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Alcuni anni dopo...
stavolta la stagione è quella giusta, giugno inoltrato. Il mio casco nuovo fiammante splende come l'elmo di un cavaliere nel sole del pomeriggio, mentre una giacca tecnica corazza il mio fisico scultoreo (vabbé, fate finta di crederci almeno per un attimo).
Sotto il sedere, il mio cucciolo, di qualche cavallo più potente e di parecchi anni più giovane dello Skasson precedente, ruggisce di gioia tenendo i 140 km/h costanti in autostrada. Mi inclino leggermente in curva, con il ginocchio appena sporgente, assaporando il piacere del vento ormai estivo e della perfezione meccanica del mio mezzo, una sinfonia di valvole, alberi a camme, centralina, e altri pezzetti meccanici che non capisco bene ma che di sicuro ci sono.
Soltanto gli scarponi, gli stessi di quella mitica notte di Natale, costituiscono un legame con il passato. Passando lascio persino una leggera scia di costoso profumo...
dove sto andando?
e qui bisogna aprire una piccola parentesi
(segue)
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Blue Oyster Disco Club ? ...leggera scia di costoso profumo, sinfonia di valvole, scarponi... non voglio neppure pensare all'eventualità che TI abbiano aperto una piccola parentesi
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nanananana, bru. se hai letto l'altra storia, dovresti avere capito che sono un Vero Uomo.
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Il mio corpo si impregna degli odori della campagna. Il verde dei prati e l'oro dei campi di grano non ancora tagliati rallegra il mio spirito. Le colline sono una linea scura dove l'orizzonete interseca il cielo.
dove sto andando?
La moto si piega docilmente in un altra curva, stavolta verso sinistra. Il motore emette un piacevole suono di alto regime, e sento la rigidità del telaio mentre traccio una traiettoria perfetta sull'asfalto aderente.
dove sto andando?
Accosto nella corsia d'emergenza, metto in folle la moto e mi tolgo pigramente il casco. Con i capelli al vento sento il calore del sole sul mio viso e sento la felicità di essere vivo.
dove sto andando?
tiro fuori la cartina: vuoi vedere che ho davvero mancato quel ca22o di uscita??
Dovete sapere che in quel periodo non ero sereno. Ero stato lasciato, non da molto, da una ragazza a cui tenevo, e stavo facendo di tutto per dimenticarla. Ero praticamente nella fase in cui volevo dimostrare a me stesso che la vita aveva ancora un senso, che non ero finito come uomo e che potevo ancora godere delle soddisfazioni che il destino mi poteva riservare. Insomma, ero in quel periodo della vita in cui ogni buco va bene.
Ebbene, in questo periodo di sconvolgimenti interiori, uniti all'ormone tardo primaverile e all'astinenza forzata, ricevo una telefonata.
Pronto
Pronto
Ciao, sono eb, ti ricordi di me?
...
eb. La mia memoria risale a quasi un anno prima: avevo conosciuto questa ragazza, in trasferta a Milano per motivi di studio, e per un po' ci eravamo frequentati. La storia non era decollata, e semplicemente ci eravamo persi di vista.
Di quel periodo, ricordo soltanto un uscita al parco Lambro, in mezzo alle pantegane e agli effluvi del canale di scolo, cercando di evitare i pattinatori a rotelle della domenica che ci sciamano attorno. Ci fermiamo al bar, beviamo qualcosa, ridiamo e ci divertiamo.
Poi io sento qualcosa dentro, qualcosa di denso, caldo e opprimente, lascio vagare attorno lo sguardo, la guardo... e mi accorgo che non c'è in giro neanche un bagno, e che se voglio scaricarmi devo trovare una scusa per infrattarmi tra i cespugli.
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Azz mi hai fregato!!!Pensavo di far la battuta,ma dovevi andare al bagno veramente !
Cmq il VERO uomo ritorna alla carica eh?
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dai Danno continuaaaaaaaa!!!
mi piacciono troppo sti racconti...
puppydannofan
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Go Danno Go!
Però 'sta eb... io non mi sarei buttato così alla cieca, almeno finchè non mi avesse detto le altre lettere del suo nome.
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Era Ebelina, contento?
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Anche te Tyler sei andato al parchino con lei?
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A tutti prima o poi capita di finire con in una disco gay.
Col proprio migliore amico.
Che si è semrpe detto etero. E che dal quel momento ti guarda in modo diverso.
E con un nugolo di uomini che ti offrono daiquiri a nastro....
E col cellulare scarico per farsi venire a prendere.
Ma me l'hanno raccontato, a me non è MAI successo...
Ma dicci Danno, dicci. Parlane apertamente con noi che siamo i tuoi terapisti.
Raccontaci, orsù....
Cordialmente.
Ragioniere
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Poi ricordo un'altra uscita, più etnica, al parco del Castello, con i rasta che si erano impossessati della gradinata davanti al palco e si esibivano in un concerto collettivo di bongos: 30 persone a fare il ritmo in comune, poi parte uno con l'assolo mentre gli altri fanno l'accompagnamento, quindi parte un altro e riprende il tema, e così via ad libitum, nell'aria, il profumo della cannabis in fiore. Ah, le uscite bucoliche.
Poi, semplicemente, la storia non era decollata e ci eravamo persi di vista. Da parte mia, credo che fosse perché era una ragazza così riservata che non ho mai capito cosa avesse in testa. Il perché l'avrei scoperto solo in seguito.
