si sente in dovere di fare il brillante, se ne esce con un "beh, possiamo partecipare anche noi alla conversazione?" In quel momento lo odio.
Inizia la chiacchera, Rollo tiene banco. Col suo tatuaggio e le sue storie di vita vissuta... come se non lo conoscessi, ma pporco ggiuda. da allora lo ho depennato dalla lista delle 4 persone di cui mi posso fidare. Già prima non è che fosse proprio incluso. Beh, comunque queste sono le regole del gioco: sono convinto anch'io di essere un tipo interessante, anche se di un interesse meno evidente. Devo giocarmela sulla lunga. Se inizio a fare il geloso qui la situazione si fa meschina. Controllo, Max, controllo, mi dico mentre sorrido beotamente alle sue battute. Al limite gli torco il collo domani.
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La serata si scalda e la conversazione si allarga al resto del tavolo. La ragazza del Robinson è chiaramente gelosa della nuova arrivata e dell'interesse che suscita, e non si vuol certo far estromettere volentieri.
Duos pueri canent. Una puella sedet iudex
Ridendo e scherzando sono arrivate le due. Robinson e la tipa se ne devono andare. Rollo è venuto con loro e con loro se ne va (vabbé, Rollo, non sei poi così male).
Che facciamo noi? Le propongo un locale, e lei accetta. Andiamo con due macchine, il primo locale è chiuso e proviamo un secondo, un disco-pub piacevolmente etnico. Parcheggia prima di me, e quando la raggiungo è già stata abbordata da un negrone in fila. Li raggiungo e prendendola per la vita me ne esco con un "hei amico, la tipa è con me"
(diosanto, ho davvero detto una simile banalità?)
Non sono aggressivo ma il tipo capisce la situazione e sgomma. Il locale è semivuoto, e altra gente sta uscendo, ma il buttafuori fa fare la coda. Solita situazione di mmerda: per attirare la gente, fanno finta che ci sia gente. e nnoi a gelare... Lei, .. bisogna a questo punto darle un nome... chiamiamola Jul, lei dicevo propone di spostarci. Bene, andiamo sui Navigli, almeno c'è sicuramente qualcosa di aperto.
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Ci recuperiamo in uno dei miei locali preferiti, anche se coll'euro è diventato terribilmente caro. Ci sbattono nella sala non fumetori (evvabbé) ma è un posto abbastanza isolato, con una bella luce tra le pareti rivestite di legno. A questo punto la serata decolla, anzi esplode letteralmente. Non saprei ricostruire quello di cui abbiamo parlato, non so se per le tre birre che avevo in corpo, piuttosto per un altra ebbrezza che mi riempiva, l'ebbrezza di vita.
Ci troviamo sulla stessa lunghezza d'onda, non so se arrivo a spiegarmi... ridiamo e scherziamo senza fatica e senza bisogno di atteggiarci, come dei bimbi. Riconosco in lei la stessa fame di vita che ho io.
E' una voglia di andare oltre, di esplorare tutte le potenzialità, di volare, rasenti al suolo per assaporare tutte le potenzialità che la terra ci offre... entro in una dimensione in cui il fisico e la mente non sono più disgiunti, operano all'unisono, non devo pensare a quello che devo fare e a muovere il mio corpo, e il mio corpo non arriva a condizionarmi. Siamo vicini adesso, non solo fisicamente, ma anche in sincronia di pensiero e di umore
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Le hai mostrato il popparuolo?
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Dannomax... sei un poeta!
E tra tutti il mio preferito!
Go on please!
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sapevo che se per una volta vi facevo un racconto serio saltavano fuori i soliti epicurei!
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Ah, nobile Danno, la tua favella alata rincuora vieppiù tanto il viandante stanco di cotanto peregrinare quanto l'umile contadinella a cor dell'acqua della novella piova...
Ma dicci, te la sei bombata oppure no?
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hopa, sei proprio un materialista dialettico
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Dai continua che ci stavo prendendo gusto...
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Siamo dello stesso umore di due bimbi in una giornata di primavera, quando tutto è nuovo, tutto è inesplorato quindi tutto è possibile. Scherziamo in un modo molto fisico, rumoroso e indifferente al resto del mondo e alla cameriera che ci guarda sdegnata sopra le occhiaie. A un certo punto,facciamo una qualche mossa troppo allegra e sventata delle altre, cadiamo entrambi dalla sedia, e ci troviamo a scoppiare a ridere sdraiati sul pavimento del locale, io sopra e lei sotto. La gente del locale ci guarda non sapendo se ridere a qualla coppia così allegra o venire a separarci. Mi rialzo e accenno una reverenza ai presenti. Scoppiamo a ridere un'altra volta.
Ora sono quasi le quattro, e la cameriera ingrugnata viene per sbatterci fuori. Nessuno dei due ha voglia che la serata finisca. Propongo un altro locale, e prendiamo la mia macchina per andare alle colonne di s. Lorenzo, il quartiere di locali vicino a piazza Vetra.
Solo a qual punto mi rendo conto di quanto è tardi: tutte le vetrine sono chiuse, le luci dei locali spente e le serrande abbassate. Non c'è neanche un'anima, tranne due ragazze a
in macchina che ci chiedono dovè un certo locale. Ancora non so se le ho mandate nella direzione giusta.