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Mi infilo il casco e riparto. Oh, beh, se ho sbagliato l'uscita prenderò l'altra strada. Se c'è una cosa che odio è tornare indietro, percie se devo uscire dal casello e rientrare dall'altra parte, specialmente pregando l'omino buffo di alzarmi la sbarra per non pagare due volte. C'è una linea rossa sulla cartina che mi sembra percorribile, anzi, con qualche curva in più, cosa che in moto non fa mai male. Sono un po' sudato, ma preferisco tenere la giacca: mi limito ad abbassare un po' la lampo e allargara i polsini, cosa che provoca un esillarante corrente d'aria che mi risale lungo le braccia.
"here ai eeeemmm, on the roood egheeeein, there ai eeeemmmm, turn the paigeeee!" Canto sempre, in moto, quando sono felice
Fin'ora la strada è stata molto dritta, quasi monotona. Non ho avuto molto da fare tranne guardare il paesaggio e giocare allo slalom tra le auto poù lente. D'imprevviso, invece, una paurosa curva a destra in salita. Curvo prontamente ma la moto allarga un po' troppo mentre il motore scende di giri.
Nel linguaggio delle moto questo vuol dire: Max, stai andando troppo forte. Io ti voglio bene, ma ti ricordi quella volta che tu hai passato due settimane a sederti solo su una chiappa mentre ti ricresceva la pelle, e io ho guadagnato questo simpatico sbrego sul carter? Bene, qui siamo pure in autostrada, quindi concentrati e non fare il Pirla.
Le moto sono più giudiziose di quello che si pensa. Almeno qualche volta.
Scalo una marcia e il motore riacquista giri, mentre le ruote riprendono trazione. La strada si trasforma: ora due corsie si arrampicano in geometrie bizzarre sulla collina. I camion, che prima superavo con un ghigno compiaciuto, ora sono tutto attorno a me, avvolgendomi in una nube di fumo e polvere. Non posso vedere la strada avanti e sono costretto a improvvisare le curve, mentre inizio a sentire le vibrazioni
---- Ciao eb, certo che mi ricordo di te, come va, come non va, bla bla bla. Il mio cervello viaggia veloce, ora:
1. sono libero e fringuello
2. una ragazza mi chiama dopo un anno
=> ne vuole da me
3. organizzare l'incontro
- Ma dimmi, sei ancora a Milano? Mi spiace che ci siamo persi di vista.
- No, sonno tornata a casa, a xx.
- xx? e dove sta?
- sta verso xy, vicino a zz.
(Mi spiace dover eliminare i dettagli geografici, che meritano, ma non voglio trovarmi Rodotà in casa. Ho già poco spazio in camera.)
zz, penso. Saranno almeno 500 km da casa...
- Peccaato!!!
Poi penso alla desolazione di un weekend in casa a piangermi addosso, e alla pila di piatti da lavare che mi aspetta nel lavandino cantando "Sporco Grasso" dei Jem Boy... E qualcosa nella mia testa fa click. Normalmente sono pigro, un bradipo capace di passare la domenica pomeriggio davanti alla TV... ma c'è un lato bestiale dentro di me, che quando si sveglia è capace di farmi compiere improbabili arrampicate in parete, gare di canoa o, o...
- ok, questo weekend ti vengo a trovare
- ... - (silenzio, poi) - dai, che bello!
La bestia si è svegliata (avete presente HAHAHAHAHA il mondo è mio?). In un paio di minuti ci accordiamo: venerdì sera sarei arrivato da lei, e avremmo passato un paio di giorni nella casa di vacanza dei suoi li vicino. Quello che sarebbe successo dopo, per ora era nel dominio dell'immaginazione.
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Max e' già nella mia hit parade di top-posters 2002-03 E Rodota' poi..
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La strada è diventata veramente faticosa ora: devo arrivare in cima alle colline e poi scendere.
Essendo l'unica strada che taglia di qui, è affollata in modo pericoloso. Devo far riposare un attimo schiena e sedere, quindi mi fermo un attimo in una piazzola. Mi sgranchisco le gambe, con il traffico dei TIR che mi ulula a pochi metri di distanza. Poi penso che forse è meglio fermarsi in un Autogril, così faccio benzina e mi bevo pure un caffè.
Sono già due ore e mezzo che sono in viaggio e non sono neanche a metà strada. E questa è la parte di strada che conosco: da qui a 50 km non so proprio cosa mi aspetta: ci sono stato forse una o due volte, da bimbo in vacanza coi magni parens.
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Ora sono carico di energia da aspettativa. Presente il "Sabato nel Villaggio" ? Telefono a un po' di amici, cazzeggio un po'..., controllo la guida stradale... azz, 600 km netti, ma non sarà questo a smontarmi (sono già in trip da Vero Uomo prima ancora di toccare la sella).
Poi preparo l'equipaggiamento per il viaggio:
- Astuccio per lavarsi: questo è facile: ho scritto un elenco nel '92 e uso ancora quello.
- Cambio di biancheria. Semmai qualcuno dovesse vedermi le mutande (MAGARI!!). Per le calze è già più complicato: da quando vivo da solo faccio collezione di buchi. Ravanando nel cassetto, riesco ad accoppiarne qualche paio presentabili.
- Maglietta polo di ricambio, che le camicie in borsa si stropicciano (un flash: ve l'immaginate farsi 600 km con una gruccia per le camicie pulite che sventola appesa alla moto?)
- Bandoliera di profilattici: dunque, arrivo venerdì sera, si tromba due volte, poi c'è sabato, domenica solo la mattina, almeno 10. Cià, facciamo 12 che è più sicuro.
In realtà quest'ultima scelta è più complessa di quello che sembra. Ho una specie di superstizione: roba che se li porto non si tromba, se non li porto si tromba ma si finisce nei guai. Rifletto per qualche minuto... poi preferisco portarmeli.
Preferisco non finire nei guai: cosa me ne faccio di un pargolo scodellato a 600 km di distanza? E se poi è di quelle che non vuole neanche sentirne parlare senza? Meglio prenderne un'altra manciata.
Stipo tutto alla meglio in uno zainetto JollyInvicta fosforescente residuato bellico di un periodo più new age della mia vita, che contrasta bene con il colore sobrio del mio motocucciolo.
(Incredibile i viaggi - mentali intendo - che può farsi un uomo quando si prepara a un appuntamento).
Scendo e do una controllata al cucciolo: pressione gomme, olio acqua, .. do anche una lubrificatina alla catena, che non ci sta mai male, vah!
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continua, ti prego!
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stasera cerco di andare avanti un po'
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Ti sei ricordato di rammendare anche le mutande?Non si sa mai che si trovino anche sgommate della tua moto sopra
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Raga, che fatica. Questo è forse il capitolo più lungo. Questa storia è come i viaggi degli hobbit: tanto viaggio e poco gran finale. Comunque vedrete.
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Resto in piedi fino a tardi per l'eccitazione, riflettendo sull'avventura che mi aspetta. La mattina vado normalmente al lavoro, accompagnato da un certo buonumore che mi sostiene lungo la giornata (era un periodo del cavolo anche al lavoro, di li a poco avrei cambiato).
Trovo il coraggio di prendere un permesso per il pomeriggio (ero li da un po' ormai, ma avevo ancora un certo pudore, del resto puzzavo ancora di libri), e dopo il pranzo, scendo nel parcheggio a recuperare il cucciolo, che è già lì che occhieggia sotto il sole, eccitato quanto me all'idea di scatenarsi un po'. Il motore parte al primo colpo, controllo che il jolyinvicta sia legato bene con la cinghia elastica e parto in una mezza impennata, cantando a piena voce nel casco chiuso "I'm on the road again (on the road again)", stavolta quella dei Rockets.
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Arrivato in cima al passo, la strada comincia a scendere. Una lunga discesa veloce, una curva, una lunga discesa, una curva. La pendenza è molto ripida, ma la strada è ben tenuta e 'è meno traffico di camion, quindi procedo meglio. Ormai sono in viaggio da 3 ore, e inizio ad accusare la stanchezza.
Entro in una valle piacevole alla vista, poi passo una città.
Ora la strada si trasforma, diventa più larga, con uno splendido asfalto rifatto da poco. Non è né troppo dritta né troppo impegnativa, il sole ormai è più basso, e non mi infastidisce. LA luce è splendida, e valorizza uno dei paesaggi più belli che io ricordi.
Un altro paio di moto mi superano, salutandomi con un gesto tra l'allegro e lo sprezzante. Vanno un po' poù veloci di me, e decido di non aggregarmi: sto andando veloce ma non voglio rischiare, o meglio, voglio prendermela comoda per risparmiare le energie. Proseguo a lungo, ma senza stancarmi.
Mi fermo ancora una volta a una piazzola. Ormai ho percorso quasi 500 Km, e più che per la stanchezza sono frastornato per le vibraizoni e per il vento. Telefono alla tipa, faccio benzina e mangio qualcosa, familiarizzandomi con il diverso accento delle persone, poi riparto.
Ormai sto arrivando: non è presto ma c'è ancora una bella luce. Vedo in lontananza la città mia destinazione. Esco dall'autostrada...
E lì c'è il primo siparietto comico. Per i motociclisti, il casello è un posto maledetto: rallento, metto in folle, mi tolgo il guanto e lo incastro alla bell'e meglio tra il pacco e il serbatoio della moto. Poi cerco lo scontrino. Non lo trovo. Mi alzo in piedi per vedere se non è nei pantaloni, facendo cascare il guanto. Raccolgo il guanto. Nel frattempo, è venuto il mio turno, e la mia abitudine milanese mi fa odiare di far aspettare la gente in coda.
Prendo il guanto fra i denti e metto in prima, avanzo fino alla sbarra, metto in folle e riprendo a frugare tra le 1000 tasche della giacca tecnica. In effetti, mi ci vorrebbe un tecnico delle giacche. Tra l'altro, ho anchee messo un paio di pantaloni di tipo militare (hanno il cavallo più basso, e non mi andava di fare 1200 Km tra andata e ritorno con i cojones strizzati), il che vuol dire altre tasche in più in cui frugare. Il tipo dell'auto dietro inizia a innervosirsi.