E' tutto chiuso, accenno. Non importa, andiamo lo stesso alle colonne. In quel momento capisco che la direzione che ha preso quella serata non è mai stata nelle mie mani, come non sono mai stato io a decidere niente.
Parcheggio in qualche modo, sul marciapiede tra due portoni. Fa freddo, ma non lo sento... caspita, però, avrò le mani gelide. Giochiamo un po' a rincorrerci tra le macchine parcheggiate, poi ci sdraiamo su una panchina sotto i faretti davanti alla basilica. Salgo su un cestino per replicare la posa della statua di costantino, poi ci mettiamo a ridere ancora.
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Questa è la parte più difficile. Difficile da scrivere, intendo. Nella realtà si gioca tutto in un momento, è quel culmine in cui si decide se due persone vogliono la stessa cosa.
Provo a baciarla.
Lei si tira indietro... vive col suo ragazzo e penso anche che lo ami. Ddio, forse è vero che a certe donne un uomo non basta. O forse a tutte. In quel momento siamo così pieni di vita che la capisco: cerca in me qualcosa di complementare, qualcosa che chi ha già non può darle. Ho capito cosa vuol dire, in questo le ragazze sono più brave di noi a spiegarsi. Per loro è più facile.
Stavolta ci baciamo sul serio, ci abbracciamo, e sappiamo entrambi che sta per succedere qualcosa.
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Nella mia testa, spesso associo a un momento una canzone. Per giorni ho continuato a riascoltare la stessa:
Quanti anni hai, dimmi occhi blu
quanta gioventù, quanti hanni hai
hai ragione tu, forse è meglio se andiamo via
ma fuori avrai freddo, povero gatto
Allora scaldati sul mio petto, non andare via
lascia che ti scaldi le mani, inventa una bugia
per quel ragazzo che vedi domani
per ogni stella che cade sul tetto
per questa luna curiosa
che ci sorprende nel letto
Chi te l'ha detto
ma chi te l'ha detto
che il vero amore è qualcosa di eterno
ci si può amare e farsi compagnia
senza andare all'inferno
Tu che non l'hai mai fatto
con la tua bocca corri
corri a cercare la mia
se ti fai prendere dal sentimento
è anche amare un momento
ancora un momento
E' sparita con te vicino
anche l'ultima stella, è mattino
E' l'ora delle bugie,
il momento di farlo è adesso
ma dilla con sentimento
a quel ragazzo appoggiato sul muro
ai suoi capelli nel vento,
al suo sguardo sicuro
Ma chi te l'ha detto
ma chi te l'ha detto
Se domattina non torni qui
per mille anni non torni qui
sarebbe l'inferno, sarebbe un inferno
perchè stanotte ho toccato qualcosa di eterno
e fra le stelle sui tetti mi perdo
ogni notte mi perdo
Ma chi te l'ha detto
che ogni notte c'è una luna curiosa sul tetto
che si ferma a guardare
due ragazzi abbracciati,
abbracciati in un letto
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Ora ho la testa infilata nella sua maglietta, incuranti del freddo e della poca gente che passa veloce. Inizio a intuire un corpo splendido, solido, femminile. Sento l'odore della pelle, e il desiderio di spingermi oltre.
Piazza Vetra però non è più quella di una volta, buia, falsamente trasgressiva e un po' pericolosa. Ora che il parco è cintato ci sono luci e telecamere ovunque. Siamo praticamente sotto i riflettori di un palco, e il gioco è audace, fin troppo audace man mano che andiamo avanti.. Ormai ho paura di finire identificato da qualche guardia in qualche nastro registrato, e arrestato o messo a fare parte di qualche spezzone di un home video. Dobbiamo spostarci, anche se nessuno dei due ne ha voglia.
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Almeno hai limonato??
o lei non e' come le altre??
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continuo a pensare che la suspance è una invenzione terribile... cmq scommetto che la tua Lei non ha mai minimamente calcolato il tuo amico Rollo. Da come lo descrivi sembra il classico sborone, magari buono e bravo, però...
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irish, ma a te ancora bisogna spiegare con grafici e figurine?
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Sì, colle figurine Forza Panini!!
Non date le perle ai porci che talvolta non le calpestino e vi si rivoltino contro!
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Hehehe Sieg... ti sei immedesimata nel punto dove si contendono la tipa??
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direi... buon senso femminile!
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Sieg veramente era una citazione degli elii.....poi se tu non comprendi....
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allora il poparuolo te l'ha mostrato lei!
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errata corrige...degli=dagli
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daaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!!!!!!!
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tutto molto bello ma aspetto la fregatura finale...
tipo poi si mette con Rollo (bel soprannome però )
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massì, irish, coda di paglia coda di paglia...
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L'INVIDIA è UNA BRUTTA BESTIA!!!
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Questa storia mi piace troppo, mi ha appassionata tantissimo...Dannomax, aspetto il seguito al più presto
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E poi qualcuno osa sostenere che gli ingegneri sono poco affascinanti, tzè!
Forza Danno, fagli vedere come ti destreggi con immutato savoir faire tra i freddi pinguini e le calde labbra di Jul!
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bella lì allora se pure io mi metto a raccontare i sogni che faccio di notte siamo a posto
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Eddai non fate sempre gli scettici, che certe cose accadono davvero
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