Trovo il biglietto, messo nella solita tasca davanti per essere più facile da recuperare... hehehe, sono un tipetto metodico, io. Ora mi manca solo il Viacard, che so benissimo dov'è. Guanto in bocca, biglietto in mano, moto in equilibrio fra le gambe, recupero il portafogli. Azz, non ho il viacard, l'ho tirato fuori ieri sera per ricordarlo e me lo sono dimenticato. Oh, beh, capita di dimenticarsi le cose in viaggio...
Il casellante incuriosito inizia a mettere fuori la testa dal gabbiotto: "ci sono problemi?" e io, nonononono. In realtà ci sono eccome, non ho la tessera e sono nell'uscita sbagliata. Ma odio far figuracce in terra straniera. Fortuna che almeno ho una targa nuova che non inizia con "MI": i miei conterranei in vacanza sono già abbastanza presi per il qulo.
Indietreggio a retromarcia (leggi, spingendo con le gambe), facendo impallidire il tipo dell'auto dietro (zzo vuoi, che c'hai una pegeut bordeaux che ha più anni di me e mia madre messi assieme?), innesto la prima col guanto tra i denti, il biglietto in una mano e il portafogli con l'altra (leggi: mano sinistra: biglietto, manopola, frizione, mano destra: portafogli, freno anteriore, acceleratore con un filo di gas: un numero da circo Togno).
Attraverso arditamente tre corsie, entro nella prima "Cash", e guardo con aria aggressiva il casellante che mi chiede una cifra spropositata. Passo la sbarra, accosto a destra e già che sono poco carico tiro fuori la cartina. Tanto poi devo sistemare tutto.
La strada è un po' compllicata, ma arrivo senza perdermi neanche una volta fin quasi in città.
Problema: non ho una cartina del posto, e non ho la minima idea di dove si trovi la via. Proseguo cercando qualcuno a cui chiedere: il tipo migliore è uomo, 20-60 anni d'età, magari iben vestito. Le donne giudano meno, i più giovani conoscono benissimo il quartiere e la strada per le discoteche ma non le arterie principali, e l'uomo d'affari è preferibile perché è meno probabile che parli qualche dialetto straniero. I vecchietti e le vecchiette non sono male, ma tendono a indicarti punti di riferimento che non esistono più da almeno vent'anni, e di solito tendono a biascicare in un modo che allunga le risposte in modo spropositato. Devo vedere una donna, ho fretta.
Alla fine, inseguo fino al semaforo un altro motociclista. Questo tipo merita una descrizione: un impallinato su un supermotard (moto a sella stretta da equilibrismo, impossibili da condurre in qualsiasi altro contesto di uso civile), di foggia mai vista e con le ruote così vicine che quasi si toccano. Lui stesso è un bel personaggio: una folta barba rossiccia spunta da un mezzocasco bombato da gueriero spaziale giapponese, e per completare il tutto, un paio di occhiali da guida rotondi a lenti separate gialli che gli danno un aspetto da Ape Maia.
Conosce la via, e già questo è un bel colpo di fortuna, e anzi, si offe anche di guidarmi per un tratto. La solidarietà tra motociclisti è una cosa che nessun automobilista conoscerà, nemmeno fermo sotto un ponte in tangenziale mentre con il cellulare scarico valuta quanti chilometri deve fare sotto il sole a picco per chiamare il carroattrezzi dell'ACI. Non mi è mai successo, invece, di restare con la moto ferma senza che un altra moto si fermasse a offrire aiuto. Una volta è successo pure mentre mi stavo togliendo la giacca. Motorini, crepate d'invidia.
Arrivo finalmente a destinazione. La casa è in una stretta traversa di una via principale.
Sono piuttosto stanco, dopo 5 ore e mezza a velocità sostenuta. La strada, tra l'altro ha una pendenza strana: fatta di lastroni di pietra grigia, lascia un buon 30 cm rientranti tra carreggiata e marciapiede, ed è molto bombata verso il centro. Decido di mettere per prudenza il cavalletto centrale. Essendo sul brasato andante, non mi viene in mente di girare la moto con la ruota davanti verso la parte in pendenza, come si fa in questi casi. Il risultato è che appena messa la moto, con grande fatica, sul cavalletto, moto e cavalletto si inclinano verso destra e cadono rovinosamente.
Bestemmio fra me e me, e rialzo la moto. Decido, vaffanbaffo, di portarmela contromano nella stradina: nel processo la marmitta ha sbattuto contro il marciapiede rimediando un'altra gloriosa ammaccatura, ad oggi ancora lì. Spero almeno di non aver spezzato la serpentina interna, o finisce che faccio il rumore di una monoposto ferrari al gran premio, oltre la spesa. Che poi domani è sabato e i meccanici sono chiusi.
Trovo il cognome al citofono e suono.
- Ciaao, fa lei, aspetta che ti vengo a prendere!
PEr la prima volta mi viene in mente che non la vedo da un anno, e che non so neanche se la riconoscerò.
Sorrido tra me e me, cercando di lisciarmi i capelli, spaventapasseri in giacca tecnica sudato per 600 km di strada. Lei mi si presenta dopo poco, piccolina ma esotica e sorridente. Che faccio: la bacio o le chiedo di fare una doccia. Scelgo una mezza misura, la saluto con un abbraccio (un po' freddino, devo dire, da parte sua), e iniziamo a chiaccherare. Metto la moto dentro al cortile (ci manca solo che me la fregano e devo pure inventarmi il modo di tornare a casa in treno!) e decidiamo, in memoria dei vecchi tempi di fare un giro al parco della città.
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Dove sto andando? E qui bisogna aprire una piccola parentesi... Alla faccia della piccola parentesi,Danno! Avvincente e colorita, ottimo stile, ma poi ci farai sapere anche della destinazione originaria, eh?
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Bru:
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Beh? non colgo...
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Evidentemente non mi sono spiegato... Quando ho scritto il primo post non sapevo ancora come impostare la storia. Pensavo di risolvere la telefonata in un unico paragrafo e poi andare avanti col viaggio. Andando avanti ho cambiato idea e preferito mischiare, quindi quella frase è rimasta lì in sospeso.
Quanto alla gay disco... non ti preoccupare, non l'ho dimenticata. Un po' di pazienza, per Ddio... un buon racconto richiede tempo
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OK, infatti non era una critica, mi piace questo tuo ricorrere a flashbacks, ti chiedevo solo di non dimenticarti di finire il racconto del viaggio iniziale. Non capivo la faccina che ronfa.
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Sigh... il mio editore mi abbasserà il compenso.
NOTA AI LETTORI: pregasi eliminare dal primo paragrafo la frase "e qui bisogna aprire una piccola parentesi" . Il viaggio va inteso come unico e successivo alla telefonata.
Quanto al gay pride, date tempo al tempo
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e poi? e poi? waaaah ma perchè mi metto a leggere sempre post non finiti, è come comprare fumetti giapponesi che non hanno una conclusione in giappone (e quindi in italia chissà fra quanti secoli arriverà) dai Dannoooo!!!!!!!!!!!!!
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Stasera sono di un un umore un po' particolare, quindi non stupitevi se il racconto avrà un tono diverso dal solito. Non riuscirò comunque a finirla, e per questa settimana non credo che riuscirò più a scrivere, quindi portate pazienza. Prometto comunque che la storia non rimarrà senza finale.
Beh, in qualche modo sono arrivato a zz, e ora inizia la parte difficile. I km che ho mangiato non sono niente rispetto ai pochi centimetri che ti separano dalle mutandine di una donna. Nonostante tutto, non riesco ad ammazzare il gene del romanticismo, e anche se so che non conviene, voglio sempre lasciare una buona impressione di me a una donna...
Lo so che non conviene
mi piaccion le sbarbine
ma poi chi si trattiene
ye ye ye
quel che conta è il calore
mi piaccion le sbarbine
le sbarbine sono bionde
le sbarbine sono more,
le sbarbine sono tante
le sbarbine in amore...
Allora, sono a zz con una ragazza che non vedo da un anno, e che anche allora non capivo bene cosa avesse in testa. Vado a fare due passi con lei allo spelacchiato parco cittadino.
- vuoi andare in moto?
- no, ho paura.
E io che ho portato anche un casco in più. Ma già lo sapevo, già a Milano si era rifiutata di salire sullo Skasson. Vi immaginate peràò andare fin li in macchina? era come riassumere tutto il racconto dicendo "passo 5 ore sballottato tra le pareti della mia scatola di sardine" Divertente e epico come andare in bagno con un libro di avventure.
Mentre camminiamo, io cerco di inquadrare la soluzione: barrare con una croce
a. si è lasciata col ragazzo e vuole raccontarmi quanto era bastardo
b. si sentiva semplicemente sola
c. è stata presa dalla nostalgia
d. è ninfomane
e. altro
Invece lei mi racconta della città, della sua famiglia. Io la ascolto con attenzione, cercando di inquadrare la situazione. La mia idea era creare quall'atmosfera romantica ed erotica che avrebbe potuto portare il mio viaggio alla sua gloriosa conclusione, ma le cose stanno prendendo una piega diversa. Oh, beh, sono stato ben attento a non vantarmi con nessuno, quindi qualsiasi cosa succeda non finirò sputtanato.
Viene ora di cenare. Io non sono pratico della città e le chiedo dove le piacerebbe andare. Mi propone un cinese. Strana scelta. Ma forse è uno di quei localini intimi con le lampade di vetro colorato e la musica giapponese fatta al sintetizzatore con i ruumori della natura. E poi, il mio primo appuntamento galante, a 16 anni, è stato al cinese, e da allora mi sono perfezionato, nel tempo, a tenere le bacchette, casomai dovessi impressionare qualche ragazza.
Invece è un buco di pochi metri quadri, con la tappezzeria rossa polverosa. eb è conosciuta, e si può dire di tutto tranne che dia l'idea di intimità. Mi sforzo di rimanere allegro... Se mi lascio andare alle paranoie è finita.
Ritorniamo verso casa, e ne approfitto per starle più vicino, magari prendendole a tratti la mano. Per la prima volta mi accorgo quanto è provinciale quella città: sembra un posto di mare senza mare, con la vasca in centro, le vetrine colorate e un sacco di negozi di vestiti, dal più trucido al meno trucido. Fuori dall'isola pedonale il traffico è pesante per le vie disposte a casaccio.
E' ora di andare a dormire... sono stanco. Prendi tu il letto, prendilo tu, no, guarda, quando ospito qualcuno sono abituata ad arrangiarmi.. Mi fa sentire come se fosse normale per lei avere ospiti "soltanto amici" E' come se il mio colpo di testa avesse perso la sua eccezionalità.
Dormiamo separati...
La mattina, usciamo a fare due compere per mettere assieme una colazione a due. Non capisco più la situazione, e i giorni da passare assieme sono pochi. Anche se non mi va, devo capire come stanno le cose: cosa pensava invitandomi.
Sai, è stato strano che tu ti sia fatta sentire dopo tanto tempo, ma è bello essere qui bla bla bla. La prendo alla lontana. E piano piano, la storia viene fuori.
La situazione è semplice, e devo dire che mai nessuna donna è stata così esplicita con me, né mi aspetto che lo sia più. Tolti i doverosi - obbligatori - fiocchetti rosa, semplicemente lei non ha mai avuto un uomo. Potenzialmente potrei essere io il cavatappi umano.
Dopo questa, immagino i giovani della community già con l'occhio pallato fuori dalle orbite, e queste opportunità effettivamente è meglio averle che non averle. Però considero velocemente le implicazioni: non sono Flash Gordon, e i giorni per stare assieme sono pochi. E' una strada in salita.
Aggiungo un particolare: gli uomini non sono sempre b4stardi come si dice. E qualcuno qui ci aggiunge anche un bel purtroppo. Quindi mi metto in testa di agire nel modo migliore possibile.
Approfitto dell'atmosfera di intimità che si è creata e la prendo in braccio, stretta. Ora parliamo di cose più personali.
...
Ho fatto del mio meglio con più impegno di un lupetto per scaldarla, ma gli effetti su di me sono stati ancora più devastanti. Non si può passare da 0 a 300 in poche mezz'ore. Ho un dolore in mezzo alle gambe che nessuna donna potrà mai provare... Tralaltro la porta del bagno non chiude neanche bene, e non intendo distruggere quel poco romanticismo che sono riuscito a mettere assieme facendomi vedere a frustare il cobra...
E' decisamente il caso di fare due passi. La casa inizia a darmi un po' di claustrofobia. Usciamo a mangiare qualcosa in un locale, attraversando il viale pieno di macchine, vetrine scintillanti e cartelloni publicitari di film. Allangolo, un bar dove i militari di firma di qualche vicina caserma si intrattengono con delle battone orientali dai vestiti sgargianti. Ora camminiamo assieme, vicini e avvolti ciascuno nei propri pensieri.
Stiamo bene, ma cerchiamo di parlare di altro... sennò diventa un chiodo fisso.
Stiamo per pagare, quando un tipo non troppo alto, collanina tribale e maglietta etnica a maniche lunghe si avvicina. Ciao eb. Ciao s. come stai? Si mettono a parlare fra di loro come se non ci fossi, ma è chiaro che lui mi ha notato, eccome se mi ha notato. Nell'eterna competizione tra uomini, sono io quello in compagnia della donna.
S, scopro, è iscritto alla stessa palestra di eb, sono insomma dello stesso giro. Finalmente vengo introdotto nella discussione. S è abbastanza simpatico, non molto intelligente, e con uno spiccato spirito di protagonismo. Il suo scopo nella vita è diventare attore, e per questo ha messo assieme un po' di soldi lavorando come cuoco e come cameriere e intende investirli in un viaggio a Los Angeles, dove frequentare le scuole di recitazione. Ha già tutti gli indirizzi. Vorrebbe fare parte del cast di Friends.
- come te la cavi con l'inglese?
- non so una parola, ma conto di impararlo.
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Alla fine ci invita a casa sua, dove quella sera aspetta un po' di gente per una festa. Abbiamo entramvi voglia di distrarci, quindi accettiamo.
La casa di S. rispecchia il suo carattere: ha più poster alle pareti che mobili: Friends, Baffy, e tutto ciò che è fashon e alla moda. Lo stereo da solo vale più del biglietto per los Angeles, e he enche un videoregistratore attaccato a un televisore dalla buona acustica. Mette su un paio di video musicali: fondamentalmente R&B dove negroni vestiti Nike viaggiano in moto tra i getti di fiamme con sulla sella negrette poco vestite. La cosa più interessante è che una delle due moto è una Ducati, cosa che fa sempre piacere in un video americano.
Di li a poco arrivano gli ospiti, una coppia e qualche altro amico sciolto che ora non ricordo. Ricordo invece che a un certo punto iniziamo a chiaccherare con altra gente: di dove sei Milano ah sembravi di fuori ma c0m'è qui ma c0m'è la.
S., che non si sente più al centro dell'attenzione, prima tira fuori una sua foto di quando era bambino e cerca di far vedere alle ragazze quanto era carino. Poi, dopo averle fatte scappare tutte, propone che ci trasferiamo in un posto più alla moda. Anzi, il posto più alla moda della città. Si tratta di una discoteca gay, ma è molto rinomata... ce la descrive in modo molto promettente.
Io sono stanco e ho altro per la mente, ma eb non sembra dispiaciuta. Poi si può arrivare a piedi, la città e nuova e tutto sommato non mi dispiace dare un occhiata. E chissà che un po' di atmosfera trasgressiva non ci faccia bene...
S. perde un sacco di tempo in bagno a prepararsi. Poi esce uguale a prima, e possiamo partire. La strada non è proprio brevissima, e fa anche un po' fresco, ma alla fine arriviamo a u portone di legno sorvegliato da un buttafuori enorme, una specie di Bud Spencer che ha anche l'aria di saper usare le mani.
Entriamo in fila indiana e questo è lo spettacolo che ci si para davanti: in una cantina un po' buia e rimessa a nuovo, è stata ricavata una sala più grande e una saletta piccola sulla sinistra. All'ingresso, seduti su un muretto, due uomini sui venticinque sono avvinghiati a scambiarsi i germi bronchiali. Sicuramente due figuranti: troppo carini, troppo perfettini, e ci danno sotto a baciarsi in un modo che se fossero veri sarebbero già in macchina in un angolo buio.
La discoteca è affollata ma nessuno balla nella pista principale. Le ragazze sono poche e con un'aria un po' sperduta. REstiamo sull'ingresso, un po' discosti dai figuranti. Dalla sala di sinistra, dove solo una coppia di mezza età si produce in graziose piroette, arriva una ventata di aria condizionata costante proprio sopra il mio collo.
eb ha l'aria sperduta, perfino un po' spaventata. LE chiedo se vuole andar via ma le scoccia mollare li gli altri, che fanno di tutto per avere un aria a proprio agio. Però non vuole ballare, non vuole bere, e resta lì a mo di oggetto di arredamento. Sono li li per decidere di ubriacarmi e mandare tutto al diavolo, ma il pensiero della strada che mi aspetta domani e dell'energumeno fuori dalla porta mi trattiene.
Restiamo giusto quell'oretta di ordinanza, poi riesco a conincerla a tornare a casa. Di sicuro non è questa la sera in cui si tromba. Sulla strada del ritorno, vediamo il cartellone del cinema... iniziamo a fantasticare assieme che sì, le vacanze non sono lontane, e magari possiamo darci un altro appuntamento. L'idea di tenerci per mano nel buio davanti al cinema sgranocchiando il popcorn risveglia un po' di effimera magia, e ci sentiamo un po' assieme.
La sera proviamo a dormire assieme, ma il letto è stretto, lei non è abituata e dopo una mezzora siamo di nuovo separati.
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ed hai fatto 600 km per fungere da cavatappi e finire in una disco di omosessuali (frociemmerda non me lo fa scrivere) dove magari sei stato pure abbordato?
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e senno la mettevo sotto storie di sfiga?? comunque non è finita qui!
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Porca troika, pigliati un 'ora, siediti e finisci altrimenti divento idrofobo !!!!!
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dannomax...scusami mi è piaciuta la licenza poetica che ti sei preso...il ristorante cinese con la musica giapponese....scusami ma mi è piaciuta troppo...
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mi aggiungo, e inoltre vorrei sapere perchè eri così triste mentre scrivevi... magari posso aiutarti a stare meglio
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Dai, anche io sono andata in un locale per omosessuali, solo che non lo sapevo..
Comunque cerca di fnire sta storia in fretta..
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... il letto è stretto, lei non è abituata ma non si diceva ai miei tempi che l'occasione fa l'uomo ladro? A prop, c'è chi si offre per aiutarti a stare meglio, che aspetti
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Il letto stretto è l'ultima mazzata che potevi pigliarti quel giorno,non è vero max?Cmq anche pirla te che ti fai tutta quella strada senza alcuna sicurezza(di trombata)!Io non ho neanche voglia di andare a 30 Km da qui per una ragazza,figurarsi 600...argh!
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infatti la verginità te la staccherai a morsi da solo
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Sempre meglio che essersela riguadagnata col tempo
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Wow, non credevo che il topic rimanesse anche se non mi connetto per due giorni. Ora mi stacco e finisco la storia..
Sieg: so che sei qui da parecchio ma non ti conosco. Il tuo profilo però è notevole.
Il vorticoso suadente segue le mie storie?
Noct: te l'ho spiegato in che stato d'animo ero: a casa sarei stato molto peggio. Non faccio queste cose tutti i giorni, ma anche se ormai è chiarito che di donne devo ancora far pratica, una cosa ho abbastanza chiaro: far qualcosa di impensato conviene.
Exos: ho riso da solo come un cretino da 5 minuti.
Infine Brub: tu mi sembri più grande degli altri, quindi non c'è bisogno che ti dico che in una situazione del genere non è questione di occasione..
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Vabè eri preso dal momento e ti sei dettoerchè no?Non si mai nella vita!
Beato te che puoi far così,e fai solo che bene Danno,bravo!
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Il sole splende come il giorno dell'andata, mettendo in risalto i colori e le mie sensazioni.
Ora che conosco la strada dovrei essere più tranquillo, penso, mentre procedo a media velocità sulla via del ritorno. Siedo a gambe larghe, e il vento porta sollievo ai miei cojones surriscaldati. Sì, dovrei. Peccato che mi abbia preso un'insensata paranoia: sono lontano da casa, è domenica e i meccanici sono chiusi. Non ho detto a nessuno dove andavo, e se dovesse succedere qualcosa nessuno saprebbe dove cercarmi.
La moto inizia a tossicchiare: giro il rubinetto della riserva e il motore ritrova la sua giusta sonorità. Splendido! ho appena passato un cartello che dice "prossima stazione di rifornimento: 40 km" . Per esperienza (mi è già capitato eccome di dovermi fermare a spingere!) so di avere due litri di riserva, e che se guido normalmente percorro 16 km con un litro. Mancano 8 km.
L'idea di dover spingere la moto per un'ora sotto il sole a più di 500 km da casa non mi mette a mio agio. Mi vedo già arrivare sudato, sulla corsia d'emergenza, a una pompa dove i benzinai mi puntano col dito ridacchiando.
Cucciolo, pensi di farcela?
Tu pensa a non fare accelerate brusche, e io faccio del mio meglio. Ho le candele pulite e sono in forma, dopo questa bella trottata ad alta velocità, però non ti garantisco niente.
Chiudo leggermente l'acceleratore finché la lancetta dei giri non si ferma sul 3000. Questo vuol dire andare più piano e metterci di più a scoprire se rimarrò a piedi o meno. Ho un filo di angoscia in gola.
Cucciolo, ce la fai?
Silenzio, mi sto concentrando.
Il motore ora emette un suono appena avvertibile, mentre controllo la lancetta dei km. Ne ho percorsi 11, 12...
Cerco di pensare ad altro. Non sono arrabbiato: ho imparato ad accettare le situazioni con equanimità.
Ora ho percorso 36 km. Da qui in poi, ogni centinaio di metri è un ragalo. Se metto in folle posso percorrerne ancora qualche centinaio per inerzia. Poi so cosa mi aspetta. Le moto, quando vanno sono creature dotate di vita propria, di forza, buonumore e leggerezza. Ma se le trascuri, come ho fatto io in quel momento, diventano soltanto una massa di pesante ferraglia. Comunque mai, in vita mia, ho abbandonato la mia moto per strada. Le voglio bene: i segni sulla mia pelle e quelli sulla sua carrozzeria combaciano, come i km che abbiamo fatto assieme, ora e in passato. E anche nel periodo più bello della mia vita, quando su quella sella non ero solo.
38 km, 39... ormai il benzinaio dovrebbe essere in vista. Ora seguo con attenzione anche l'indicatore dei cento metri. Eccolo! Sono già sulla corsia più a destra, in caso di fermate improvvise, e non ho nessuna intenzione di mancarlo.
Il benzinaio mi da un'occhiata annoiata mentre sollevo il tappo del serbatoio. Dentro non c'è più di qualche goccia di benzina e un po' di vapori. Lo riempio fino all'orlo e azzero il contachilometri parziale. Pago e sposto a mano il cucciolo un po' più lontano dalle pompe. Gli allungo anche una carezza piena di gratitudine: il cucciolo, pesante e sazio per l'abbondante pasto ronfa soddisfatto.
Mi accendo una sigaretta e penso: d'accordo, è andata come è andata... Ma la situazione è smossa. In fondo Roma non è sorta in un giorno e le vacanze sono vicine e piene di possibilità.
Soffio il fumo e concludo: in fondo, domani è un altro giorno!
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Questa storia ha una morale: se ti fai un viaggio per provarci con una ragazza cerca di goderti il panorama.
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Epilogo per i più curiosi: ho avuto effettivamente occasione di rivedere eb, e qualcosa è successo. Ma con tutto il rispetto, i particolari di questa storia sono fatti miei (e suoi)
Baciotti,
Max
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uh...è gia' finita?!
se ti si fosse fermata la moto pero' avrei proposto di farti un monumento!
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Bella questa: prima fai uno spot di tre giorni sulla tua moto e al momento del dunque risolvi con un ' e comunque son fatti miei', un colpo da maestro della pubblicità
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questo è vero marketing!
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hehe...
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che storia di m_erda questa...noiosissima
Pokoto regna a palla
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sembrerà strano, ma mi son persa anch'io.
l'altro giorno ero a cernusco sul naviglio e mi sono ritrovata a pessano(mi sono allarmata quando ho visto cambiare il panorama), domenica pomeriggio ci siamo perse io e quella trozzona di mia cuggina nello stand delle sfilate di soprani(anzichè vederle dal di fuori, abbiamo visto i camerini).
ma cosa ancora più sconvolgente.
l'altra sera siamo state invitate a una festa.più che una festa, un happy hour alle sette e mezza di sera...diciamo che non era ancora calata la luce.
dico a mia cugina
"robi come si chiama il locale?"
"non ricordo, ha il nome di un romanzo cmq"
"robi la conosci la strada?"
"certo... è un posto fighissimo"
"si ma la conosci la strada?"
"certo."
alle otto e mezza eravamo in giro su corso buenos aires, quando io insistevo a dire che forse era meglio ricordarsi prima il nome del locale e poi chiedere a qualcuno informazioni.
in pratica siamo finite a porta venezia, nel famigerato locale "lolita" ritrovo di personaggioni degni di circus.
"ma le feste son sempre così folkloristiche a milano?"
"massì, la tipa è abbastanza originale"mi risponde mia cugina
morale della storia.
siamo rimaste più di un'ora nel locale sbagliato all'happy hour sbagliato, circondate da trans e creaturine varie.
il locale giusto era "il gattopardo"
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gestito da un Don Fabrizio in tutu' rosa
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L'han fatto vedere oggi in TV il Gattopardo... con Interrante ... tristess...
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dico il locale, han fatto vedere...
tristess Interrante...
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una festa alle 7 di sera?Wow che nostalgia,come al liceo
"mia madre non c'è,dai muovetevi catzo che c'è anche i liquori!Però alle 11 tutti via che mio padre torna a casa con l'amante"
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